IL CORAGGIO DI ESSERE ERETICI

IL CORAGGIO DI ESSERE ERETICI
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Acca Larenzia, Roma, 7 Gennaio 2024 Un folto gruppo di persone si riunisce. La gente del quartiere sa perché sono lì stasera.

Serrano i ranghi. Qualcuno, tempo fa, ha perso la vita e loro lo vogliono ricordare. 

Inizia il rituale. Per una manciata di secondi i morti sono tra i ranghi, in mezzo ai vivi, e tutti gridano insieme. 

Dopo trenta secondi il rituale si conclude. I vivi tornano a casa, i morti rimangono sul posto a fare ancora un po’ di baldoria. Forse per la gioia di essersi rivisti ne hanno fatta troppa: il giorno dopo i morti sono su tutti i giornali, hanno disturbato la pubblica quiete.

Questo, o forse perché tra qualche mese ci saranno le Europee, e nell’assoluta mancanza di VERI contenuti politici di qualcosa, qualunque cosa, si deve pur parlare. Purché si porti avanti la farsa, l’historiette giornalistica, la polemichetta della settimana.  

Ormai pure i fessi hanno capito il gioco.  

Eretici Acca Laretia
Acca Laretia

Il gioco di chi non vuole dire chiaro e tondo che fatta da parte la Chiacchiera, in questo Paese, non abbiamo nulla da dire.

In Europa e nel mondo non abbiamo più nulla da dire: ci siamo chiamati fuori tanto tempo fa dal pericoloso gioco della Storia. Insomma, senza lamentarci troppo ce lo siamo fatti andar bene: l’alternativa era essere pronti a inimicarsi questa o quella superpotenza o di tornare a rivendicare una qualche forma di, signora mia, non voglio neanche dirlo! 

*Sovranità*

Un brivido mi corre lungo la schiena dopo aver digitato questa parola.   

In casa non abbiamo più niente da dire: il dibattito pubblico è morto, i suoi termini essenziali sono rimasti sepolti sotto le macerie di una democrazia che è crollata tanto, troppo tempo fa. 

Fate un rapido recap mentale: di che si parla? 

Di nulla, si bisticcia perlopiù. 

L’altroieri si bisticciava tra vaccinati e non vaccinati, ieri tra maschi e femmine, oggi tra *rumore di interferenza* e antifascisti.  

Però è strano, ci avete fatto caso?

Sulla questione Palestinese nessuno ha bisticciato con nessuno. 

Chiacchiera.  

E la cosa che fa ancor più ridere della faccenda è che paradossalmente i *rumore di interferenza*, che hanno sempre rivendicato di essere i campioni della critica alla democrazia, almeno questa volta non c’entrano niente: abbiamo fatto tutto da soli.

E se proprio non accettate che la democrazia di questo Paese sia funzionalmente crollata non potrete negare che essa sia triste, sorda, in catatonia da – almeno due, forse tre, da non escludersi quattro – decenni. C’è un clima di spaesamento surreale che è veramente difficile non vedere.

*rumore di interferenza* in giro o meno, c’è “qualcosa” che non va. 

Chiacchiera.

I Professoronanisti sono l’unica vera potenza rimasta in questo Paese, nella misura in cui sono i padroni dei mezzi di produzione della Chiacchiera. 

Il loro grande merito è stato quello di fabbricare la meravigliosa bugia per la quale la democrazia in questo Paese agonizzi perchè, presso il popolo di pervertiti ammiccanti alla dittatura che altro non siamo, ne  manchi la cultura

Questa bugia altro non è che un efficace freno del sistema: nell’illusione che il gioco così com’è vada bene e occorra semplicemente istruire (ORRORE!) i giocatori ci si può stare decenni. 

Decenni senza effettivamente muovere una virgola in uno scenario sempre uguale a sè stesso. Decenni di dibattiti in cui non si dice nulla che non sia già stato detto cento e più altre volte. 

DECENNI DI TONANTE, INSOPPORTABILE NULLA! 

Decenni di Chiacchiera.

Anche perché quando accade – malauguratamente – che un disgraziato si procuri una “cultura” in questo ambito, quello che va a scoprire è che il gioco democratico di cui si ha un gran parlare è una fregatura, almeno nei termini in cui è proposto al pubblico

È significativo inoltre che si parli di pericoli alla democrazia quando mille persone si radunano a fare il saluto romano, ma non quando sistematicamente i presupposti perché una democrazia funzioni vengono letteralmente fatti a pezzi.

