CCCP Live in (D)DDR

CCCP Live in (D)DDR
Lettura boomer
Storytelling di un concerto Blast
«Tra Carpi e Berlino c’è un legame speciale, perché a Carpi comincia l’autostrada del Brennero: perciò noi consideravamo Carpi come la periferia estrema di Berlino»
-Ferretti

Da quando vivo a Berlino ho questa frase bene a mente.

Forse per il clima teutonico particolarmente ostile, forse per la faccia da schiaffi della signora tedesca che mi guarda male quando attraverso col rosso, ho nostalgia di casa più spesso di quanto mi aspettassi.

Lindo Ferretti mi ricorda di smetterla di fare il Terrone.

Suvvia.

A Istanbul Berlino sono a casa, io in particolare a Berlino Est, quella Pankow non più separata dal muro (purtroppo) dove la gentrificazione dei technoturisti sta arrivando un po’ più lentamente (arriverà) è  ancora il centro della Mitteleuropa dove il ‘900 è morto ma il suo cadavere, ancora caldo, ha ancora tanto da dirci

E i CCCP sabato all’AstraKulturhaus ce lo hanno ricordato benissimo.

ALTRO CHE NUOVO NUOVO

E se l’asse Carpi-Berlino è realta, la reunion a Carpi degli Elii questa estate è stata profetica, pochi mesi dopo arriva l’annuncio della reunion dei CCCP, dopo 40 anni, proprio a Berlino, dove la band è nata. D’altronde tra gruppi basati ci si intende. 

CCCP DDDR

Tre date di fila, annunciate una dopo l’altra, con altrettanti sold out nel giro di 30 secondi. Ziopera, essere a Berlino proprio mentre suonano i CCCP e non essere riuscito a prendere il biglietto è una gran rosicata.

A venirmi incontro è stato il gruppo facebook CCCP in DDDR – Quelli che ci andranno, dove miracolosamente riesco ad accaparrarmi un biglietto venduto da un boomer con la foto profilo degli AC/DC. 

È proprio in questo gruppo che realizzo che il target del concerto non sono io. Sono i coetanei dei miei genitori che negli anni ’80 ancora si potevano drogare in santa pace senza pensare a produrre consumare e crepare

Bene così, vedere un po’ di 50-60 enni in azione a un concerto Punk può essere un buon memento mori: Io ero qual tu sei / tu sarai qual son io.  Sale solo un po’ di tristezza al pensiero che pubblico sarà troppo vecchio per pogare.

Mi stavo sbagliando.

CCCP DDDR facebook

Arriva finalmente sabato, la prima delle tre date. Un amico riesce a trovare il biglietto per lo stesso giorno e dopo esserci sparati un doner keblast leggermente troppo piccante dal turco di fronte all’Astra ci aggiungiamo alla fila, immensa e disorganizzata. Si respira puzza di birra e atmosfera Punk decadente.

Noi ci shottiamo una fiaschetta di Berliner Luft per ammazzare il tempo.

Entrati all’Astra ci gustiamo l’arredamento prelevato dal Parlamento della (D)DDR, rimaniamo fregati dalla fila al guardaroba ed entriamo nella sala del concerto leggermente in ritardo, ci perdiamo l’apertura del concerto con Depressione Caspica e ci cucchiamo un posto schifoso dietro alla colonna con vista ostruita.

Ce ne freghiamo, la visione di Ferretti, con felpone da casa e anfibi da guerra, che inizia a intonare Morire, mentre Annarella gira per il palco sventolando la bandiera dell’U.S.S.R. mi ipnotizza, il cuore batte forte e l’artmosfera si fa poetica:

Non so dei vostri buoni propositi perché non mi riguardano
Esiste una sconfitta pari al venire corroso
Che non ho scelto io ma è dell'epoca in cui vivo
La morte è insopportabile per chi non riesce a vivere
La morte è insopportabile per chi non deve vivere

Tempo di cantare Battagliero! e Stati di Agitazione mi accorgo di avere di fianco a me il sosia di Charles Manson in stato catalettico, guarda fisso nel vuoto con espressione imbronciata e non sembra essere molto felice. Avrei voluto parlarci per farmi raccontare qualche racconto di anni ’80 e droghe ma vengo distratto dalla Benemerita Soubrette che sale sul palco vestita da suora e con una candela in mano. 

LIBERA ME DOMINE

Sentire Ferretti pregare in latino, da agnostico, è stata una delle cose più sacre della mia vita, soprattutto sapendo del suo ritorno alla spiritualità che mi ha sempre suscitato molta curiosità: ACCELLEREAZIONARIO.

Mi approccia una quarantenne (trentenne? boh) con fare flirtante e, anche se tentato dal proseguire la conversazione, l’urgenza era scostarci da quella colonna e portarci un po’ più avanti per goderci il resto del concerto.

I CCCP ci vengono in aiuto.

Curami! Curami! 

Tutti iniziano a cantare e saltare, provo a vedere se pure il Charles Manson di prima si è attivato ma mi sento scosso da spintoni a destra e sinistra e realizzo: Alla fine questi boomer c’hanno voglia di pogare.

Cantando a squarciagola sfruttiamo la violenza futurista per spingerci in avanti, mi sentivo un po’ in colpa fino all’arrivo di una gomitata in faccia, perfetto, avanti tutta fino a circa metà sala. Molto meglio.

