Possono, il personaggio e la vicenda di Luca Mangoni/Supergiovane, rappresentare una via tutta italica (non diciamo italiana perché qui siamo per le Piccole Patrie) alla Morte al Mondo? Se anche tu credi di sì, prosegui nella lettura; se invece pensi di no, fallo lo stesso: facile che quest’articolo ti faccia cambiare idea!
Ebbene sì: l’Italiosfera ha un Supereroe Blast, anche se in pochi se ne sono accorti (finora): è quel matto di Supergiovane, che imperterrito lotta per lo scorno dei matusa (anagrafici e morali)
Supergiovane, cioè giovane ma con l’accrescitivo: perché se non tutti i matusa lo sono (solo) secondo l’anagrafe, così anche il nostro Supereroe è oltre i confini del tempo. Supergiovane al secolo è infatti Luca Mangoni, pregiato architetto la cui principale realizzazione (la Mangoni Tower) si può (e deve) ammirare in Via Longanesi a Milano, che speriamo davvero possa – presto o tardi – divenire meta di un pellegrinaggio Blast! Da moltissimi anni collaboratore del complessino Elio e le Storie Tese, che sappiamo benissimo essere in toto Blast, in quanto amico di vecchia data del leader, i suoi sessantadue anni non inficiano la sua lotta contro i matusa e il Governo!
A narrare le storie dei supereroi sono, di solito, gli albi a fumetti o al massimo le patinate produzioni filmiche hollywoodiane; su Supergiovane è recentemente uscito un libretto che ne ripercorre storia e gesta per la collana Birrete dell’editrice People, che fa capo – tra gli altri – a Pippo Civati, l’esponente più Blast del mondo progressista, pregno della consapevolezza di essere – e, verosimilmente, rimanere ancora a lungo – minoranza ma nonostante tutto della giustezza di proseguire imperterrito sulla sua strada.
E quanti amici Catoblepa, tra noi, Supergiovane troverebbe da salvare, tutti in fin di vita a causa dell’analcolico moro entrato in circolo; lui, certo, giungerebbe in men che non si dica, in sella alla sua Vespa scoppiettante, ma avete mai pensato a un’esegesi un po’ diversa del fatto?
Se l’analcolico moro fosse, infatti, niente altro che un elisir atto ad accelerare la nostra morte al mondo e Supergiovane il sacerdote-demiurgo di questo rito di passaggio al contempo ctonio e celeste?
Il Governo continuerebbe a credere che l’analcolico moro sia una freccia al proprio arco, e noi continuiamo pure a farglielo credere, ché ci conviene! Ma sappiamo anche che solo chi muore al mondo vivrà davvero!
Luca Mangoni niente altro rappresenta che la sublimazione del sacerdozio eterno, a prima vista inconsapevole, in realtà conscio di ogni passaggio obbligato: il suo lavoro di tutti i giorni, infatti, così addentro (anche) le questioni burocratico/politiche è figlio della consapevolezza che ancora non si è compiuto il tempo per la sua manifestazione demiurgica totale, così come il suo intervento durante i live degli EelST – con la sua voce che calata in qualsiasi altro contesto definiremmo sgraziata ma che alla tecnicissima compagine guidata da Elio/Stefano Belisari apporta invece un valore aggiunto – rappresenta la celebrazione di un rito sciamanico nel quale egli viene palesemente invocato, apparendo dunque dimenandosi e poi declamando di vitelli dai piedi dei più svariati materiali, fantasmi formaggino e peperoni, fino a giungere alla sublimazione dell’apparizione di Supergiovane in un tripudio di miccette, Supereroe anche agli occhi di chi ancora non riesce (o non vuole) capire, con copricapo, tutina con slip indossato alla Superman (quel vile!) e iniziali stampate ben in vista sul petto a gettarsi nella mischia per i Catoblepa di turno!
Gli interventi di due dei principali membri degli Elii a favore di Supergiovane (è bene precisarlo, perché di questi tempi feroci bisogna assolutamente esternare il proprio essere a favore o contro!) tra le poche ma densissime pagine di questo libretto, profumano tantissimo di affetto e collaborazione, atteggiandosi essi da novelli Robin di Supergiovane ma senza il sospetto dell’efebia sottesa al rapporto tra Batman e il suo assistente: il supereroe mangione, il supereroe che alle volte sprizza umiltà da ogni poro, alle altre le racconta grossissime ma, di rimando, si trova – volente o nolente – a rapportarsi coi potentati di qualsiasi argomento si stia occupando è segno evidente di una predilezione celeste!
Lui ci salverà perché è quanto di più simile a noi possa esistere, nelle più diverse versioni e sfaccettature!
Mangoni è la prova vivente (anche se lui, in quanto anche Supergiovane, è già oltre la vita) che essere Blast significa eminentemente stare bene in qualunque ambiente senza però mai tradire sé stessi: è proprio per questo che Supergiovane/Luca Mangoni, oltre ai rapporti con la crème della buro-politica italica, da performer – erano gli MTV Awards 1999 a Dublino – si trovò nella stessa sala seduto dietro a Whitney Houston e poté permettersi di non avere la minima idea di chi fosse Britney Spears: ma del resto, un supereroe dotato di avveniristici congegni e veicoli stratosferici non si sarebbe mai potuto permettere un simile scivolone (?), al contrario di chi combatte i matusa e il Governo in sella al vespino e col corollario di petardi, fiale puzzolenti e penne bic!