Le prime sorvegliate con l’Intelligenza Artificiale e il riconoscimento facciale (https://euractiv.it/section/digitale/news/parigi-approva-il-piano-di-sicurezza-con-lai-delle-olimpiadi-2024/)
Benvenuti in Occin(a)dente!
Ma, tralasciando questo particolare del tutto insignificante (non lo è), fanno sicuramente più notizia gli insulti razzisti rivolti alla cantante Franco-Maliana dall’estrema destra francese.
Ma entriamo nel merito della questione.
L’ipotesi che Aya Nakamura canti un brano dell’intramontabile Edith Piaf (quella della Vie en rose) ha fatto incazzare quelli del partito Reconquête di quel matto di Eric Zemmour, che hanno mostrato uno striscione con scritto Non è possibile, Aya; questa è Parigi, non il mercato di Bamako
.
Effettivamente, Parigi è Parigi e Bamako è Bamako. Se sei un vero francese, un francese della provincia intendo, di quell’immensa provincia che è la Francia, Parigi ti sta sui coglioni e probabilmente andresti più volentieri a Bamako a goderti il caldo.
Ville 0 Province 1
Bamako, leggo da wikipedia, vuol dire stagno del coccodrillo
in lingua bambara. Vi serve altro? Dico, vi serve altro per preferire una città con un nome chad nella lingua della bamba alla virgin Paris?
Ma passiamo oltre.
Per quanto sia contrario a infilare neri e froci dappertutto, quando i meriti sono sotto gli occhi di tutti, è un semplice meritocrazia premiare con ruoli importanti chi si è distinto.
E Aya Nakamura lo ha fatto.
Aya Nakamura, anzitutto, merita di cantare a Parigi 2024 perché ha rilanciato il Pop transalpino, genere che non versava in buone acque (d’altronde chi cazzo ascolta Pop) Facendo un paragone, Aya Nakamura ha fatto quello che ha fatto Elodie (che comunque non ascolto) in Italia. Pertanto, cari i miei estremisti di destra che vi sentite attaccati da questa nomina, alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026
, vorreste sentire Laura Pausini o Elodie?
No, gli ZetaZeroAlfa sono inascoltabili.
È pur vero che un duetto Annalisa-Elodie sarebbe la situazione migliore, ma insomma, da quando i Radioclub si sono lasciati :’( non ascolto più di tanto il pop francese da proporre un nome diverso dalla Nakamura.
La tengo como todas.
Di sicuro a Zemmour e compagnia cantante non va giù che la Nakamura sia nera. Ma la cosa desta non poca ilarità negli osservatori più accorti: Zemmour è un fottuto ebreo-berbero-algerino.
La realtà supera il meme: l’estrema destra francese guidata da un arabo-ebreo che viene da una ex-colonia (esattamente come i genitori della nostra povera Aya)
I francesi con la loro Grandeur dovrebbero mettersi il cuore in pace: se hai un impero è inevitabile che le genti dei quattro cantoni del globo terracqueo vengano ad abitare nella nuova madre Patria, con tutti i problemi che ne conseguono.
Ma questi, i problemi, vanno affrontati con coraggio: mandando Zemmour a Gaza potrebbero far cantare la nostra Aya e convincere israeliani e palestinesi a fare pace.
Con chi berresti più volentieri un tè?
Ma, tralasciando la geopolitica internazionale, Aya Nakamura è la cantante Francofona più ascoltata al mondo. Perché non farla cantare? Perché, dopo che ci avete fratturato i coglioni con Egalité, Liberté, Fraternité, perché, dopo che avete rovinato il mondo con una finta democrazia nazionale
(la democrazia non potrà mai realizzarsi in uno stato Nazionale), perché, dopo che avete separato l’appartenenza nazionale dall’etnia, venite ora a cagare il cazzo per la Nakamura?
Acceleriamo la disgregazione della Francia, portiamola alle estreme conseguenze, e, forse, salveremo i Francesi. Questo dovrebbe dire Zemmour.
Ma essendo un ebreo-berbero-algerino non lo dice.
Come riconosce Nick Land in Illuminismo Oscuro, lo stato multietnico non può regolarsi democraticamente. In particolare, l’osservazione di Land riguarda i risultati delle elezioni in Gran Bretagna, dove più del 90% dei Sikh votano Tory mentre gli arabi votano Labour. Ciò vuol dire che, diversa l’etnia, opposta la visione politica.
Più o meno quello che succede in Italia (e un po’ in tutti i Paesi) su base regionale – no, non voglio assolutamente la Seccesione del Veneto sior Mattarello…
Questo discorso, declinato alla francese, può solo tradursi in uno scontro che trascende la politica e arriva in strada: Città vs Provincia, Parigi vs Francia, Stato centrale vs Stati regionali. I francesi, che hanno insegnato al mondo l’appartenenza alla Nazione al di là dell’etnia, ora si trovano davanti al fatto compiuto: gli arabi e i neri – pieni di risentimento verso la Francia e verso i Francesi bianchi
– non riconoscono e non si sentono parte della Nazione.
Quale prospettiva quindi per la Francia?
Passando da Nick Land a Parag Khanna, maritando le loro teorie, ecco che si arriva al paradosso: solo la disgregazione dello Stato salverà i Francesi.
E con Francesi intendo i Francesi bianchi, eredi dei Galli e dei Romani, con qualche immigrato polacco o italiano in mezzo.
Oppure, ragionando in senso contrario alla costituzione di città-stato bianche nella provincia Francese (contro la multietnica Megalopoli parigina), possiamo affrontare il tema nella visione che più si confà all’animo francese.
Parafrasando de Gaulle (che vedendo Zemmour si starà rivoltando nella tomba), il gollismo è una filosofia portatrice di una certa idea della Francia. Essa ha potuto essere un faro per il mondo occidentale perché era guidata da un destino comune (l’impero carolingio, le crociate e la cavalleria, il Grand Siècle di Luigi XIV, la rivoluzione francese e Napoleone); tuttavia, è nota la passione francese di ripiegarsi su delle dispute interne che, inevitabilmente, la portano sulla via del declino.
Queste assunzioni di de Gaulle risultano quasi profetiche. De Gaulle, a cui dice di rifarsi Zemmour, non vorrebbe tante polemiche per scegliere un cantante: vorrebbe veder Aya Nakamura cantare a Parigi, per un evento, le Olimpiadi, che dà lustro a qualsiasi Paese lo ospiti, e questa volta tocca alla Francia mostrare la sua Grandeur e, di conseguenza, la Françafrique.
Alla fine di questo articolo una domanda sorge spontanea.
Chi sono i Francesi?
E la siora Piaf era una vera Francese?
Non sorprenderà scoprire che la nonna di Edith Piaf era una beduina e che sua madre era una livornese (di origine berbera): ecco perché Zemmour ci è tanto affezionato.
Dunque, cari amici di Reconquête, siete veramente di destra? Credete veramente che la Francia possa e debba contare qualcosa nel mondo?
Sì? Allora Aya Nakamura deve cantare Edith Piaf a Parigi 2024; solo allora la France farà mostra della sua Grandeur esibendo la Françafrique.
Solo così si metterà a tacere la wokeness che vorrebbe l’Occidente chiedere scusa per il suo passato.
C'è un patto di duemila anni tra la grandezza della Francia e la libertà del mondo.
- Charles De Gaulle
O per dirla con le parole di Edith Piaf:
Non, Je ne regrette rien.
(Non, rien de rien)