2 anni

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Perché bruciare le memorie e l’aiuto degli altri? Perché siamo più forti del passato sovrapposto al futuro!

Siamo gli alfieri del bello scrivere, alfieri dell’Alfio dello squillo.

Abbiamo iniziata a piluccare quella che era la Biblioteca dell’Intellettuale, non sapete che perle

Alfio non è un tormento anzi, soffre acutamente a causa del mediocre panorama, a dir poco penoso, che si ritrova davanti: scuole consumistiche per bestie deliranti che sperano di imparare ciò che non si può insegnare. La creatività, lo stile.

E condiamo questa succulenta ricetta con qualche giallo, qualche noir, qualcosa di importazione americana; avremo la riduzione finale della lettaratura a fordismo. Cosa vuol dire per la cultura?

Nel continente si è vista una compenetrazione della filosofia con la Letteratura, ma se da arte diviene tecnica, la poetica e la poietica rimagono paradisi perduti, e la Letteratura sul nulla (ni-ente), letteratura per ominicchi.

Ironia della sorte, abbiamo usato le categorie, gli spunti-sputi e il metodo (che non serve a nulla, ricordiamolo) per godere di un’opera partorita da un suo bersaglio polemico: Novecento. Del Barocco-Baricco. 

Ci è piaciuto, l’abbiamo apprezzato, decontestualizzato e riconfezziato.

Come? L’individualità dell’autore, le ciarle sul capolavoro che non ci convincevano e la curiosità del confronto col banale.

Lo Squillaci lo bruciamo, ma con qualche rammarico. Poche pagine, poco fuoco per il nostro turbo-caminetto. Andrebbero frequentati di più questi libri, specifici, distruttivi-decostruttivi, ma ben strutturati e corti.

Ci insegnano sorprendentemente qualcosa, non c’è creazione ex nihilo.

Tradizioni che si incontrano, ripetenti, differenziate. 

Tutte perline, che intrecciate, formano una bella collana. Quella di GOG Pamphlet? Ancora è dubbio. Una sorta di manifesto teorico.

Ottima rassegna, rassegna di consigli e suggestioni.

Se questa maledetta applicazione (perché non siamo su carta, ancora) avesse più fascino e possibilità reali di scrittura ricopieremmo interamente il libro perché si autovaluti. Farla noi, quest’autovalutazione, e sintetizzarla in 2000 caratteri rimane un’idea stantia.

L’how to do it e il know-how li lasciamo ad altri.

Preferiamo il vivo e l’ineffabile, la bottega del maestro, la nipotina dello scrittore, siamo noi con le avanguardie.

Ciò che è scritto è vecchio, si riparta da quello che ancora non c’è!

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