Enea: un film per famiglie

Enea: un film per famiglie
Lettura boomer
Siamo andati al cinema a vedere Enea...

9 Gennaio. Fa un freddo cane in quel di Milano. Mancano due giorni all’uscita di Enea. L’ultimo film di Pietro Castellitto, forse anche letteralmente. La sala è gremita di giovani (25-35) radical chic  fuorisede che frequentano lo IULM, lo IED o il DAMS. Noi non abbiamo il biglietto ma entriamo lo stesso, come è giusto che sia. Loro lo hanno sicuramente, pagato con i soldi del papi (probabilmente dirigente di qualche partecipata pubblica). Siamo in terza fila, dietro di noi c’è persino Biagio Antonacci. Grazie al cielo questa è un’anteprima, non ci saranno pubblicità prima dell’inizio. Cosa sapevamo di Enea prima di vederlo? Poco. Solo questo:

E ciò nonostante siamo davanti allo schermo. Forse non abbiamo gli adv, ma ci sono infinite case di produzione, distribuzione, etc. Ci colpisce GIOVANE FILM (che poi abbiamo scoperto essere sua). Ggggiovane. Ora ci aspettiamo uno schermo diviso in due, da una parte il film e dall’altra Castellitto che gioca a Subway Surfer, per non per farci deconcentrare durante la visione.

Enea è la storia di un borghese annoiato a cui Dio dà una possibilità di redenzione e si redime.

La trama è contorta come quella di Adrian, con colpi di scena e di pistola. A Roma c’è la droga (e  questo lo sapevamo già da Smetto Quando Voglio), ma nella Roma Bene si sniffa solo cocaina. Due amici: Valentino (Giorgio Quarzo Guarascio, Tutti Fenomeni) ed Enea (Castellitto Jr., Pietro) che si ritrovano ad avere 20 milioni cash e a bruciarli tutti. Ma andiamo con ordine.

Il clan. Letteralmente la famiglia Castellitto. Che figata il clan. Noi ce l’abbiamo nel sangue. La famiglia ha senso solo se la interpretiamo in questo modo. Castellitto dà qui, da ubriaco, la prima chiave per leggere la pellicola. Dai tempi dell’Iperborea siamo sempre gli stessi: la nostra realizzazione personale passa per la collettività, non nasciamo da soli e non viviamo da soli, è grazie ai nostri padri se siamo quello che siamo. E questa verità profonda sulla condizione umana ci viene rivelata da due amici davanti a un fuoco, perché poi l’altro legame che veramente conta è quello dell’amicizia, che poi diventa un focolare. O meglio, più che un focolare, una lampada Feng Shui, perché dopotutto siamo in una lussuosa casa di Roma Nord. L’evoluzione sociale ci ha portato fino a dove siamo oggi, la famiglia borghese, ma alla fine della fiera la logica è sempre la stessa, il nostro caro buon vecchio clan. Con cui dobbiamo fare i conti, da cui bisogna emergere. 

Apprezziamo l’ambientazione romana e totalmente altoborghese: circolo dei canottieri con annessi campi da tennis e pista per piloti di aeroplani. Il buon Valentino ha appena preso il brevetto di volo. Party a Villa Amiani, o direttamente al Sanctuary (non lo so, non frequento Parioli). Per non parlare del lavoro di Enea: lo spacciatore che copre il proprio lavoro con un ristorante di sushi. Sam Sushi. Un cliché, ma con un piccolo particolare: Araki (il cuoco) si scopa i salmoni. Sì, avete capito bene: mette il cazzo in bocca ai pesci. C’è un scena culto che è stata tagliata, di cui qui avete una paio di foto in esclusiva, in cui il giapponese viene interrogato da Enea e da alcuni amici/potenti avvocati. Ovviamente è colpevole.

