Semplicemente affacciarsi dalle finestre di Palazzo Bonaparte basterebbe per generare sintomi della sindrome di Stendhal. Ad angolo tra Via del Corso e Piazza Venezia, infatti, la magnificenza dell’altare della Patria si fa protagonista dello scorcio di cui possiamo vedere attraverso le vetrate.
Ma il biglietto che ho comprato non è per questa incredibile vista. Non solo, perlomeno.
Entrato a palazzo, riscopro le emozioni che le opere di J A G O
mi regalano ogni volta che le vedo.
È passato poco tempo dall’ultima volta che sono passato alla chiesa degli artisti per vedere per l’ennesima volta “La Pietà”. Di quest’opera ero stato anche all’inaugurazione, in quella stessa chiesa, che si affaccia su piazza del Popolo. In quel giorno in cui per la prima volta incontravo J A G O
di persona e che avevo la possibilità di vedere una sua opera dal vivo, ebbi una sensazione unica.
Vivevo quegli attimi con la coscienza di stare faccia a faccia con un uomo che stava cambiando il mondo.
Una sensazione che non va confusa con l’emozione che scaturisce dall’incontro con una persona famosa, o con qualcuno di già affermato, che magari il mondo lo ha già cambiato. Mi sentivo che in qualche modo potevo influenzare quel cambiamento attraverso la sua persona.
Ma proprio come il pokémon XATU, di cui il Pokédex recita:
“XATU è noto per la sua immobilità mentre guarda il sole stando in piedi tutto il giorno. Alcuni lo considerano un POKéMON mistico, convinti che XATU possegga il potere di prevedere il futuro"
rimasi immobile.
Dopo aver salito una serie di gradini si apre davanti a me l’esposizione. Sono esposte molte delle opere che l’artista ha realizzato nella sua carriera.
Di alcune di queste, colpisce la contrapposizione che lega i soggetti di opere classiche alle sculture dell’artista di Frosinone: come nel caso della “Venere
” che da Jacopo è stata immortalata non nella sua perfezione giovanile, ma con tutti i difetti che degli anni sono testimoni.
Il criptocristianesimo pervade, come tanti artisti di cui vi parliamo, anche il nostro JAGO che nella scultura “Habemus hominem
”, un pezzo d’arte che ha mutato forma nella storia, ma nel quale il nuovo non ha soppiantato ciò che c’era.
Infatti l’arte di JAGO si muove si nelle mostre ma anche sui social network, dove la prima versione dell’opera viene sempre mostrata essendo essa stessa ancora parte di quel pezzo di marmo magistralmente plasmato.
“Excalibur
”, colei che taglia l’acciaio, la più celebre delle spade di Re Artù con Jacopo prende tutt’altro aspetto. Figlio di tempi moderni l’artista immagina guerrieri con in braccio un fucile, e non uno qualunque: un altrettanto celebre AK47
.
Che all’arte ognuno dia la propria interpretazione.
Noi di BLAST
scegliamo di imbracciare le armi, metaforicamente parlando, e di combattere la nostra guerra. OGNI GIORNO.
Come direbbe Marra fino a qui tutto bene, ma c’è un’opera che veramente fa scacco matto a tutti gli scultori, una scultura con la quale Jacopo prende sottobraccio Pietro Manzoni e Marcel Duchamp e porta a spasso tutta la storia dell’arte: “Containers
”
Tiè un sasso spaccato, l’arte sta tutta là dentro. Va’ e cercala.
Scultura impressionante: no!
Alla fin fine ha baitato tutti: chapeau!
Le opere di Jacopo
raccolgono online e dal vivo molti apprezzamenti, in passato ha ricevuto anche offerte milionarie per le sue opere. La sopracitata scultura “Habemus hominem
” nel 2019 è stata venduta per un valore di 180.000 £ (circa 205.000€).
Per concludere
Ma dal profondo del mio animo sensibile vidico:
“Signori, andate e godete di JAGO.”
jago tirame un sercio in faccia, che divento ricco pls xoxo