Avevamo appuntamento davanti alla sede dell’emittente, ma abbiamo sbagliato e ci siamo presentati al vecchio indirizzo. Oh ragazzi ma dov’eravate finiti
(con l’accento più milanese di sempre)
Eccoci, Tony! – Camicia, coppola e il sorriso scanzonato dei vent’anni… Proprio un bravo ragazzo, Antonio Mazza. Almeno, così vuole sembrare quando non lo trasmettono, quando non veste i panni di Tony da Milano. Ci prendiamo una birra nei giardinetti di via Festa del Perdono. Non facciamo in tempo a stapparla che inizia a piovere… sarà così per tutta l’intervista: perseguitati da un clima infame e dagli inservienti dell’ateneo.
A microfoni spenti ci percula perché non riconosciamo istantaneamente un paio di versi di Leopardi… Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,/Silenziosa luna?”..
Ecco chi è Antonio, un poeta maledetto, un bohemien dal cuore Gentile, un uomo capace di soffrire, ma, soprattutto, di amare…
BLAST: Tony, chiunque abbia ascoltato almeno una volta la Zanzara ti conosce, presentati lo stesso. Chi sei, che scuole hai fatto, che fai ora? Parlaci di te e del tuo nuovo podcast…
TONY: Ziopera…
BLAST: Dai questa domanda è semplice: dicci di più di Antonio, non di Tony!
TONY: Pardon, è una situazione abbastanza inedita per me… Sono nato a Milano, in zona Calvairate, il 05/03/1999. Qui ho le mie radici, come direbbe Silvio… Da parte di padre: mia nonna è veneta, viene da una campagna poverissima; mio nonno è napoletano: si chiamava Antonio come me… Ho un nome che non si trova molto da queste parti: sono Antonio, figlio di Alberto, figlio di Antonio, figlio di Alberto, figlio di Antonio… Questo finché le radici non si perdono… Napoli… Vabbè.
A scuola facevo schifo: tra medie e superiori mi hanno sospeso 12 volte, mi hanno pure bocciato in quinta superiore per la condotta… Ho avuto comunque modo di divertirmi molto: la scuola mi manca non poco, ma la vita va avanti, diciamo così dai: i lutti vanno elaborati. Però ne sono uscito: ora mi sto per laureare… Anche con una buona media, pur non essendomene mai fregato più di tanto. Anzi, gli esami per cui ho studiato meglio sono andati peggio… Ma dai capita a tutti…
Dopo la prima domanda comincia a diluviare…
BLAST: Ma se ci mettiamo sotto i portici, intanto che l’uni è ancora aperta?
Tony acconsente. Intanto passano 5 minuti.
TONY: Come diceva Enzo Tortora… Dove eravamo rimasti
? Lo conoscete, vero? Dico, Enzo Tortora?
BLAST: Certo certo, come no.
TONY: Mi ispiro molto a lui…
BLAST: Raccontaci
TONY: Diciamo che ho i miei piccoli guai giudiziari e quindi mi viene facile solidarizzare con chi ne ha avuti… Poi Enzo Tortora era proprio un innocente: non aveva fatto veramente un cazzo… Sapete la storia, non sto a spiegarvela… si è fatto 4 anni di galera… Infatti, sta cosa l’ha ucciso una volta uscito… l’anno dopo è morto…
Dicevamo, mi sto per laureare *si tocca le palle* in Storia: tesi sulla gentrificazione… Mi tocca da vicino. Mi piacerebbe restare a Calvairate, dove sono nato e cresciuto ma non so se ce la farò: gli affitti sono altissimi e probabilmente mi dovrò trasferire…
Parlando del programma che conduco, è bene dire che in realtà non è un podcast: è una radio vera e propria. Poi ovviamente da lì traiamo un podcast, come fanno tutte le radio d’altronde. Di solito si parla di attualità: ad esempio, oggi abbiamo fatto una puntata sulla questione israelo-palestinese. Abbiamo invitato un ragazzo di Contropiano, una rivista comunista, per avere un altro punto di vista su questo conflitto…
Io sono comunista: a qualcuno potrà dare fastidio un ospite come questo. A me no… Tutti i giornali sono schierati dalla parte di Israele, Contropiano invece è filopalestinese, per semplificare le sue posizioni al massimo. Vogliamo dare spazio a delle voci contro
, non allineate.
Siamo comunque abbastanza versatili nei toni: nel primo segmento della puntata si introduce e facciamo i cazzoni, poi segue una canzone, poi magari un ospite: lì tocca essere più seri. Sul finale si torna al faceto… Quella per la radio è una passione che ho non dico da sempre, ma sicuramente da un bel po’ di tempo. Ciò mi ha portato anche a chiamare la Zanzara…
BLAST: Ecco, hai anticipato la domanda… Perché hai chiamato la Zanzara, quando è successo e soprattutto come è andata la prima volta?
