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IL SULTANO DI PORDENONE

IL SULTANO DI PORDENONE
Lettura boomer
Buttafuoco a Pordenone per il festival Pordenone Legge, presenta il libro Beato Lui. Siamo andati a vederlo, ma soprattutto a bere vino.

Pordenone, esattamente la provincia salita agli onori delle cronache qualche anno fa per essere stata scenario di una sanguinosa azione di guerra contro delle galline, Pordenone, capitale del punk italiano negli anni ’80, al tempo del Great Complotto, Pordenone, dicevamo, ogni anno a metà settembre, ospita Pordenone legge, un festival punk letterario (come tanti?). 

Scorrendo sul sito internet la pila di eventi a spasso per la città, e qualcuno in provincia (apprezzabile scelta, viva sempre la Provincia), in lande sperdute quali Aviano, Prata, Azzano Decimo, Casarsa della Delizia (nota ai meno per una mega cantina sociale dietro la ferrovia), dai nomi esoticamente friulani come Cordenons e Spilimberc (Spilimbergo), scorrendo sul sito, dicevamo, un solo evento ha attirato la mia attenzione:

Pietrangelo Buttafuoco a Pordenone.

Lo ammetto, il libro che presentava mi interessava mediocremente; poi me lo ha venduto bene e me lo ha pure firmato. 

Contestualizziamo.

A giugno, quando è uscito Beato lui. Panegirico dell’arcitaliano Silvio Berlusconi. edito da Longanesi, volevo acquistarlo; un po’ per chi lo ha scritto, un po’ per il personaggio trattato (molto importante, il personaggio), un po’ per la forma del panegirico: non ne avevo mai letto uno (fino a ieri)

Poi il lavoro nei campi, gli impegni, l’università, quel mattone interminabile che si sta rivelando Il visconte di Bragelonne… insomma, me ne sono dimenticato. 

Ma non mi sono dimenticato di Buttafuoco; sicché, al presentarsi dell’occasione, sono andato a sentire Buttafuoco. Nulla di più, nulla di meno.

Il Buttafuoco d’Oltrepò è un vino nero strutturato, elegante e potente, che parla pavesino. 

Pietrangelo Buttafuoco (sempre d’Oltrepò) parla siciliano e a sentirlo discorrere ha diverse caratteristiche in comune con l’omonimo vino

Il Butafeug è un nome e un programma, il nome se l’è guadagnato grazie alla sua potenza e al grado alcolico; Pordenone, che in quanto a gradi alcolici non ha molto da invidiare (d’altronde sono Veneti anche loro, per quanto irredenti, maledetti Friulani o maledetta Roma), ma è un po’ fredda per il Buttafuoco, che infatti lo fa notare agli astanti, che correggono il tiro. 

Effettivamente, Pietrangelo Buttafuoco gli applausi se li merita tutti, nonostante il moderatore lo presenti come un giornalista, classe che trova alterne fortune nel mio immaginario. Certo, Buttafuoco è un signor Giornalista, ma l’immagine che ho di lui è quella di uno scrittore e di un teatrante in grado di rapire l’attenzione dei presenti; anche perché, cosa ci azzecchi Buttafuoco con Mentana o Giannini ancora non l’ho capito, probabilmente assolutamente nulla. 

Originale la chiave di lettura che B dà di B, attraverso le maschere della commedia.

Come il Buttafuoco che ora si veste da Barbera, ora da Croatina, altre volte ancora da Uva Rara o Ughetta di Canneto, Berlusconi è stato anzitutto un venditore che ha indossato abilmente le maschere della commedia dell’arte (tranne Colombina, quella se la trombava)

Dicendolo, Buttafuoco non declina la cosa in un’accezione negativa, anzi, Berlusconi è l’arcitaliano, l’italiano per eccellenza, che, come le maschere della Commedia dell’Arte, ha descritto olisticamente le diverse essenze di questo strano Paese. D’altronde il Cavaliere mascherato si è dimostrato in grado di parlare a tutti; a tal proposito Buttafuoco ricorda il film di Maresco, in cui Berlusconi è raccontato con gli occhi di un cantante neomelodico siciliano che vuole incontrare Belluscone sperando di diventare famoso (l’ho spiegato coi piedi ma d’altronde il film lo devo ancora vedere)

Oggi cosa resta di Berlusconi? Non possiamo dirlo, il ricordo degli ultras fuori dal Duomo è l’ultima immagine che ci resta di come il più italiano degli italiani abbia compreso il suo popolo. A livello politico, dice Buttafuoco, la destra italiana sembra distante anni luce dal modo di fare politica di Berlusconi. Oggi, aggiungo io, di tutte le maschere vestite da Berlusconi, ci resta Trivellino nei panni di Salvini. 

Buttafuoco e la sua commedia mi hanno ubriacato, 

venerdì non sono stato a Pordenone, 

sono stato in enoteca.

P.S. L’autore non è stato pagato dal consorzio del Buttafuoco DOC.

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