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Messaggio: Dopo un esilio durato anni in un pa= esello arretrato torno alla metropoli, nella civilt=C3=A0. Mi sveglio, fina= lmente sirene delle ambulanze, motori dalla superstrada, beep beep dei cami= on della spazzatura. Rinasco pensando finalmente la noia =C3=A8 finita, tor= no a vivere, a esistere.=C2=A0=0A=0AAccendo una sigaretta, sentendomi meno = in colpa ad inquinare un’aria gi=C3=A0 inquinata. Esco, vedo gente, giro, f= accio, compro, mangio.=0A=0AMa la noia non passa. Esco di nuovo. Guardo, pa= rlo, ascolto. Niente, la gente =C3=A8 lenta e noiosa, anche qui. Sento che = l’esilio continua, che non cambia nulla. La speranza covata negli anni, l’a= ttesa della liberazione dalla monotonia.. forse solo puttanate. Non pu= =C3=B2 essere! Sono nel centro del mondo, mille corsi di quello che vuoi, i= nfinite opportunit=C3=A0. Ci vuole solo tempo per tornare alla giusta veloc= it=C3=A0, sar=C3=B2 arrugginita.=0A=0APassano i mesi e la noia permane, anz= i. La gente =C3=A8 rincoglionita quanto i paesani, ma si sentono pi=C3= =B9 dritti. Invece sono lenti e schiavi e io li vedo come degli amebi. Coma= ndati da tecnologie pi=C3=B9 svelte e intelligenti di loro, pensano di esse= re liberi e moderni.=0A=0AMa sono morti! Morti e putrefatti, vivono grazie = alla luce dei loro dispositivi tecnologici.=0A=0ALuci, insegne, decorazioni= . Viviamo di elettricit=C3=A0, ma non siamo elettricit=C3=A0. Siamo noi, or= mai, l’oggetto che il dispositivo tiene in mano. Certi ancora strimpellano = di amore e pace, si vantano di tenere in mano una chitarra invece che uno s= martphone. Ma nel loro autoerotismo esistenziale muoiono e puzzano pure lor= o.=0A=0AChe palle. Cammino tra i condomini, bar di cinesi, sedi di sindacat= i ammuffiti che appendono striscioni stropicciati. Al civico 57 il solito c= ane alla catena che mi abbaia addosso. Gli animalisti dove sono? Non siamo = nel 2022? Oggi mi fermo e lo guardo. =C3=88 agitato, fuori di s=C3=A9 e mi = fa pena. Eppure, almeno lui =C3=A8 incazzato e c’ha ragione. Tu si che lo h= ai capito, gli dico, tu si che sai di essere incatenato. Fai bene ad abbair= e e ad agitarti, fai bene a non abituarti alla tua prigionia. La tua vita = =C3=A8 meno sprecata di quella di tanti scemi che pensano di viverla pienam= ente e in realt=C3=A0 sono semplici nessuno come me e te. Iniziamo a intend= erci, io e il cane, c’=C3=A8 stima reciproca, ognuno nella propria solitudi= ne. Mi parte nella testa non so perch=C3=A9 la musica di Frank Costello fac= cia d’angelo, con i cinguettii martellanti di quel minuscolo e delicato can= arino. Strana coppia, Frank Costello e l’uccellino. Squallido monolocale pe= r uno, squallida gabbia per l’altro. Forse due vite inutili e disperate, si= curamente poco invidiabili. Ma non lente e noiose. E comunque l’antivita de= l cane, del canarino e di Frank Costello =C3=A8 meglio della vostra.
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