TONY: Eh è una storia lunga… Conoscevo il programma da tempo perché è molto famoso ovviamente…
Mi trovavo a Rapallo con la mia ex…eh… vabbè adesso mi vengono le lacrime a parlare alla mia ex…eh… non ci sentiamo da una cifra, cavolo. Mi ha bloccato ovunque, non si sa come mai…
Però questo non mettetelo, eh (certo Tony, figurati)
Forse è l’unica donna che abbia mai amato in vita mia, probabilmente, amato davvero, s’intende… Sapete che cosa vuol dire amare, che la differenza tra ti voglio bene e ti amo non esiste, eccetera… Vabbè… Meglio chiudere questa divagazione amorosa…
Eravamo lì a Rapallo… Il periodo era quello delle zone rosse: lei si è ammalata, ha avuto dei problemi ai reni, tipo calcoli. Ho dovuto accompagnarla al Pronto Soccorso a Lavagna, lì vicino, dov’è stata ricoverata quattro giorni. Non si poteva fare molto per ammazzare il tempo: ok fare le passeggiate, ma i bar erano chiusi, non c’era molta gente in giro, quindi il mio momento clou della giornata era aspettare la Zanzara… Mi appassiono in poco al programma: mi recupero i podcast, ascolto tutto. Tornati a Milano mi dico no vabbè, devo chiamare
… Inizio subito: sulle prime ero più impacciato, poi a mano a mano, a partire dal settembre 2021, comincio a chiamare sempre più spesso… La svolta è arrivata quando sono partito per l’Erasmus, tra gennaio e giugno 2022: in quei sei mesi, a Bruxelles (destinazione per la quale mi prendono ancora per il culo: eh il comunista che va a Bruxelles) non avevo un cazzo da fare. La giornata tipo era: sveglia a mezzogiorno… Che festa c’è oggi? Ok, alle 22 inizia la festa…:
ok la spesa, ma il resto era un gran cazzeggio.
Così ho iniziato ad essere un personaggio: per vincere la noia dell’Erasmus. A lezione spiegavano cose che in Italia si fanno in terza superiore. E io non ho fatto il Manzoni, ho fatto un liceo normalissimo. Pure la lingua, il francese, lo parlavo già bene…
BLAST: Le prime volte ti facevano attendere tanto in linea quelli del centralino?
TONY: No dai, non tanto, come qualsiasi radio penso.
BLAST: Ma ora hai una linea prioritaria?
TONY: Ho i numeri dei registi… Li sento prima di andare in onda spesso. Se hanno posto vado il giorno stesso, altrimenti aspetto.
Ultimamente chiamo meno… Cruciani ha detto una cosa giusta: i personaggi hanno una durata.
Non posso fare Tony da Milano per sempre. Poi ora ho anche la mia trasmissione, mi concentro su quello. Anche se è molto diverso fare radio o intervenire…Non per fare l’esperto di radio, eh, non ritengo di esserlo, parlo solo della mia esperienza di conduttore e interventista.
BLAST: abbiamo parlato di Radio, rimaniamo sul tema… I tuoi cori ti precedono. Com’è nata questa cosa?
TONY: eh cazzo, è difficile risponderti… BOHHH… Non ricordo esattamente. Ero in Erasmus… Io spesso scrivo le mie cazzate per i fatti miei: non dico che scrivo poesie perché oggi è facile fare i fighetti: io scrivo le mie poesie gnegne
. Vaffanculo, io scrivo le mie robe senza disturbare nessuno. Mi sono solo detto proviamo a scrivere un corellino
.
Nel frattempo i bidelli ci sfrattano. Siamo costretti a migrare ancora…
TONY: Comunque ho sempre avuto la passione per la musica. Ho una cultura musicale che non definirei per forza buona, ma mi rendo conto che ascoltare musica, tanta musica, è una delle attività che occupano più spazio nella mia giornata.
BLAST: E quali sono gli artisti che ti piacciono di più? Almeno la tua canzone del momento!
TONY: Mi piacciono i Club Dogo, Eric Clapton e, adesso mi prenderete per il culo, mi piace anche Ligabue… Poi, la mia ex mi ha fatto scoprire gli Zen Circus… Ascolto anche loro, mi piacciono, nonostante non siano tra i miei preferiti. De André, Guccini… DJ Shocca… Raga per me DJ Shocca è il DJ migliore del mondo. Quando avevo 15 anni ero matto di Manu Chao e ogni tanto anche se è da ragazzini me lo riascolto.
