Cazzo, il 25 Aprile è difficile da affrontare. Lo è per chi ci tiene a spiegare perché non lo festeggi ma lo è anche per quelli “desinistra”.
La difficoltà sta nel fatto che queste celebrazioni sono sempre supercringe. Non parlo delle feste nazionali, parlo dei giorni del ricordo.
Perché la Festa della Liberazione non è mai riuscita a diventare una festa nazionale e finisce per essere un’occasione in cui si ricorda, si specula e si fanno teatrini ridicoli.
È il giorno in cui wannabe esperti di politica calcolano chi ha fatto più vittime tra fascismo e comunismo, roba da limitare a quattordicenni che hanno appena scelto il quadrante da occupare sul political compass.
È il giorno in cui i liberali santificano Mamma America, come se il 25 Aprile ’45
fosse arrivato il saggio genitore a porre fine ai bisticci tra partigiani e fascisti. È l’acmè dei piagnistei di gente desinistra
che segnala post a cui nessuno si sarebbe interessato: foto di Di Canio col braccio teso, post sul ristorante in Brianza col calendario del Duce, eccetera: tutto per provare che Ehi, io sono un vero antifascista ed il tuo mi sembra vero e proprio fascismo™!!!
Questa confusione non dovrebbe spettare a una ricorrenza fondante del nostro Stato. Ma come si diceva, Il 25 Aprile è nata una Puttana e con le puttane non si è mai sicuri. È una provocazione, ma neanche troppo: davvero i partigiani, in 9 casi su 10 con la falce e il martello sulla bandiera, combattevano per eleggere un parlamento? Scarpe rotte eppur bisogna andar, conquistare la rossa primavera. La rossa primavera prevedeva di smantellare le basi tedesche al nord per sostituirle con quelle americane al sud? Forse prevedeva di eliminare le leggi razziali.
E per eliminarle era necessario far imbracciare il fucile a uomini e donne dell’Appennino che non avevano mai conosciuto un ebreo in vita loro?
Non prendiamoci in giro: la resistenza fu anche lotta nazionale, ma soprattutto di classe, vinta con la partecipazione di gente proveniente dalla parte sbagliata dell’Atlantico e come altre nostre vittorie, fu dunque, mutilata.
RICETTA #25APRILE.
Spaghetti Blast alla puttanesca.
Ingredienti:
-Una riflessione
-Una grafica figa
-Delle parolacce
-Le linee guida di Instagram
Per prima cosa condire la riflessione con un po’ di Blast. Mi raccomando: ABBONDARE. Così che da mettere pepe in tutti gli schieramenti, dicendo qualche verità e strappando qualche risata.
Dopodiché la grafica: la nostra amata Italia, con le foto dei partigiani che l’hanno liberata e il nome della ricetta: la P parola.
(sì, la p sta per parolaccia)
A quel punto il passo: POSTARE!
Prima volta: bello!!! 100 e passa like e commenti simpatici in meno di un’ora! Daje!
Ma ehi, ci stiamo dimenticando delle linee guida: segnalazioni e bannata da insta in meno di 60 minuti.
Ok cap, proviamo a mettere un * sulla p parola. Niente da fare, stavolta dura 3 minuti.à
King, ariproviamo. Eliminiamo la riflessione, ché magari qualcuno se rode, vi rimandiamo al nostro sito (ilblast.it) e telegram e let’s go. Stavolta dura di più, menomale che qualcuno lo vede. Ma anche qua ariban, per la terza volta.
Ditecelo che ci volete male, ao.
Vabbè, in ogni caso, preparatevi e buona settimana BLAST!
Ci trovate ai soliti link – il menù sempre d’avanguardia e sempre raffinato.