In questo climax di comunismo fumo e sudore ecco che inizia, inaspettatamente, il momento più Punk della serata, Andrea Scanzi, il mitomane più odiato d’Italia, inizia un monologo su, credo, l’importanza dei CCCP.

Nessuno lo ascolta, partono fischi, insulti, una foresta di dita medie alzate, Va in mona de to mare grida qualcuno in dialetto veneto (io)

Bellissimo. 

Lindo Ferretti dirige gli insulti come un direttore d’orchestra, ci manda affanculo a sua volta, si inchina.

CCCP DDDR FERRETTI

Scanzi che inizialmente doveva stare 5 minuti va via dopo un minuto e mezzo, alla sua uscita Ferretti ci guarda e cantilenando ci recita: 

Quanta voglia di purezza in questi sguardi, quanta voglia di poter odiare qualcuno perché ti sta sui coglioni, e lui sta qua, perché vi sta sui coglioni, perché non abbiamo mai voluto che tutti la pensassero come noi, perché portiamo il disordine e non l’ordine, non quello che volete voi, non sono come tu mi vuoi, non sono come tu mi vuoi, non sono come tu mi vuoi, non sono come tu mi vuoi

Nel pubblico si discute, Scanzi se lo aspettava? Era pianificato che venisse per farsi insultare? Lo hanno chiamato per questo?

Sinceramente chissene frega, aspettavo di mandare affanculo Scanzi dal vivo da sempre, grazie CCCP.

SPUNTA LA BANDIERA DELLA SARDEGNA. GODO

Il clima si distende con una magnifica e lunga esecuzione di Emilia Paranoica. Lacrimuccia.

È il momento di Fatur, l’artista del popolo, che mette in pausa il suo ruolo di performer/ballerino e zittisce tutti con un commovente monologo su vita, tristezza e poesia. 

Salta la luce.

La luce se ne va, neanche lei ci sopporta! Esclama Ferretti.

Dal pubblico si sente un girdo: FATUR SEI CARMELO BENE PELATO

No vabbè, BLAST.

Aspettando il ritorno della musica Fatur ci intrattiene con inchini e balletti ipnotizzanti, riparte il concerto.

fatur CCCP DDDR

Ci rimango un po’ male perché nella mia canzone preferita Islam Punk, Ferretti modifica la strofa su Gheddafi e dice Chi è grande? Chi è profeta?, aspiro un po’ di Copium e mi convinco che abbia paragonato Dio a Gheddafi. Vabbè.

Si rifà con Radio Kabul che diventa Radio Mosul, concludendo:

“Divenire incombente In Atto Travolgente. Guerra Guerra Guerra. All’erta sto come un russo nel Donbass come un armeno del Nagorno-Karabak”

Beh, basato, unica nota: preferisco la denominazione Artsakh rispetto a Nagorno.

Annarella sale sul palco vestita di rosso con una parrucca alla Telespalla Bob, eseguono una cover in Italiano di Bang Bang che inizialmente mi confonde, per poi gasarmi incredibilmente nel trasformarsi in Spara Jurij che fa partire il secondo pogo della serata, molto più violento del primo.  Senza particolare pietà ripetiamo il pattern e sfruttiamo gli spintoni  per arrivare verso le prime file.

A questo punto la temperatura della sala è circa quattro milioni di grandi celsius, non ho il coraggio di mettermi a petto nudo come il sessantenne pelato di fianco a me. Lo invidio.

Annarella viene eseguita in simbiosi con il pubblico in una versione leggermente incalzante e meno sacrale, apprezzatissima.

Ferretti esclama: “Onoratissimo di cantare con voi”

Il sessantenne pelato rovina la magia girandosi e gridando aoo chi me passa na canna?? Qualcuno gliela passa.

Allarme lampo allarme agitazione
Commovimento d'animo
Spirito di partito
Movimento parziale
Stimolante paralisi
Di un giorno di una sera
Di una notte di una idea
Ma l'alibi non regge
E l'evidenza sfugge

Solo tu, solo tu, solo tu, solo tu
Solo tu, solo tu, solo tu, solo tu

-Allarme, CCCP Fedeli Alla linea

Zamboni flexa il suo tedesco con la cover di  Kebab Traume dei D.A.F., band di Dusseldorf degli anni ’80. Mi torna in mente il Kebab di prima che dopo circa un ora e mezza sembra non aver ancora minimamente inizato a essere digerito.

Dopo la cover salgono tutti sul palco, primo tra tutti Scanzi che si ripiglia una dose di fischi e vaffanculi, applausi per tutti gli altri. Ferretti ci racconta del colpo al cuore che è stato tornare nella sua Berlino, nel cuore della DDR, anzi DDDR (Deutsche Demokratische DISMANTLED Republik ) tutti questi anni e ringrazia nuovamente per tutto, soprattutto per i fischi.

Amandoti, conclude la messa, e la band, visibilmente emozionata dal concerto appena concluso, esce di scena tra gli applausi. Rompiamo le palle per un bis, non ci cagano. Hanno comunque la loro età e altri due concerti da fare.

Mi dirigo, in stato confusionale,ancora metabolizzando l’evento di cui sono stato partecipe, allo shop del merchandising. Pago 30 euro una maglietta troppo piccola (ultima rimasta) e rubo due spillette che costavano 5 euro l’una. Furto per furto.

Mi confronto con il mio amico, Sarà impossibile raccontare questo concerto, un po’ è vero ma noi di Blast ci abbiamo provato lo stesso, quantomeno come ringraziamento ai CCCP, a Berlino e a Carpi.

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