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Parcheggio lo scooter vicino alla rotonda col ping pong; siamo nel cuore di del quartiere che il furbo marketing milanese chiama Nolo. Vedo la ciurma di Blast, un numero esagerato per fare un’intervista, ma va bene così, sono belli così.

Mi avvicino a Joe Vanny Baldesio che ha già in mente tutto, ha individuato il tavolo dove far sedere gli ospiti, si lamenta il giusto del casino ma è fiducioso che questa cosa verrà fuori bene.
All’uscio del Bar Rondò troviamo Daniele, chitarrista e producer dei Brucherò nei Pascoli, che ci accoglie con gentilezza o forse con pietà e chiacchieriamo un po’.
Gli dico che li ho visti al Miami 2022 e che mi son divertito: sembra contento.
Si presentano gli altri presenti, iniziamo a parlare di musica e nel mentre appare Davide, primo dei due autori dei BNP, che non è una banca. Sembra forse un po’ perplesso, esce da un’influenza che l’ha tenuto imbrigliato per tutta la settimana:
Ora fiuta libertà.
L’altro ci dicono sta arrivando, Stefano detto Ste, e infatti dopo una decina di minuti arriva, con gli occhi azzurri e senza occhiali da sole: all’apparire un’altra persona rispetto a quella vista sul palco mesi prima, un performer dunque.
È ora, i BNP come promesso fanno sgomberare i tavoli pieni di bambini urlanti, il fotografo ingaggiato dal Blast ripone nello zaino la super fotocamera nonostante i preparativi (ci scusiamo), la stessa fine fa il RØDE di Anonimo Milanese, inizia l’intervista a Brucherò nei Pascoli.
D’ora in poi sarò io, Bardo di Piave a fare le domande, per praticità Bardo.
Alla mia sinistra sta Joe Vanny Baldesio; davanti a noi da destra verso sinistra Davide, Daniele che parla solo con lo sguardo, e infine Stefano, ergo i Brucherò nei Pascoli.

Bardo: Prima di tutto, identificatevi.
Stefano: Ciao, sono Stefano.
Davide: Io mi chiamo Davide.
Bardo: Siete nati e cresciuti a Milano? Insommanche se lui parrebbe voglia fare il reporter in realtà.a, siete di quartiere o di provincia?
Stefano: Sì, siamo di quartiere, nati e cresciuti qua in zona.
Davide conferma. C’è intesa tra i due.
Bardo: Ho sentito che siete cresciuti con il nonno e il suo orto, acqua alle papere eccetera (riferimento al brano Bar Adriana) È vero?
Stefano: Era un vecchio detto di mio nonno che era contadino dalle origini umili.
Davide: Non ci accomuna solo il fatto di essere di quartiere, abbiamo anche entrambi origini extraurbane, campagnole Stefano, montanare io. Ecco, questa radice contadina, naturalista ci unisce, ci aggrega, ci sposa.
Bardo: Ma per voi Via Padova è un po’ come stare in Umbria (altro riferimento a Bar Adriana)?
Davide: Sconosciuta? (ride n.d.r.)
Stefano: Non l’ho mai esplorata (l’Umbria)
Davide: Ma neanche Via Padova?
Stefano. Eh ogni tanto ci sono quelli scorci che dici: ma porca troia dove son spuntato? Non lo so, non ti è mai capitato.
Davide: No.
Stefano: Lo spritz gli ha fatto male.
Davide: Secondo me invece non c’entra un cazzo l’Umbria con Via Padova ed è per quello che ne parlavamo nella canzone (Bar Adriana), in cui dico che “tiro in Via Padova pensando che sto in Umbria
” è perché quando tiro su il mio E-Cooltra sono imbenzinato, non capisco un cazzo, e quindi penso di essere in Umbria.
Quindi niente di più lontana dall’Umbria.
I gestori del bar alzano il volume della musica, Davide si premura a farla abbassare: è un po’ il boss della zona.
Si riprende.
Bardo: Torniamo all’iper presente. Sanremo?
Stefano: Non l’ho neanche visto.
Davide: Non lo vede perché lavora. Io lo vedo tutti gli anni, ma purtroppo quest’anno non ho abbastanza soldi per fare le mie scommesse, quindi lo vedo con meno entusiasmo. Sono contrario al FantaSanremo ovviamente (io Bardo concordo con Davide)
Si fanno le scommesse coi soldi veri se no non ci si indebita. Quest’anno non lo posso fare, però tanto è una merda, è abbastanza deludente devo dire. E poi da quando le playlist Spotify escono subito dopo la prima serata del festival si sa già chi vince, perché le canzoni sono già in ordine dei vincitori.
