Comunque vada... sarà un horror!

Comunque vada... sarà un horror!
Premettiamo qui vi parli un vero esperto di cinema horror (poi che horror, ci stanno più generi che blastidi nel deserto del Mojave). Ecco, lasciatevi stupire, dopotutto sarà comunque un horror… Paura eh? Speriamo vada l’algoritmo del sito per i jumpscare…

Parliamoci fuori dai denti. Come dice un antico detto cinese del 1600 A. C. non è che se un film è un horror sia per forza un capolavoro e non è che se un film è un horror sia per forza una cagata pazzesca, ma il secondo epilogo è più frequente. Quindi il film horror, per una ragione di antonomasia, è un film che può far scaturire diverse emozioni e 9 volte su 10 è sicuramente quell’emozione d’aver perso del tempo di fronte allo schermo del televisore o del cinema, peggio quest’ultimo perché si sono sprecati anche dei soldi. Perché dico questo? Perché il film horror è il genere cinematografico con più sottogeneri e che probabilmente, pur non avendo spulciato statistiche, produce più film in tutto il mondo ogni anno; tra questi, spesso evitabili, rappresentanti della cinematografia, ci sono film che a volte hanno sfogato il miglior estro artistico di alcuni cineasti, raggiungendo impensabili vette per quello che è il genere più delicato, strano e allo stesso tempo difficile da girare. Perché?

No, niente lezioncine sulle ripetute filosofate tipo “la paura è la condizione umana da sempre”, “ciò che ci affascina di più è l’ignoto”. Come dicevo è il genere cinematografico con più diramazioni di genere. È peggio di un foglio da compilare sul proprio gender in California. Cercherò qui di riassumerle anche se a voi, sicuro, verrà in mente qualche film che non appartiene a questi o ne combina più di uno. Come le vittime dello Champagne della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, generi di horror: horror demenziale, horror thriller, horror paranormale, fantascientifico, splatter, trash, horror musical, horror erotico e non ultimo la commedia horror, religiosamente da non confondere con la black comedy, di cui abbiamo un esempio in Parasite. Ne dimentico qualcuno? Probabile.

Ora, di questi, quelli che più mi hanno dato soddisfazioni negli anni sono il Thriller e il Paranormale. I più visitati, per la legge dei grandi numeri, partoriscono anche dei capolavori come Il Sesto Senso, Profondo Rosso o Shining, ma per ogni drink che Lloyd ha servito all’Overlook Hotel, vi garantisco essercene una marea che avreste fatto a meno di vedere. Già, perché l’horror è infido. Mi spiego: se mi accingo a vedere un bmovie con Vitali, mi appropinquo alla “delicatissima” visione di un cinepanettone con Boldi e De Sica, so già che non potrò lamentarmi alla fine del “film”. Non come quella volta che gli intenditori occasionali, in massa, chiesero il rimborso del biglietto al cinema, per non aver gradito la spiegazione da Linea Verde, dei Fichi d’India, sul letame di vacca indù, in Natale in India (eh sì, è successo veramente). L’horror si prende sul serio, non ti molla, già dal trailer si propone di farti pentire d’averlo visto, scelto, ma pure di essere nato. Vuole bucarti i preservativi e che ti dai agli Harmony per il resto della vita! Ci prova con tutte le forze, povero! Trame già viste e riviste, saghe da 7 capitoli, volume alzato a canna per cercare di farti avere un infarto un’ottantina d’anni in anticipo. Finale? Tragedia. Ma che ne sa la corazzata Kotiomkin. Epiloghi ridicoli, imbarazzanti e quasi sempre negli ultimi dieci anni: graniticamente trionfanti sul bene. Morire una volta, oddio negli horror anche più di una, che il bene non fallisca, che non ci sia un finale dove tutti i protagonisti, buoni, siano morti ammazzati o maledetti a vita, sembra che abbiano avuto come scuola unica di pensiero Thriller di Michael Jackson. Non ce la fanno a non mettere un paio di occhietti retroilluminati a fine film. Voi penserete che potrei anche farmi i miei, ma date retta a un cretino, se un film di paura finisce bene, solitamente è meglio. Non perché vivo in un mondo rosa fatto di unicorni e fatine Trilly. L’immunità è roba da parlamentari, mica da registi. Con “meglio” intendo che sarete invasi da un voluttuoso senso di sforzo dello sceneggiatore. Ero ironico, ma non troppo. Se non mi credete facciamo un esempio pratico (SPOILER ALERT) L’Esorcista.

Un tipico finale dei giorni nostri sarebbe quello di vedere la bambina che sbrana tutti, poi racconta alla polizia di essersi imbattuta in alcuni ladri, per motivare la presenza di due preti in casa sua dice che la mamma era molto cattolica, stacco, la bambina alla stazione, stacco, prima di salire sul treno si gira verso di noi e ridaje con gli occhi diabolici illuminati come un Samsung appena svegli. Fine. Già vi vedo dirmi “Ah Blastide! Sti cazzi??” non so perché ma vi immagino romani. Ridate retta a un cretino, nessuno oggi lo ricorderebbe, perché in un horror trovare la soluzione che sconfigge il male a volte richiede un tocco geniale. So anch’io che c’è Rosemary’s baby, ma quello è girato talmente bene. Guardate L’Inquilino del terzo piano, sempre di Polanski, ma poi non ditemi che non vi avevo avvisati. Per molti altri dei sottogeneri di cui sopra, lasciate perdere. Non esistono bei film proprio per la loro natura intrinseca. Se non può esistere un musical senza canzoni, come fa un demenziale o erotico ad avere una sceneggiatura da Golden Globe? Nell’horror, poi, da profondo rosso a gola profonda è un attimo. È un caso che il peggior film mai fatto sia un horror, e non sto giudicando, si chiama proprio così: The Worst Movie Ever Made. Uno di quei singoli casi dove ad imbarazzarci non è l’autoreferenzialità dell’autore nel definire così la sua opera, ma l’opera. Ricordate, è la sceneggiatura a rovinare un film, non la trama. Sapevate che Get Out aveva due finali? In quello scartato dal regista, guarda un po’, il protagonista finiva colpevole d’omicidio in galera. Vi chiederete perché ne fanno così tanti? Semplicissimo, un film è a basso budget quando è sotto gli 8 milioni di dollari. Ogni estate almeno un paio di film nel fanno 100 d’incasso a fronte di 5 stanziati per girare. Voi non ci provereste? Esattamente come il ragazzo che spera che la ragazza si avvinghi a lui, al primo zombie che vede. Come ha detto Woody Allen c’è sempre qualcuno a Hollywood che deve farsi una piscina più grossa, ma come ha detto Joseph Leo Mankiewicz Per scrivere la sceneggiatura di un buon film ci vogliono due anni, per girarla due mesi, per effettuare il montaggio due settimane, per dare gli ultimi ritocchi due giorni, per vederla due ore, e per dimenticarla due minuti.”

Comunque vada.. sarà un Horror!

Alcun film horror da vedere:

Profondo Rosso

Rosemary’s Baby

Shining

Man in the Dark (Don’t Breathe)

Martyrs

Get Out

The Others

Il Sesto Senso

In The Mouth of Madness

L’ultima casa a Sinistra

Hush

Psycho

Shutter

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