I GAY VOGLIONO LA GUERRA MA CHI NON VUOLE ANDARE IN GUERRA È GAY

Overanalisi del Pride Month di Leonardo

I GAY VOGLIONO LA GUERRA MA CHI NON VUOLE ANDARE IN GUERRA È GAY
Lettura boomer
Il mese dell'orgoglio sta finendo. Che cosa abbiamo imparato?

Sta per volgere al termine il mese più amato e odiato dell’anno: il pride month.

Questa volta però c’è una novità: a partecipare al rainbow washing industriale collettivo ci sono anche i produttori di armi italiani!

Abbiamo visto un po’ tutti le nuove versioni arcobaleno dei loghi dei principali nomi dell'industria bellica e abbiamo tutti un po' storto il naso.

Eppure oggi il mondo è questo, l’armata multicolore ha sgominato anche le ultime sacche di resistenza e in fondo all’arcobaleno non c’è una pentola dorata ma un elicottero d’attacco.

Non ha stupito quasi nessuno il grande finanziamento da parte di una delle aziende di armi più importanti d’America, ovvero la Lockheed, in quasi tutti i pride statunitensi.

In molti cortei, il logo della Lockheed apre la manifestazione stessa, la cui scritta a caratteri cubitali giganteggia su sfondi arcobaleno. 

In Italia nell’occhio del ciclone multicolor troviamo soprattutto la "Maersk", grande azienda logistica che si occupa perlopiù di mandare container pieni di armi all’ "unica democrazia del Medio Oriente™" e per questo mese dell’orgoglio ha deciso di arcobalenare per bene il proprio logo, scatenando una serie di reazioni molto calde che hanno portato alla campagna maskoffmaesk e al blocco del porto di Genova.

Tutto sommato, per un’azienda che rifornisce l’esercito che difende i valori occidentali in Medio Oriente, sembra quasi coerente.

Piaccia o non piaccia, i nuovi valori dell’Abendsland sono questi: lo sfruttamento e lo sterminio con lo smalto alle unghie, quindi se tutto sommato i verdi non eguagliano le nostre conquiste in campo di diritti LGBT possiamo anche sterminare tutto un popolo.

Il pride month armato non arriva in un momento casuale, già da tempo soffiano i venti di guerra in Europa: Napoleone Macron ha già messo sul tavolo l’idea di inviare le truppe per aiutare sul campo i nazisti ucraini a difendere i progressi dell’Unione Europea in campo di diritti civili.

A tal proposito non ha fatto scandalo nell’ambiente demo-prog italiano l’irruzione di militari armati durante alcune manifestazioni LGBTQ+, impegnati a rastrellare uomini, donne e ‘plus’ al fronte.

Si, avete letto bene, non ho premuto i tasti a caso sulla tastiera.

La trincea più infuocata d’Europa, dove si scontrano le Weltanschauung sul destino del mondo a fucilate, baionettate e droni Amazon, è in Ucraina.

Proprio in Ucraina per difendere il nostro nuovo mondo, i valori dell’unione europea, del welfare, dei diritti civili e della democrazia, abbiamo tirato fuori dai musei nientemeno che i nazisti, i quali tra una glorificazione di collaborazionisti delle SS e un eccidio di civili inermi difendono insieme al loro presidente amico d’Israele la nostra democrazia liberale e le sue “conquiste”.

Ed è molto curioso che le aziende con i loghi arcobaleno armino proprio quell’esercito che, allo scoppio del conflitto, si è ricordato improvvisamente che le donne trans sono uomini e devono servire in trincea o essere condannati per renitenza alla leva se vengono beccati a sgattaiolare sui treni "FINGENDOSI DONNE" 

"Pensa se qualcuno più a ovest della trincea pensasse di dire qualcosa del genere cosa succederebbe..."

Gay ilblast.it Blast

Per fortuna qualcuno a ovest della trincea che parla così c’è ed è il caso Orban.

L’Ungheria è un paese fassista, sessista, antidemocratico e, quindi,  un pericolo per tutti noi, questo è quanto scrivono le nostre testate. Si parla addirittura di esclusione dell’Ungheria dall’UE e si è eletta una euraparlamentara per farla sfuggire dalle grinfie delle croci frecciate di Budapest.

Insomma l’Ungheria oggi è talmente a destra che sembra una versione ammorbidita… dell’Ucraina!

Ma l’Ucraina va assolutamente accolta nei nostri ranghi perché, a differenza dell'Ungheria, da quelle parte il nazismo è stato istituzionalizzato, oltre che culturalmente e militarmente applicato in funzione antirussa: e questa finalità implica una sacco di armi, un sacco di soldi, e quando il piatto è ricco nessuno sta a preoccuparsi troppo del colore del decoro della torta, che siano zuccherini arcobaleno o nerissime e uncinate scaglie di cioccolato fondente, l’importante è mangiare.

Non solo bisogna aiutare l’Ucraina ma bisogna assolutamente farlo con la guerra. Gli elmetti sono già posati sui crani vuoti, abbiamo tirato fuori dagli armadi del nonno gli stivali di pelle e gli elmi a chiodo e chi parla di pace e trattative è un filoputiniano, una quinta colonna da eliminare e contro cui fare la guerra.

L’ultima faccia della medaglia sono quelli che nella prossima trincea ci vogliono mandare: i boomer. Proprio quei boomer che la guerra la hanno vista solo raccontata da Hollywood e che oggi sostengono l'altro lato dell'industria bellica, quella senza arcobaleni e asterischi che grida a gran voce:

chi non vuole andare in guerra è gay!

ESISTE SOLO LA GUERRA

E alla fine la guerra è arrivata su tutti i fronti, l’alleanza bellica che si è delineata è la più innaturale pensabile, tra i pinkwasher della grande industria e i kummenda boomer seguaci di Vannacci (ancora peggio di quella tra lo Zar Nicola II e la Francia repubblicana). Per scegliere la pace è tardi, ma per la prima volta nella storia puoi addirittura scegliere quale guerra combattere. E la nostra indicazione è sempre la stessa:

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