Ma poi, a muovere le fila di tutto c’è ben altro. Torniamo un attimo sul clan di Enea (trasciniamo la spiegazione mitica: Enea porta il padre sulle spalle e il figlioletto Ascanio, lasciatelo entrare stronzi!, etc.): il padre è uno psicologo/psicoterapeuta, la madre è la Maria De Filippi dei bambini che presenta libri in tv. Il padre forse la tradisce… ma alla fine tra i due c’è vero amore. Questo è ciò che muove tutti. Anche il fratello di Enea: Cesare (che nel film si chiama Brenno, condottiero gallo uguale e opposto a Enea) l’amore lo porta a menare la gente perché osa parlar male dei membri del clan, non lo vediamo mai utilizzare un apparecchio elettronico. Quando lo fa è solo per compiacere il fratello maggiore, e fuma sigarette vere mica le Iqos, la para del cancro.

In poche parole: Brenno legge Blast, è uno zoomer che sta diventando zostile, ha 16 anni e probabilmente ha appena scaricato Telegram, covo di tutta l’accelereazione…

C’è tutto e il contrario di tutto. La vita come è vissuta davvero.

La storia gira anche intorno ad Eva: ragazza bella ed enigmatica, che Enea conosce al circolo e con cui si trova subito. Lei vuole il suo bene, lei lo ama. Davvero. E lui?

Giordano ed Enea

Giordano, è un personaggio guida. L’amore muove tutti, perché solo quando si ama ci si sente vivi, solo quando si ama si è vivi. E sulle note dell’amore è anche il rapporto tra Valentino (Tutti Fenomeni) e il compare Enea, un’amicizia profonda vecchio stile forse… Valentino sembra tagliato apposta per Giorgio. Valentino, già lo sai, un personaggio che si ispira alla poesia di Pascoli:

Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de' tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: in vece
costa il vestito che ti cucì.


Costa; ché mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e cantò più d'un mese
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!,
e le galline cantavano, Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!


Poi, le galline chiocciarono, e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l'uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch'oltre il beccare, il cantare, l'amare,
ci sia qualch'altra felicità.

E in più canta. Canta a grande richiesta Radio Guarascio 3. Lui è il nostro amico di sempre, che aiuta a rendere Enea un film per tutte le stagioni. GQG ha raggiunto il suo sogno:

“C’è chi vuole fare un film e spiegar cos’è la morte”

Ma non solo, si è dispiegata la potenza. La potenza dell’amore. 

Con queste due chiavi avete in tasca il film: amore e famiglia. Lo so, sembra tutto stereotipato, un deja-vu irreale, ma qui è tutto vero. Così vero che ci sono anche le bestemmie. Non censurate, ma ben due bestemmie, così come si sentono per strada. Quelli che sono censurati sono tutti i baci, tranne uno… proprio il Mondo al Contrario.

Esci dalla visione stordito. Ma sai che quel film ti ha lasciato qualcosa, almeno una domanda: se l’aereo entra nella torre dell’Eur ed esplode nel ventiquattresimo piano, come mai non crolla tutto il palazzo? Mmmm…

Questa domanda non abbiamo avuto il coraggio di fargliela. La proiezione termina in un grande applauso: è piaciuto. Ci fanno il giochetto che abbiamo il tempo di andare in pausa sigaretta prima dell’arrivo dei tre protagonisti, in realtà bastano 10 secondi perché Castellitto ha terminato la sua partita leggendaria a Subway Surfer. Imbarazzo, il pubblico sembra essersi dimenticato come si parla. Ma ecco che una ragazza abbruzzese interrompe con una prima domanda: “Ho letto il tuo libro, gli Iperborei…” 

-Ciao Pietro
-Ciao 
-Siamo i ragazzi di Blast!
-Finalmente ci incontriamo…

GRAZIE RENATO ZERO

Scena post credit:

Giorgio (Tutti Fenomeni): Si racconta che un giorno Michelangelo, a Roma, vide l’affresco di Raffaello del profeta Isaia e disse “quel ginocchio vale metà di tutte le opere di Roma”. Quando guardo il naso di Pietro Castellitto, posso dire che vale metà dell’industria cinematografica italiana.

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