BLAST: Quindi è da questa passione per la musica che nascono i cori?
TONY: Sì, abbastanza. Per scrivere un coro posso metterci anche un minuto: A mano a mano è nata così, di getto. Di solito li scrivo a mano, ma anche al telefono se sono in giro… Altri come ci son sei milionari li ho scritti in più tempo: non sempre è facile trovare gli incastri giusti. Cori come Che confusione li ho scritti con un membro del Comitato.
BLAST: Spiegaci che cos’è il Comitato Anarco-Stalinista. Esiste davvero? Ma soprattutto, dicci perché qualcuno dovrebbe frequentarlo!
TONY: Allora, il Comitato Anarco-Stalinista… esiste e non esiste, un po’ come Spectre di 007:
Sono i miei fratelli: le uniche persone per le quali morirei, probabilmente. Anche se spero non capiti mai l’occasione di dover dare la vita per uno dei miei amici ubriaconi… Ecco, il Comitato è un gruppo di amici molto stretto, che raccoglie persone di quella parte politica (chi più, chi meno)…
Un nostro amico, il Segretario del Comitato, vide su FB questa pagina satirica francese: Le Comité Anarcho-Stalinien. Inutile dire che abbiamo subito deciso di adottarne il nome. Da lì è nato tutto… Sono passati anni, era il 2017…
BLAST: Ma concretamente, che fate?
TONY: La nostra attività principale è bere.
Non facciamo vera attività politica. Io la faccio in maniera autonoma e scollegata sia dal personaggio di Tony da Milano che dal Comitato: quest’ultimo, se vogliamo, rappresenta più che altro il mio dark side of the moon
. Poi, c’è la mia parte meno irriverente. Non ho mai sopportato chi si prende troppo sul serio. E il mio ambiente è pieno di queste persone, un po’ troppo seriose e moraliste: non per forza nella mia organizzazione, chiariamoci, ma nell’ambiente della sinistra extraparlamentare, in generale, di sicuro…
BLAST: A proposito di serietà, c’è chi ha detto: Oggi il gusto è per l’essenziale, abbiamo bisogno di una cultura meno dotta, più pratica ed appetibile all’intricato mondo odierno
. Cosa ne pensi?
TONY: Abbiamo bisogno dell’essenziale...
Mh, sì, a volte bisognerebbe tagliare molto. Con una cesoia. I discorsi troppo lunghi a volte non funzionano. Ma in un mondo complesso come il nostro, tagliare troppo diventa deleterio: non si può capire il mondo nei 260 (o quel che l’è) caratteri di Twitter… Giusto arrivare al succo, eh: bisogna però ragionare sulla complessità del nostro mondo, che non è più semplice come una volta. Non è un mondo diviso in due blocchi, in cui l’Occidente è padre e padrone… Adesso parlo del mondo, dei massimi sistemi e in generale, però bisogna davvero rendersi conto della portata di questi cambiamenti: ci sono tante cose nuove, nuovi attori in campo. Anche solo la complessità della transizione verso la tecnologizzazione di tutto (senti, va’, che termini eh), verso il digitale e la sempre maggiore pervasività della tecnologia: c’è bisogno di decostruire questa complessità e spesso per queste cose 5 minuti non bastano.
BLAST: Parlando di tecnologia, da che esistiamo come rivista ci siamo sempre interessati del suo aspetto più divertente: IL MEME. Qual è secondo te l’influenza dei meme sulla cultura, sulla politica del nostro Paese? Nella tua esperienza hai visto un nesso tra meme, la Zanzara e te? Alla fine anche il personaggio che ti sei costruito alla Zanzara è un meme…
TONY: Eh sì… Un meme vivente…
Mah, più che i meme che influenzano la politica, è la politica che influenza i meme: molti meme nascono da uscite, scivoloni, di politici vari. Salvini in primis… Vabbè Salvini ormai è un meme che cammina: ogni roba che dice gli fa perdere 2 punti nei sondaggi… È proprio un babbo. Ha avuto i suoi 2-3 anni d’oro, ma poi la sua golden age è finita… Tornando a noi: a volte i meme girano e i politici fanno come Montgomery Burns. Siamo vicino ai ggggggggiovani
(con 8 g)… Sono uscite che lasciano il tempo che trovano. Vabbè non è che io sia un esperto di meme…
BLAST: Però tra i giovani i tuoi cori, il tuo personaggio, in realtà sono entrati in una certa misura nel dibattito pubblico, almeno in termini di immagine ed estetica. Sei un po’ il meme di rappresentanza di una buona fetta del political compass. Ti rendi conto di questa cosa? Come ti rapporti a ciò?
