università
La stagione si è chiusa. Ormai quasi un mese fa, la redazione di Blast spera che stiate leggendo questo articolo sorseggiando un meraviglioso cocktail da una noce di cocco in qualche paradiso fiscale o al mare a Ostia davanti all’umanità più grezza e italica della penisola. Ci abbiamo messo tanto perché ci siamo sbracati, l’Aperitivo Futurista 2 ci ha letteralmente sdrenato.
Ma cos’è successo nel secondo capitolo dell’Aperitivo Futurista? Breve antefatto: l’aperitivo doveva essere il 18 giugno. Ma gli astri non si sono allineati. E così è slittato al 2 luglio. Buono, almeno il mese dell’orgoglio è finito. Droppiamo la grafica e la propaganda. That’s good.
Chiamiamo quasi all’ultimo un grandissimo incontrato in questi anni universitari, che speriamo possa diventare presto un grande ordinario di filosofia (morale): GIACOMO MARIA ARRIGO. Sarà il nostro relatore. Un grande. È giovane, preparato ed è carico a pallettoni come noi. Anche questa volta abbiamo salvato Blast. O forse no…
Nel frattempo è stata anche lanciata la campagna Boccioni. 4 giorni prima dell’evento ordiniamo le magliette. 3 giorni prima mandiamo in stampa il secondo numero di Proiettili.
“Tutto è compiuto”
Gesù Cristo
La domenica è arrivata, noi siamo pronti. Non sappiamo cosa potrebbe succedere. Arrivati a Lacerba veniamo accolti calorosamente da Agostino Lacerba Galli, il bar manager. Adocchia subito le magliette di Boccioni: ne vuole una. E chi siamo noi per negargliela? Prima però attacchiamo qualche sticker, che si abbinano bene al locale. Arriva l’ospite. è la prima volta che incontra Blast dal vivo e infatti è meravigliato: allora non siete fatti solo di circuiti!
È così. È così.
Università
Gli faccio brevemente un recap. Qua si tratta di improvvisare, ovviamente il tema lo sapeva e un minimo si era preparato. Ma Blast non concorda mai le domande in anticipo, dà solo l’affresco generale perché venga dipinto dal vivo. Nel caos, nel pepe.
Incredibile! Scocca l’ora e arriva la gente. Moltissimi fan sconosciuti, evidentemente in sessione, volti noti e meno noti. Anche la redazione di Blast è tutta compatta e radunata. Molti sono venuti da fuori con il treno, c’è chi non ha pagato il biglietto e chi mente.
L’alcol inizia ad essere miscelato nelle polibibite. Vanno giù bene. Ne assaggio due. Sono sufficiente futurista e brillo (ero sobrio) per affrontare l’intervento e aprire l’ultimo salotto Blast della stagione. E si inizia con la lettura di Cursi universitari
dal primo Proiettili (quello del Keblast – purtroppo esaurito, se lo avete bene, se no ciccia)
Distruttiva come al solito, un wall-of-text-blast come piace a noi che lascia ammutoliti tutti. E quindi? Il nostro ospite cosa dice?
Inizia uno degli interventi più ponfi mai sentiti. Tutti tendono l’orecchio. Agostino e i camerieri di Lacerba smettono di fare i drink, la catena del lavoro si ferma. Dopotutto siamo passati tutti all’università della vita, almeno un anno.
E i fuoricorso, e la politica universitaria… e no! Si parla dell’istituzione. Evviva questa fantastica istituzione, che purtroppo ha perso il suo senso, che la postmodernità vuole fagocitare. L’università non può essere l’anticamera delle aziende, non può essere vissuta come la prova del lavoro. L’università deve essere la frontiera del sapere, ritorniamo agli ideali medievali con cui è nata: Unità e Verità. Qualcuno dal pubblico esce a fumare, la tensione è alle stelle. Specializzatevi, ma abbiate un occhio anche per quello che c’è fuori. Non chi dice interdisciplinarietà, interdisciplinarietà
è colui che sa fare i collegamenti, ma chi segue un buon principio di fondo. E quel principio è così monolitico, antimoderno, avanguardistico, che è egemone in mano di altri desy nistra
, che c’è sempre sotto sotto: la Verità.
