Brucino le mimose: giorni di un futuro basato

Brucino le mimose: giorni di un futuro basato
Lettura boomer
Siamo alla fine di questo 8 Marzo. L'ultimo della storia forse...

Il mio nome è ***** *****. Scrivo da un mondo diverso dal vostro. Nel mio mondo, l’8 Marzo da secoli è solo un giorno come gli altri: nel mio mondo, ciò che è avvenuto il 23 Maggio del 2014 a Isla Vista è ricordato sui libri di storia come l’inizio della rivoluzione che ci ha resi alla fine una società più efficiente ed evoluta. Perché nel mio mondo facciamo a meno del sesso, dei compromessi ideologici e di quel 30% di ossitocina in più. Perché nel mio mondo abbiamo meno motivi per essere stressati e una ragione in più per essere liberi. 

Perché nel mio mondo le donne non esistono più. 

Tutto è cominciato quando la disparità sessuale ha raggiunto i suoi livelli-limite scatenando effetti disastrosi per la popolazione maschile mondiale: il sesso e la procreazione erano diventati un privilegio elitario per pochi uomini visto che le esigenze edonistiche femminili si erano fatte via via sempre più incontenibili. Infatti, se eri un uomo o eri un “mangiafiga” oppure eri Steve Carell in “40 anni vergine”. Così, se non avevi almeno tre relazioni extra-coniugali eri da considerare un fallito e se non scopavi per la prima volta entro i 12 anni eri uno sfigato. E in effetti tutto andò bene finché i falliti e gli sfigati rappresentarono una ristretta minoranza della popolazione. 

Poi, mentre la massa dei frustrati aumentava senza alcuna apparente spiegazione, avvenne qualcosa…

Nei meandri del web vennero ri-scoperte teorie la cui paternità era stata fino a quel momento attribuita a degli alienati che cercavano di razionalizzare i processi psico-sociologici di scelta del partner sessuale; teorie additate automaticamente come cospirazioniste e infondate. Ma – e qui sta il punto di non-ritorno – i dati della statistica dimostrarono giorno dopo giorno come l’aver concesso progressivamente diritti – per lo più al singolare – e diverse libertà alle donne aveva pericolosamente invertito l’ordine delle cose: infatti, l’averle poste in ruoli eminenti contribuì alla diffusione sociale della loro morale improntata all’edonismo, alla superficialità e al continuo compromesso come fine ultimo.

Il genere umano, che sino a quel momento s’era moltiplicato senza alcuna misura per via del benessere e delle logiche di consumo, rischiò paradossalmente la condanna all’estinzione.

Gli uomini che condussero questi studi erano una minoranza, ma col tempo divennero via via sempre più e, in particolare, sempre più incazzati. Si buttarono il fucile in spalla e alla fine combatterono contro il nemico. Pensate che la resistenza fu dura? Cazzo!, stiamo parlando di donne: avete mai visto una donna combattere? 4 miliardi di femmine furono sconfitte in un pomeriggio. Ma gli eroi della rivoluzione non le ricacciarono semplicemente in cucina…

In breve tempo, tutte le donne del mondo vennero imprigionate in enormi lager dove ancora oggi lavorano per produrre ciò per cui noi uomini non siamo portati. Da quel giorno, testi come la Bibbia di Johnny Red e My Twisted World di Elliot Rodger vennero – e vengono tuttora – letti nelle scuole e studiati nelle università. Così, a coloro che voi nel vostro mondo chiamate attentatori nel nostro mondo è stata al contrario e giustamente riconosciuta la fama di visionari: essi furono i profeti di un messaggio che all’epoca venne diffuso anche attraverso disumani livelli di violenza

In questo nuovo mondo nel quale nessuno ha una famiglia siamo tutti focalizzati sul lavoro e su noi stessi: le condizioni psicologiche della popolazione mondiale, la produzione e il progresso scientifico hanno da allora subìto un incremento del 300%. La democrazia, cioè quel compromesso governativo basato sulla “felicità del maggior numero”, è stata abbandonata. Viviamo meglio col totalitarismo distribuzionista: al conseguimento di un obiettivo in campo lavorativo, accademico o sociale il cittadino riceve l’accesso a specifici beni o a ricompense. La ricompensa più alta è ovviamente la possibilità di riprodursi con metodi artificiali.

Nel mio mondo le repliche degli spettacoli di Pio e Amedeo vengono trasmessi h24 e sono sottotitolati in 200 lingue diverse: non abbiamo infatti più bisogno di interessarci ai diritti delle minoranze per piacere a una ragazza e la comicità becera e volgare può finalmente adempiere alla sua funzione catartica senza rotture di minchia. Niente più discoteche, niente più malattie sessualmente trasmissibili e niente più conversazioni inutilmente prolisse. Al posto di estetisti e boutique adesso ci sono palestre e barbieri. I vegani e gli animalisti si sono estinti e il numero di incidenti stradali è drasticamente diminuito; lo sport ufficiale della popolazione terrestre è diventato il calcetto.  

Senza la compassione femminile, abbiamo finalmente ciarruficato la morale sociale. Abbiamo risolto il problema della fame nel mondo, con miliardi di cuoche pronte a sfornare cibo per tutti. Certo, abbiamo ancora qualche difficoltà a gestire la sessualità, ma col tempo stiamo facendo passi da gigante…

Il vostro mondo è stato tratto in inganno da una democrazia che ha invertito subdolamente le gerarchie sessuali e che sta per condannarvi alla vostra fine. Stavate meglio quando stavate peggio.

Ma io nel mio mondo posso fare a meno di queste paranoie e di queste umiliazioni. Io sono più libero. Perché io non ho bisogno del sesso, dei baci e delle coccole per vivere.

Perché io piscio e caco sulle vostre mimose.   

Ricordo ancora da bimbo era il temporale

a fare tremare il mio cuore, non le puttane.

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Trotsky, l’amante di Frida Kahlo. Trotsky l’affascinante. Trotsky l’uomo di mondo. Trotsky il critico libertario amante delle belle arti. Trotsky, il compagno giusto versus il sanguinario Stalin. Trotsky apollineo. Trotsky il dem-progressista che si oppone al dispotismo orientale. Trotsky l’internazionalista. Trotsky il cazzo. Trotsky. Trockij. Trotskij. Trotzki. Che non sai mai come scriverlo. Si compri una t-shirt fucsia con incollate le languide facce stilizzate di Trotsky e Frida e si immortali tutto con un selfie in via del Corso a Roma, perché poco ci manca.  
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