Dobbiamo essere veloci, bere lo schizzo e farci una bella corsa. Siamo dell’Apodie dopotutto…
Quando va veloce, incurante del pericolo e in piena ebbrezza, l’uomo rassomiglia la divinità.
Il telaio è fine, la carrozzeria è cromata come uno specchio di vermiglio colore, chiunque vi si specchi ha l’impressione di essere in un altro universo, color sangue, come se il cielo sembrasse colare, sanguinare e perdere sulla superficie sotto di esso. Un verniciata rossa a qualsiasi cosa hai intorno. Questa è la rappresentazione di una macchina, di un APODE le cui gambe cadute sono state rimpiazzate da ruote e innesti.
L’uomo, per ovviare a questa mancanza e alla dissipazione delle gambe, inventò lo Schizzo, un insieme di polveri sottili, -ine, acceleratori, stupefacenti e molecole eccitanti. Scorre liscia nello stomaco e ti distrugge il fegato, ma almeno sei veloce. La stragrande maggioranza di noi fa uso di schizzo, solo non vuole correre, vuole pensare al passato, come dissiparlo e renderlo commestibile.
-Hey, vuoi dello schizzo?
-Sì, grazie, ci vuole proprio per vedere i miei nonni.”
Bevevamo schizzo e ci lamentavamo del più e del meno: non avere quel famoso euro per la lattina, non essere ancora abbastanza veloci e di avere ancora delle gambe biologiche e stancabili.
In morte di un liberale, ovvero noi tutti, prigionieri secolari dello Stato Liberale
e schiavi del suo paradigma assoluto, di cui annunciamo l'Apocalisse-rivelamento.
L'artigiano del reale cede il passo all'artista del virtuale, ma ciò che è fatto di codici alfanumerici e script non ci può dare la stessa soddisfazione del trascinare un carretto mentre si canta al ritmo delle ruote, nel viaggio che ci conduce verso il futuro.