Ogni mese si radunano, loro: i Cavalieri della Svastica Dorata. Tre emissari da tre regioni diverse della Neo-Italia, dove scorre solo disperazione e cenere. Ogni mese, tre emissari, per due giorni, vagano per le lande apocalittiche della Briantia, a caccia di nemici e dell’erba sacra, che permette il convivio, l’unione tra gli Yuga, fino a mostrare la verità.
Vestiti di pesanti tute antiradiazioni, mimetiche e ricche di stemmi di antichi dei, vagano da Mugyòh a Monutsua, cavalcando apodi le loro gambe, con bastoni e grida, i loro nemici li temono. Sono anche chiamati da una profezia: quella della Frati Morti Gang.
Come Maryo Gurdanuh che spaccò gli idoli pagani, in nome del Dio Shinto Supremo, rompendo quegli arancioni peccati, con la mazza dell’Ygdrasyll, loro si recano il Giorno dei Frati Morti nella città briantiana, per cercare di evocare le sue gesta con le loro mani.
Il primo tra loro, Yreney il Sacerdote dell’antica Bestia, uomo alto e completamente glabro, grasso e gobbo, amministra e codifica i riti, usando immagini maledette, di primordiale paura.
Malediva sempre, dicono i suoi conviviali del volgo di Mugyòh, quando chiedono loro notizie.
Il secondo tra loro, MacchinaUmana, è un uomo di media statura, interamente fatto di metallo femminile, senza nessuna carne. Solo puro metallo, uso la sua enorme capacità di calcolo per collegarsi con la Verità, e apprendere notizie. Usa Linux e vecchi scafandri anteguerra per costruire bombe e ordigni, di solito dice owo prima di lanciarli.
Il terzo tra loro, Magnus il Barbaro, gira sempre armato di venti pugnali, che usa per trucidare i suoi acerrimi nemici, i Maranzya, prima di berne il sangue e profanare i loro corpi. Perverso e bestiale, usa molto spesso minacciare i suoi amici di stupro, prima di abbracciarli.
È alto tre metri, nonostante dica sempre di esserne la metà, biondo e peloso, prima di caricare il suo avversario mostra le nudità tantriche.
Il quarto andò disperso, una malattia lo colse, prima della ricerca. Si fa chiamare Johannis il Maulatore, un essere iperboreano, barbuto e enorme, fu Yreney ad andare nelle Montagne dove risiede, e insieme praticarono antichi riti perduti, presso una vecchia rovina primordiale, prima di separarsi strinsero un legame di sangue: avrebbero bevuto insieme all’Apocalisse.
La sua memoria sarà eterna, come il Sole che splende e ruota.
Il primo giorno, Monutsua era distrutta dalla tempesta, inagibile, il traffico di profughi scappava da quelle lande. I Maranzya avevano conquistato tutto, e saccheggiato a ritmo dei loro tamburi GaboBlyaza e Rundo.
Alla notizia della Apocalisse, molti dei saccheggiatori si erano nascosti nelle rovine di quella città, erigendo idoli di sterco laddove una volta vi era il marmo. Gli ultimi montsuesi aspettavano il ritorno della Frati Morti Gang, che avrebbe salvato tutti.
Il trio si trovò per aggredire la città, carichi di nettare degli dei ancestrali, alla ricerca dell’ultimo Maranzya che aveva sul suo cadavere la sacra erba. Ma gravi pericoli li aspettavano, contando anche la mancanza di Johannis.
Magnus si inginocchio, fiutò per terra, erano vicini.
Sentiva il sacro nettare, che UomoMacchina aveva già espulso da solo, colpa della maledizione Kopta, il cibo era avvelenato dai Maranzya e dai loro padri, abili macellai di Kabob.
Yreney lo benedì, usando la sua energia, e gli indicò la via per la Demonica Latryna.
Là avrebbe ottenuto la cura.
Con cui riuscirono a penetrare, visibilmente e per Magnus diabolicamente, le protezioni Maranzya, ficcando nelle loro terga, il sacro fuoco.
Approfittando dopo dei loro corpi, giovani e stanchi. Le loro donne, guardavano inorridite, sapendo che erano le prossime.
La prima cinta di mura era superata, mancava la seconda.
Là, dove sorge, il gran Tempio, ora distrutto e reso: il Tempio di Babigangu, il loro demiurgo.
Grazie alla providente Fortunata Stella, riuscirono a farsi indicare la località dei loro nemici.
Pregarono incessantemente la dea Izumi_Konata, disperdendo i demoni della temibile Kogami_Akira, dall’alto della sua superbia e falsa modestia.
Alla fine trovarono l’accesso alle seconde mura.
Davanti al Gran Tempio, Yreney e Magnus si interrogarono sull’assoluta disinibizione di UomoMacchina. Il quale continuava a correre e vomitare, cercando i Maranzya, stimolato dalla voglia di sangue fresco. Tracciando croci sui loro volti.
Alla fine, una donna si presentò.
Izumi_Konata, la dea, era apparsa, dall’alto del suo metro e quarantadue. I tre si inchinarono davanti alla sua faccia da coniglio. Prima di accorgersi dell’esistenza delle altre tre dee, una per ciascuno. Kagami_Hiiragi, la dea dell’abbonanza, Tsukasa_Hiiragi, la dea della bontà, e la dea dell’autismo: Miyuki_Takara
Yreney prese Konata, Magnus le dee sorelle, e UomoMacchina l’autismo.
Carichi pianti, e tristezza per quella gioviale bellezza, carine e divertenti, Konata donò a loro l’erba sacra.
Yreney fumò la sacra erba, indicando la via per la Frati Morti Gang al duo, disabilitando le funzioni motorie.
Il Sacerdote era mezzo morto, inebriato dalle visioni di Konata.
Magnus si inginocchiò in segno di rispetto, ricevendo infine la preziosa novella.
Loro esistono.
Mani spuntarono dalla terra, mani scheletriche.
Yreney mosse il braccio verso le porte del Gran Tempio.
Fu un massacro, i Maranzya vennero sconfitti e venne requisita la loro nera reliquia, un mattoncino di sacra resina.
La Svastica Dorata fumò con gli scheletri, urlando alla Luna il loro supremo giuramento.
Proteggeremo per sempre la Briantia, insieme alla Frati Morti Gang!