Oltre a farci questa rivelazione improvvisa, Davide cita Cavallo Pazzo, facendo gasare Joe Vanny Baldesio che allora prova a fomentare Davide. Al che succede quanto segue.
Davide: Quest’anno vince Annalisa.
Lettori, quando uscirà questa intervista Sanremo sarà già finito, e noi non siamo nemmeno così sicuri che Annalisa vincerà. Sapete voi com’è andata.
Joe Vanny Baldesio: Ma voi sareste da Cavallo Pazzo? Sareste disposti a fare come Cavallo Pazzo?
Davide: No, assolutamente no! Non siamo degli eccentrici. A me Cavallo Pazzo piace come fenomeno. A me piacciono le persone che sono originali, che quello che dicono lo fanno. Cavallo Pazzo secondo me un po’ lo è stato nel suo personaggio, ma non mi ci riconosco.
Bardo: Bianco liscio o birra?
Stefano: Birra, essenzialmente Moretti.
Davide: Tutti e tre.
Bardo: Rimaniamo sull’eno-gastronomico. Secondo voi qual è la migliore trattoria di Milano o dintorni?
Il ragazzo al centro, il chitarrista, che sto chiamando Daniele dall’inizio ma non sono totalmente sicuro che si chiami così, a questa domanda si desta, sussurra qualcosa.
Abbiamo toccato le corde del suo cuore.
Stefano: Combattutissima. Prato Centenario.
Davide: Centenaro (corregge Stefano)
Però non so se di debba mettere questa, perché poi ci vanno tutti. A me piace molto anche San Filippo Neri, però c’è una diatriba interna sul fatto che non sia più lo stesso. Quindi anch’io approvo Prato Centenaro. Nic non parla mai ma se parla di cibo timidamente bisbiglia.
Evidentemente il buon Daniele che ci ha accolto con cortesia all’inizio non si chiama Daniele, ma Niccolò.
Niccolò: Non è il top però (Prato Centenaro)
Non lo so, dovrei pensarci di più, se mi viene in mente poi ve lo dico.
Bardo: Cazzo vuol dire Ghicci Ghicci?
Stefano: Yes, the significato, no, fondamentalmente è un versaccio alla canzone dei Blondie che fa Gonna get ya (One Way or Another) che è stato trasformato in Ghicci Ghicci, prendimi, afferrami.
Davide si distrae e chiede se è finita l’intervista. Col cazzo, mica li lasciamo andare liberi nei loro pascoli. Perciò riprendo con la domanda successiva.
Bardo: E la Lambretta?
Davide: In che senso? Qual è la domanda?
Bardo: Ah, non lo so. Io ho letto quello che c’è scritto qui (foglio con domande)
Davide: Ah, la Lambretta è la fabbrica della Lambretta che c’era a Lambrate.
Niccolò: Non sai cos’è la Lambretta?
Butta male ma ne esco, a momenti salta la mia copertura.
Davide: È un motorino. Siccome siamo di Lambrate abbiamo voluto omaggiare le nostre radici con questa canzone. Poi in realtà questo è quello che dico io perché mi piace costruire sopra le canzoni altre storie. Perché la canzone che aveva scritto Ste (Lambretta) non c’entrava un cazzo con questa roba.
Bardo: L’ultimo treno che avete perso?
Stefano: Solo quello a Napoli Centrale.
Davide: Io nessuno, mai!
Bardo: E quindi chiedo a te (Stefano), ci avevi veramente provato forte con la cameriera?
Ci riferiamo a Morale, canzone dei BNP di cui consiglio vivamente l’ascolto.
Stefano: (ride n.d.r.) Diciamo che mi piacciono veramente tanto le cameriere. C’era una bella ragazza in un bar vicino alla stazione (Napoli Centrale), soltanto che ero in compagnia di un’altra, quindi non potevo provarci così tanto forte, ma in realtà al momento del pagamento c’è stato un buon feeling, molto feeling.
Davide: Ti piacciono anche i camerieri?
Stefano: No, quelli a te penso.
Davide: Io odio sia le cameriere che i camerieri.
Bardo: Volete ancora due figli altri, stronzi e ricci (I sorrisi nelle foto)?
