Rincorri queste strade morte di febbre. È giorno, è notte, è giorno di nuovo.
Tu sei sempre sveglio. Appari e scompari. Il sole e la luna sono tuoi figli. Non puoi dormire perché una spada della mente te lo impedisce.
Steso nel letto non fai che pensare. Sei testimone di te stesso, il mondo ti avanza. Ti rigiri, ti incanti, mordi la carne del letto nel freddo, gli occhi fissi sugli angoli dei muri che ti scopano la mente.
Ti alzi ed esci. Rientri e riesci. Ti stendi. A mattina accogli il mondo che viene. A sera restituisci la pelle e accetti la vita.
Senti odore di fumo, dei sacchi strappati dai cani che vengono bruciati all'alba.
I marciapiedi una via scassata, una trincea costiera.
Le macchine passano con indiscreta costanza.
Ad un angolo sotto le torri, dove un tempo si apriva una libreria, ti fermi a ricordare: Su uno scontrino hai scritto il suo nome quando è venuta, poi l’hai persa. Hai ricordato il suo nome quando se n’è andata.
Passi, guardi la luna e non te ne curi.
Sei freddo in quest’era, sei l’uomo nuovo.
Non hai paura che l’asfalto si divida e ti inghiotta, vivi già nel fondo di una crepa e vedi il cielo ingiallirsi stretto lassù.
Ciò che ti precede, se qualcosa ti precede, è solo nostalgia.
Ti nasce un cuore nel cuore a pensarci, e ti si spezza.
Seduto per terra accendi uno spino di catnip. Lo hai recuperato ieri notte da un fanatico di armi che spaccia per mantenere un piccolo tempio dedicato a TEOTWAWKI
. La gente porta offerte e lui lo cura.
La nostalgia è un implodere su di sé del tempo che resiste al dramma e ci trattiene, ti dici. Un cuore che esplode nel cuore e spaventa ma lascia tutto intatto. La nostalgia è una rinuncia al terrorismo del caso. Un percorso a ritroso nelle probabilità, pieno di dubbi e indugi.
Ma tu lo sai che non sei capitato, che non sei qui invano.
Continua