“Si può dire che Prigozhin fraintende gli interessi del paese e del popolo. Non si può dire lo stesso di te? Non è troppo tardi per sistemare le cose. Ma tu e Prigozhin state guidando insieme il paese verso un conflitto interno. È stato possibile risolvere il problema con una semplice conversazione e discutendo i problemi acuti. Ma non volevi parlare. Non giustifico Prigozhin. Ma stai tranquillo, non giustificherò neanche te.
Quando tutti si rivolgono ai Wagner con chiamate e richieste di smettere, io mi rivolgo a te. Fermati tu. Impara ad ascoltare e ad obbedire la tua gente. Altrimenti, smetterà semplicemente di ascoltarti e obbedirti. Temi l’ira di un uomo paziente. Ma soprattutto, temi l’ira di un popolo paziente.”
-Post inoltrato sul canale Telegram “RSOTM – Mercenary Community”.
Wagner è l’esercito del futuro.
Un esercito professionale, che combatte dalla parte della guerra.
Un esercito fedele, i cui combattenti spesso preferiscono il suicidio alla cattura.
Un esercito aperto a tutti, ma esclusivo a pochi.
Un esercito che attorno a sé stesso ha costruito il mito di una formazione mercenaria, di gente dura e cruda, pronta a fare il lavoro più sporco di tutti senza aspettarsi ringraziamenti o riconoscimenti.
Gente che il suo lavoro lo fa in segreto, bene e puntualmente. Gente che non ha paura di martellare a morte una spia dell’ISIS senza processo se è quello che serve per salvare le vite dei compagni.
Un esercito fatto dai reietti, dagli scarti, da tutto quello che è “di troppo”. Da tutti i ragazzi che, nel grande gioco delle sedie e della musica, non sono riusciti a trovare una sedia da ufficio che gli fosse comoda, una cravatta che non gli fosse stretta. Uomini giovani, i più violenti, i più forti, che si uniscono nell’ultimo Comitatus per fare quello che nessuno vuole fare, proprio perché in guerra non hanno nessuno fra i piedi.
Ai [REDATTO] che dicono ars gratia artis, Wagner dice:
“Mese noioso per i civili
canzone promozionale dei Wagner
Ragazze, soldi, lavoro
Io voglio far scoppiare i carri
Io voglio bombardare il nemico”
I Wagner sono stati dall’inizio l’elemento più futurista della guerra. Il gruppo Wagner è una incognita, una variabile folle nell’altrimenti pacifico e prevedibile sistema democratico-rappresentativo. Wagner opera fuori dai paradigmi della logica e della ormai obsoleta relazione di causa ed effetto. Perfino i Ceceni di Kadyrov, che ridono quando vengono feriti e fanno a turni con gli RPG termobarici, non hanno niente da invidiargli. Con contratti corti, un addestramento brutale e soprattutto la totale indipendenza dall’opinione pubblica in quanto a perdite subite, Wagner fa il suo lavoro a qualsiasi costo.
Wagner non ha paura di fare paura. Se vuoi combattere, vai con loro. Per tutto il resto c’è l’esercito.
A noi non frega niente di parlare di Prigozhin, delle sue ambizioni, della NATO, della guerra, di questo e di quello. Lo sappiamo che la storia del missile è probabilmente finta. Lo sappiamo tutti che sono elementi superficiali. Lo sappiamo che è tutta una farsa, lo sappiamo che a Prigozhin fa gola il posto da presidente. Lo sappiamo che se Prigozhin e Putin vogliono battere la testa, è tutto a favore della NATO.
Ma come si può ignorare la semplice potenza di 25,000 veterani fra i più duri e cattivi, che di punto in bianco piantano (anzi, prendono) baracca e burattini e si dirigono nella direzione opposta rispetto al fronte, con sistemi contraerei, BMP e carri armati con una Z rossa – non più bianca – sopra?
DARKWAGNERDARKZ
DARKWAGNERDARKZ
DARKWAGNERDARKZ
Il dado è tratto. Ormai non si torna indietro, la colonna è a più di metà strada e ha i ceceni di Kadyrov alle calcagna. Quale è il piano? Chissà? Ma poi che ce ne frega? Improvviseremo!
Una corsa folle fino a Mosca, la futurguerra senza senso che aspettiamo da una vita sta arrivando! Oh, quanto deve stargli stretto il tempo, a quegli uomini fuori uniforme che forse sentono già l’odore del fuoco e della cordite, che forse sentono già il canto gutturale degli elicotteri del Ministero della Difesa, che hanno fatto il salto fatale e stanno ora precipitando a velocità terminale e non hanno altra speranza che andare avanti fino alla fine!
Chi se ne frega delle ragioni? Chi se ne frega se moriremo tutti? Corriamo corriamo corriamo e mettiamo sta quinta una buona volta sui vecchi GAZ arrugginiti, mentre mani misteriose decidono il destino del nostro paese la nostra vita e la nostra morte!
“Voi dite che una buona causa santifica persino la guerra? Ed io vi dico: una buona guerra santifica ogni causa.”
C’è anche bisogno che scriva l’autore?
La ribellione dei Wagner è la ribellione del vero contro l’artificioso, la ribellione del combattente contro il poltronaro. Le persone che giocavano a fare l’ISIS mentre combattevano gli ucraini si erano già stufati di questa guerra e ora ne vogliono due. Il combattente parla veramente solo con le mani e capisce veramente solo le mani: le parole gli stanno strette per dire ciò che vuole, ed il combattente vuole essere sempre sincero. La ribellione dei Wagner vuole abolire il linguaggio ed adottare invece la violenza come mezzo di comunicazione.
Preghiamo che questa proposta venga accettata all’unanimità!
Prigozhin è il nuovo Cesare, il DVCE accelereazionario dei nostri tempi. Chi se ne frega se ha torto? L’audacia lo giustifica! E al diavolo chi parla della NATO, delle spie, dell’Ucraina: la rivolta dei Wagner mostra che chi vuole, può, anzi, deve osare, e chi non vuole, è perché non ha mai potuto.
Che Prigozhin diventi il primo DUCE ATOMICO dei nostri tempi!