Da forze colossali in grado di muovere capitali, popoli, la Storia; insomma, mica la magra e sempre più magra “pancia” degli Italiani.

Ma via, direte voialtri, il problema del saluto romano è il gesto in sè, che simboleggia un tragico periodo storico che non si vuole ripetere. 

Su questo si dovrebbe essere tutti d’accordo, non è vero? Molto male, non si dovrebbe, ci siete cascati di nuovo.

Il saluto romano è solo uno dei folli gesti che ricorda, da lontano e con supremo orrore del mondo della cultura mainstream, che questa democrazia ha tanti problemi e che qualche eretico, da qualche parte, possiede ancora una formula alternativa.

di persone si riunisce.

La gente del quartiere sa perché sono lì stasera.

Serrano i ranghi. Qualcuno, tempo fa, ha perso

Bella, brutta, metà e metà: non ha davvero nessuna importanza, non si parla di questo. Se in piazza scendesse una folla di eretici di segno opposto c’è da essere sicuri che subirebbero lo stesso trattamento. Magari a rompere i coglioni in quel caso non sarà l’ANLI (Associazione Nazionale Larper d’Italia) per intenderci, ma qualcun’altro si trova.

Chiacchiera. 

Ogni volta che vi infervorate contro il nemico del giorno lo spirito della Chiacchiera si fa più forte. 

COME AGIRE CONTRO LA CHIACCHIERA

Molto semplice: non parteciparvi. Chi ti agita, chi ti vuole chiamare alle armi contro un pericolo non immediatamente visibile, molto spesso, non vuole nient’altro che la tua attenzione. 

Insomma, dice di volerti agitato e agente, mentre in realtà non vuole che agitarti: e tu, per cominciare, datti una calmata.

La calma, in un primo momento, è rivoluzionaria. 

Se ti calmi sei già sovversivo, sei fuori dalla Chiacchiera.

Respira. 

Parafrasando il Buon Carmelo nessuno vuole informarti sui fatti, ma tutti vogliono informare i fatti. Per continuare a produrre e vendere e per mantenerti nel punto esatto in cui ti trovi: quello in cui inter-agisci.

E basta. 

La tua attenzione è una risorsa limitata: difendila. 

Se proprio ne senti il bisogno, usala per cercare informazioni al di fuori della televisione o del telefonetto, ma soprattutto al di fuori della scuola e dell’Università.

Jacques Ellul, sociologo francese, disse che nelle scuole e nelle Università non si fa altro che insegnare "pre-propaganda" o "pre-chiacchiera", come la chiameremo qui. 

L’istruzione mainstream altro non fa che condizionare le menti tramite l’immissione di grandi quantità di informazioni tra loro incoerenti, dispensandole come “fatti” e “cultura”.

Lo stesso fenomeno del *rumore di interferenza* è, paradossalmente, allo stesso tempo il fatto più invocato e quello meno conosciuto davvero. 

Insomma, l’imperativo categorico è sempre lo stesso:

di persone si riunisce.

La gente del quartiere sa perché sono lì stasera.

Serrano i ranghi. Qualcuno, tempo fa, ha perso

Disertare la scuola, disertare la “cultura”. Nessun luogo è immune dalla Chiacchiera delle parti, né il baretto sotto casa né le aule di Scienze Politiche.

Solo che il baretto sotto casa è un posto dove ci vanno persone che il mondo lo popolano davvero. E allora tu, zostile che stai leggendo, riparti da lì.


Un folto gruppo di persone si riunisce.

La gente del quartiere sa perché sono lì stasera.

Serrano i ranghi. Qualcuno, tempo fa, ha perso la vita e loro lo vogliono ricordare. 

Inizia il rituale. Per una manciata di secondi i morti sono tra i ranghi, in mezzo ai vivi, e tutti gridano insieme. 

Dopo trenta secondi il rituale si conclude. I vivi tornano a casa, i morti rimangono sul posto a fare ancora un po’ di baldoria. Forse per la gioia di essersi rivisti ne hanno fatta troppa: il giorno dopo i morti sono su tutti i giornali, hanno disturbato la pubblica quiete.

I morti sui giornali però, non l’ho specificato prima, sono quelli che ci scrivono e quelli che li leggono.

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