TONY: In realtà non ne sono troppo conscio, perché, essenzialmente, non ho TikTok. Però mi hanno detto che lì vado molto forte: il mio personaggio ovviamente. Ci tengo a separare le due cose: un conto è il mio personaggio, un conto sono io. Io sono una persona piena di complessi, che non riesce a tenere una relazione perché manda sempre tutto a puttane… Però vabbè ne sono consapevole…(ziopera, Tony…)
Comunque, capisco che, dato anche il fatto che sono giovane come il pubblico che mi ascolta, il mio personaggio sia in grado di parlare di cose complicate con il linguaggio della nostra generazione: forse è per questo che funziona il mio personaggio, o ha funzionato (e chissà se funzionerà ancora…)
A questo punto dell’intervista siamo interrotti da una telefonata. È il cellulare di Tony. Amazon lo sta chiamando: Tony vuole smettere di fare il rider e iniziare a lavorare lì. La vita sa essere veramente beffarda. Al servizio del Male eh, Tony? - Bisogna pur mangiare…
Il lavoro è vicino casa sua, non può farsi sfuggire l’occasione. Deve per forza fissare un colloquio. Si scusa se ci fa attendere. Nel frattempo si passa fra le dita un’altra sigaretta. La accende. Probabilmente non vedremo più la bici di Tony scivolare lungo gli infiniti viali milanesi. Siamo un po’ tristi. Mezz’ora dopo riaccendiamo il nastro del registratore.
BLAST: Restiamo alla Zanzara, anche se tu continui a parlarci come se fossi quasi al tramonto…
TONY: Intendi dire che Tony da Milano alla Zanzara sia quasi al tramonto?
BLAST: Eh sì
TONY: Ma in realtà no: non sento il mio personaggio al tramonto. Semplicemente calcolo di più quando chiamare o no… Ad esempio sul conflitto israelo-palestinese all’inizio non volevo chiamare perché temevo delle querele: solo dopo che ho sentito certe cose mi sono sentito costretto. Mi sembra che si stia soltanto giustificando un orrore che non si può giustificare. Mi son detto va a dà via il culo, devo chiamare….
BLAST: Allora viene facile chiederti: dopo il tuo successo alla Zanzara scopi di più?
TONY: 15 volte quello che scopavo prima. Non ho mai fatto tanto sesso come quest’anno. Forse se sommi tutti gli anni precedenti sì. Ma in media non c’è dubbio.
BLAST: Cruciani e Parenzo: li hai mai incontrati fisicamente? Hai qualche rapporto personale con loro?
TONY: Di sfuggita a Trento, alla ZanzaraLive. Basta. Parenzo è rimasto nel gabbiotto, dove c’erano i microfoni. Cruciani è uscito e mi ha detto: Che cosa fai qui?.
Ci siamo fatti una foto e basta. Questo è il nostro rapporto fuori dalla radio… Non esiste.
BLAST: Ma almeno per intervenire qualche volta ti chiamano?
TONY: Ogni tanto mi chiamano… Di solito per rispondere a qualcuno che ha chiamato per insultarmi. Mi chiamano in diretta dicendo: oh Tony guarda che t’ha insultato
. Io rispondo e lo mando a fanculo. Come Luca da Sondrio…
BLAST: Tua sorella, che è entrata molto accidentalmente nel programma, come vive questa notorietà improvvisa?
TONY: Mah, lei mi fa è pieno di malati che mi chiedono le foto dei piedi e io li blocco. Non me ne frega un cazzo di queste cose.
Io e mia sorella siamo molto diversi. In realtà sono un po’ diverso rispetto a tutti i miei famigliari. Un po’ la pecora nera, anzi, rossa, della famiglia. Non che gli altri siano di destra però… Ho rotto tanto il cazzo ai miei genitori, me ne rendo conto: tra denunce, cattivi rendimenti scolastici… Un capitolo che lascerei perdere…L’altra sera ho distrutto la macchina perché l’ho presa da ubriaco. Menomale non mi sono fatto nulla. Un’altra volta ho preso 700 euro di multa + sospensione della patente. Andavo a 180km/h sulla Milano-Meda… Ho fatto un po’ di casini… Ma a mio padre glieli ridò i soldi, piano piano… Non navighiamo nell’oro. I miei sono pure separati…
BLAST: Conosciamo i tuoi trascorsi con Vittorio da Roma. Potremmo definirlo come il personaggio antagonista di Tony da Milano?
TONY: Eh sì, penso di sì.
BLAST: lasciaci un pensiero per Vittorio da Roma. Sentiti libero, non ti censureremo.