Calcio Scommesse - Corona eroe nazionale

Calcio Scommesse - Corona eroe nazionale
Fabrizio Corona eroe nazionale, di una nazione di ludopatici, stirati ma che non si danno per vinti. Lo sapete che il 90% dei ludopatici smette prima di vincere?

«Che cazzo me ne frega di essere alla canna»

Nevio lo Stirato alla Zanzara

«Sono qui al casinò e c’è solo gente che urla: “Cassa!”; “Sono alla canna del gas”; “Poveri!”.Vaffanculo, avete rovinato un Paese.»

Un (probabile) ludopatico, messaggio inviato sempre alla Zanzara

«Non sono un infame»

Fabrizio Corona su Rai 3, prima di non dire niente di ciò che non avesse già detto

«Non hai capito, ce sta ‘sto posto sulla Pontina… ceh… una sala scommesse bellissima! C’è anche il pianoforte. Così ce so annato a fa’ ‘na bolla.»

Checco, l’amico mio; ma che potrebbe essere l’amico di tutti

Insomma, la ludopatia o comunque il gioco d’azzardo sono moda, quasi tendenza, soprattutto dopo le notizie delle ultime settimane che vedono coinvolti alcuni calciatori professionisti che qualcuno dice – non noi ovviamente – si siano giocati anche i familiari essendo rimasti senza più nulla da offrire.

I nomi attorno ai quali si è più discusso oramai sono sulla bocca di tutti, e noi, di certo, non abbiamo intenzione di tirarci fuori da questa gogna mediatica:

Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Niccolò Zaniolo sono i tre calciatori che da un momento all’altro si sono ritrovati al centro delle attenzioni non per meriti sportivi, ma accademici (chi scommette in gergo è quello che “studia”)

Senza soffermarci su squalifiche, pene e altro ci limitiamo a informare chi legge che Fagioli e Tonali conosceranno una squalifica di alcuni mesi acconsentendo a farsi curare in quanto ludopatici; più incerto è il destino del padre del figlio di Zaccagni – in realtà è molto tempo che a Roma le voci confermano essere il figlio di Zaccagni, effettivamente, di Zaccagni – che dopo le accuse ha dichiarato di aver solo giocato a poker e blackjack senza mai toccare il mondo del calcio.

Non ci si stupisca se qualcuno gli vuole credere: con quella faccia potrebbe essere tranquillamente il giocatore che con una coppia di sei in mano chiama l’all in.

Calcioscommesse Zaniolo Corona
Niccolò Zaniolo

Dopo l’apertura dello scandalo le voci hanno preso il sopravvento: chiunque urlasse un nome è stato preso in considerazione; i gruppi whatsapp di migliaia di fantacalcio si sono ritrovati messaggi riciclati e dichiarazioni anonime che sono arrivate ad accusare un volto pulito come quello di Mimmo Berardi che dicevano avesse giocato più di quanto avesse mai guadagnato. È stata una vera e propria caccia alle streghe.

Ma chi è che ha parlato per primo? Chi ha deciso di «fare il proprio lavoro»? Senza perdere tempo in ulteriori, inutili, climax, rispondiamo al quesito: Fabrizio Corona, il precursore di Tony Effe e Pippo Sowlo a detta di qualcuno, sicuramente più criminale per altri.

Se ne stanno dicendo tante su di lui; le ultimissime lo vedono indagato a Milano per diffamazione: oltre ai tre di cui sopra, sono altri, come si stava dicendo sempre prima, i calciatori che hanno sentito il proprio nome echeggiare tra i giornali e le trasmissioni televisive, accusati, anche loro, di aver scommesso e perso quasi tutto (nessuno che vinca mai un cazzo ndr) decidendo così di fermare il Di Pietro del calcio italiano muovendosi legalmente contro di lui.

Corona è in realtà, per noi, l’eroe della vicenda: quello più sbagliato, quello che arriva sempre quando meno te l’aspetti (forse perché ha passato gran parte degli ultimi tempi al gabbio);

Corona è il grande intrattenitore che per due settimane ha bloccato un Paese, fatto parlare di sé, accresciuto considerevolmente – non che prima stesse male – il proprio patrimonio, fatto avere uno share record ad Avanti Popolo su Rai 3 (ragazzi… Rai 3, di martedì sera);

Tutto questo grazie a, come le migliori leggende insegnano, un pizzico di verità e tante, ma tante, supercazzole. Always do the spia.  

Dovremmo ringraziarlo, non per aver smascherato un giro di scommesse illegali, attenzione, ma per averci intrattenuto; e noi, insoddisfatti, invidiosi, oppressi da troppo perbenismo, avevamo disperatamente bisogno, come Paese, di un caso scommesse che racchiudesse in sé:

Ludopatia (non si venga a dire che la ludopatia è intrinseca dei casi scommesse perché non è vero); Fabrizio Corona e calciatori della Nazionale.

Mancava solo la gnagna. 

Alla fine, i colpevoli pagheranno per i propri errori (probabilmente molto meno di quanto previsto); la questura, a meno di eventi eccezionali, cercherà di chiudere il caso nel minor tempo possibile così come i giudici sportivi;

Corona dovrà affrontare le querele di chi ha tirato in ballo senza prove sufficienti anche se crediamo non gliene freghi una cosiddetta beneamata; e noi torneremo a tifare per i nostri idoli sul campo di pallone, così, come se nulla fosse mai successo.

Il giustificazionismo della peggior scuola, inoltre, creerà intorno alla vicenda un’aura di compassione verso questi poveri ragazzi, malati, che hanno avuto la sfortuna di avere troppi soldi e un telefono cellulare su cui scommettere.

Ma va bene così; d’altronde “siamo chi esaltiamo”, anzi, vi si vuole lasciare con un appello: prima che qualcuno faccia presente all’opinione pubblica quanto dannoso sia il gioco, godetevelo! Godetevelo ora che viene ancora sponsorizzato ovunque, prima che sia troppo tardi. 

Accogliamo pienamente l’idea, anzi, ci sentiamo di promuoverla, perché, se questi calciatori hanno avuto le disponibilità economiche, hanno solo che fatto bene a “ballarsi un po’ di fresca”; hai la grana? Falla ballare!

L’economia di questo Paese va avanti – soprattutto forse – a gente come il caro Filippo Champagne:

I soldi non servono a nulla se non vengono spesi; mantenere da parte un bel gruzzolo è un atto in realtà egoista che invero trasuda avidità.

I nipoti? I risparmi di una vita? Ma sti cazzi! Nessuno mette da parte i soldi per i nipoti con genuine intenzioni: la realtà è che avete i nonni tirchi che non sanno di esserlo. Ogni tanto – giustamente – vi allungano quei cinquanta euro per scacciar via tale idea. Dannata mentalità accumulativa da piccolo borghese occidentale, sperperate! La prodigalità è accelereazionaria.

Per citare un altro ben noto personaggio come Porro «Io voglio morire povero».

Ha ragione: siamo tutti uguali di fronte alla morte; fate ballare la fresca e ricordatevi che il novanta percento dei giocatori si ferma prima della grande vincita.

Corona scomesse

Poco importa se poi, dopo un’eventuale “grande vincita”, si ritrovano a giocarsi di nuovo tutto e magari a perderci, l’importante, lo dice una persona della caratura di Nevio lo Stirato, è che si abbiano i soldi per giocare il giorno dopo.

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