Dura e pura, (Una e trascendentale). Senza Verità non c’è dialogo, senza Verità non ha senso cercare qualcosa, senza Verità siamo fottuti. E allora, visto che ce l’abbiamo, taciamo un attimo e ascoltiamo gli interventi del pubblico.
Inizia il Khan degli Etruschi. Mette le mani avanti, lui mica ci va all’università. Anzi, la disprezza.
E allora, in verità, in verità io vi dico: [procede con un’intervento di 10 minuti così ammorbante che sono tutti costernati].
Ci ha devastato. Ad un certo punto sembrava emettere canti mongoli. Ma ha rotto il ghiaccio. Questo è il bello, a cascata parte un sacco di gente, anche sconosciuta, a parlare dal pubblico. A dire la sua. C’è uno spazio, un salotto dove questo è possibile: è il salotto Blast!
E si parla di merito universitario, di residenza, di innovazione, di cultura elitaria e popolare. Riportare tutti gli interventi qui sarebbe deleterio, perché certe cose (soprattutto quelle futuriste) vanno vissute e non raccontate.
Giacomo Arrigo, però, è stato all’altezza. A molte critiche, è riuscito a combattere con i blastidi. L’università è sopravvalutata dal mainstream, ma sottovalutata spesso dagli studenti.
Il consiglio di Blast è estremizzare sempre ogni cosa che studiate: per divertirvi, per vedere le conseguenze ultime.
Ma la vera chiusa dell’intervento è una frase bellissima, che Giacomo ci ha donato.
Perle ai porci, diranno le malelingue, ma è anche giusto così. Voilà
«Noi sbagliamo, perciò, quando cerchiamo di considerare la conoscenza come assoluta. La conoscenza è possibile solo laddove le leggi della logica sono rispettate. Conseguentemente, ciò che è conosciuto non è l'Essere per se ma quegli aspetti della realtà che si presentano nei termini delle condizioni imposte dal nostro stesso processo di pensiero» - Karl Jaspers
Misterioso per i non addetti ai lavori, ma suggestivo. E a volte, per il Singolo, una suggestione può valere più di mille teoremi.
L’intervento si conclude. Applausi. C’è chi fugge, chi fugge a fumare, chi sprofonda nell’alcol pensando agli ultimi esami della sessione e chi si butta nell’alcol per festeggiare la speranza nello studio appena ritrovata. Riecheggia nel trambusto finale, una domanda, banalissima, ma che tutti avevano accuratamente evitato.
Ma di tutte ste università, di tutti sti universitari… che ci stanno a fare? Servono davvero alla società?
No, ovviamente no. Ma meglio non far fare brutti sogni alla massa di laureandi in lettere, storia, filosofia e scienze della comunicazione che ha poco cautamente scelto di presenziare all’evento più accelereazionario di Milano. Lasciamoli tranquilli a consumare gli stipendi dei genitori, almeno stasera. Gli vogliamo bene. E se lo meritano.
Viene sparato infine anche il secondo numero di Proiettili: Italiosfera. Cosa abbiamo fatto in questi mesi lo scoprite lì. Nel frattempo la battaglia continua, Giacomo è circondato da curiosi e blastidi. Una ragazza, una donna, mi dice: io non sono d'accordo con niente di quello che ha detto. Voi avete paura di lavorare
. Rispondo: vaglielo a dire, sta là.
Ed effettivamente ci va. Queste cose succedono agli aperitivi futuristi.
Per non parlare delle maglie di Boccioni. Ne sono rimaste 20. Se la volete scrivete a info@ilblast.it o in dm su insta, magari ve ne conserviamo una.
Alle 20 la seduta è sciolta! Ognuna va per la sua strada.
+++ IN ANTEPRIMA PER TUTTI +++
Ci si becca il 9 settembre ad Olmeneta, per inaugurare la prossima stagione di Blast (gruppo Magog)
La ciurma ristretta, da veri pirati, si dirige all’osteria. Quella dell’altra volta. Ormai siamo abituè. I pirati del Mediterraneo. Altre avventure, gioia, nuovi amici e vecchi ritrovati. Joe Biden è con noi. Tutto procede.
L’aurora sorge. Un nuovo giorno Blast arriverà.