Stefano: Assolutamente sì! Specie se diventano giocatori di NBA e mi mantengono.
Al che provo a prenderli in contropiede.
Bardo: Secondo voi Dio esiste?
Davide: Secondo me sì.
Stefano: Secondo me sni.
Ora tocca fare le ultime tre domande a sfondo finto filosofico. Don’t quit.

Bardo: Secondo voi è ancora possibile fare punk in Italia?
Alla domanda i BNP rimangono un po’ perplessi, ma spiegando loro cosa intendo, ossia che il punk per me non è solo suono ma anche attitudine, ricordando quella volta che ero a vederli al Miami e mi hanno preso almeno tre volte con la loro birra, dei La Sad a Sanremo, se abbia senso ancora fare punk, a questo punto mi rispondono.
Stefano: Secondo me come dici tu si tratta di attitudine, il palco è come se fosse casa nostra. Io credo sia possibile fare ancora punk, magari non qua in Italia perché si tende a prendere le cose e ridurle all’essenziale, come può essere un Naska o un La Sad e tutta quella merda lì, mentre in UK o in Francia l’attitude è sempre quella e rimane quella. Poi chiamarla punk lascia un po’ il tempo che trova:
Io la chiamerei più un ritorno al vero.
Ecco a questo a punto capisco di aver trovato quel tassello che cercavo da questa intervista ai Brucherò nei Pascoli.
Il ritorno al vero è qualcosa che in qualche modo questi ragazzi preannunciano, è necessario. Non a caso Stefano si scusa a un certo punto quando risponde a un messaggio, anche se sa che oggi è normale e nessuno si scusa.
Oggi non siamo per un cazzo davvero veri, penso io nella mia testa.
Stefano: Il fatto di tirare la birra addosso al pubblico in sé non è punk, è solo fare quel cazzo che vogliamo sul nostro palco, riportando un po’ il vero, appunto. A noi piace l’aspetto diretto del punk.
Bardo: Cosmo in Tristan Zarra canta “La morale è la prima a saltare quando ti tocca lottare, quando ti indebiti, …”. Qual è la vostra morale? Ne avete una?
Davide: Certo che abbiamo una morale, tutti ne abbiamo una.
Però la mia morale cambia come quella degli altri.
Sia mia madre che la mia fidanzata dicono che cambio atteggiamento rispetto a chi mi trovo davanti, cambia il mio parametro relazionale, morale. Penso, anche per riagganciarmi alla questione del punk, che una cosa che caratterizza molto il nostro gruppo sia il fatto che non prestiamo troppa attenzione al tipo di immagine che trasmettiamo agli altri, o meglio in parte sì, però anche scegliere di non farsi la cresta (esempio di La Sad), in realtà non viene percepita come una non-scelta. Non ce la sentiamo di fare delle vite di merda per il mercato musicale, è troppo distante da quello che io penso quando penso al nostro lavoro, alla nostra vita, ecco anche questo è un discorso di morale.
Bardo: Ultima domanda. Meglio una bella scopata o un concerto?
Coro: Ovviamente una bella scopata.
Bardo: Infatti non era questa la vera domanda. Cosa vi aspettate da Brucherò nei Pascoli?
Stefano: Io l’unica cosa che mi aspetto…
Davide: I soldi.
Stefano: Anche, ma quella dovrebbe essere una conseguenza di quello che facciamo. Però la cosa che davvero vorrei fare con la musica è migliorare sempre di più, sperimentare.
Gli altri due ridono, Stefano si difende accusandoli di essere più materialisti di lui.
Davide: Ma quindi vuoi migliorare?
Bardo: Però vuoi prima i soldi.
Stefano: No.
L’intervista è finita. Andiamo tutti fuori per girare il filmato che diventerà un reel per Instagram, l’avrete visto sulla pagina di Blast. Ora i BNP parlano di affari e del live del 15 febbraio all’Arci Bellezza, a cui io andrò sapendo che non me ne pentirò.
Bevo due cose con Joe Vanny Baldesio e il fotografo, che scatta giusto qualche foto e lascia il suo numero ai BNP, non si sa mai abbiano bisogno di un ph per i live, anche se lui vuole fare il reporter in realtà.

Sono le 19:53 circa. Saluto tutti, prendo il mio scooter e me ne vado in studio dove troverò invece la mia banda, piove e la musica è bella, sto tutto imbenzinato.
Per un attimo ritorno al vero.