La grande rivoluzione scolastica di Susanna Tamaro

La grande rivoluzione scolastica di Susanna Tamaro
Lettura boomer
Finalmente dal Salone Internazionale del libro di Torino si è alzata un po’ di polvere che non abbia a che fare con i casi politici ma con l’oggetto dell’evento: il libro.

Come un fulmine in un ciel già nero – che Dio ci fulmini! – la scrittrice Susanna Tamaro ha rilasciato una dichiarazione che in un modo o nell’altro le ha garantito un certo spazio sulla grande stampa nostrana: basta leggere Verga, la letteratura italiana insegnata a scuola è una merda.

Siamo d’accordissimo con la Susanna Tamaro, anzi, chi più di noi potrebbe essere d’accordo con la Tamaro:

come si fa a fare appassionare i ragazzi alla lettura con Verga? Ai ragazzi bisogna far leggere cose che fanno loro eco dentro. Cose moderne, contemporanee ma che sono adatte per i ragazzi’ (del resto Verga è un noto esponente dello stilnovo, non uno scrittore moderno)

Ottimo. Con chi andrebbe sostituito il Verga di turno? ‘Con i testi di Susanna Tamaro’ ha aggiunto ironicamente la nostra eroina.

Che scherzi o no non ci interessa un fico secco, troviamo la proposta magnifica.

Sottoscriviamo tutto, pure le virgole: al posto del ciclo dei vinti che si studi Va’ dove ti porta il cuore, gelatinoso best-seller italiano degli anni Novanta. La questione sollevata dalla Tamaro è tutt’altro che banale: la letteratura così come insegnata a scuola non stimolerebbe mai un alunno dotato di un minimo buonsenso alla lettura.

I programmi scolastici così come concepiti inducono il giovane a odiare la letteratura poiché lo scopo prefissato è di terminarli in breve tempo -nel senso di annichilirli in breve tempo. Il vastissimo materiale letterario viene compresso in un file zippato da ingurgitare sottoforma di pillole.

Non c’è tempo per la passione.

La letteratura si presenta come una sorta di biologia umanistica: a un autore corrispondono una serie di opere e temi elencabili in cinque o sei punti così come alle proteine corrispondono una serie di qualità elencabili e numerabili. Non c’è nulla da scoprire, è tutto già scritto, ingoiate le pillole. L’alone di mistero che circonda la letteratura si dissolve in un’aula scolastica. 

Chi sta scrivendo sa bene di cosa si parla avendo conseguito la maturità in un liceo classico, proseguito con gli studi in ambito umanistico e, per non farsi mancare nulla, conseguito il tirocinio da insegnante compreso nel percorso formativo. Sempre chi sta scrivendo durante gli anni del liceo non ha mai avuto stimolo ad aprire un solo libro di un solo autore presente nel programma scolastico e l’incontro con la lettura dei classici insegnati a scuola, guarda caso, è avvenuto solo dopo la maturità.

Un’unica eccezione: un giorno la professoressa d’italiano ci avrebbe dovuto spiegare -secondo programma- l’avanguardia futurista, ma ci confidò fin dall’inizio che avrebbe preferito non farlo.

Raccontò alla classe che i futuristi erano personaggi poco raccomandabili che elogiavano la guerra e incitavano i lettori a distruggere musei e biblioteche; inoltre la corrente futurista durò una manciata di anni, motivo per cui non potevamo perdere tempo prezioso ad analizzare il futurismo rimanendo indietro con il programma, trascurando gli ‘autori importanti’. Avremmo dedicato solo trenta minuti della lezione all’argomento per poi passare immediatamente a qualcosa di meglio, scelta che suscitò nei peggiori soggetti della classe un’appassionata curiosità verso Marinetti e i suoi.

Curiosità, mistero, voglia di capire: perché mai quegli artisti decantavano la distruzione dei luoghi che ospitavano le loro opere? Vogliamo sapere. 

Gli alunni, specie nell’epoca social, si chiedono quale sia l’utilità nello spendere ore preziose della loro vita a imparare le terzine della Divina Commedia quando il loro tiktoker preferito, che stanno guardando sottobanco, guadagna migliaia di euro a settimana grazie a una serie di video di dieci secondi:

Prof ma perché studiamo questa monnezza letteraria, a cosa ci serve? La peggior risposta che si possa dare è in soldoni la seguente: bisogna leggere per una questione di cultura, la cultura è importante. Orgasmo rovinato. Una questione di cultura. Si dica ai ragazzi la verità: Non serve a nulla studiare la letteratura. Le persone sono diventate miliardarie senza aver mai letto un libro, senza aver mai sentito parlare di Verga. Leggere non serve a nulla. Come vedere un film non serve a nulla. Cari alunni non leggete. I libri sono cose pericolose, i libri hanno la capacità di farti sprofondare nell’abisso. Dai libri sono nate rivoluzioni, dittature, guerre fratricide, stupri, assassini, crisi esistenziali, tragici suicidi. Il libro è un viaggio, anzi, un pellegrinaggio: sai cosa lasci quando inizi a leggere ma non ciò che trovi quando hai finito. I libri possono cambiarti per sempre in un processo irreversibile. I libri non servono, questo è il loro mistero, questa è la loro bellezza: il verso e la prosa hanno un potenziale catastrofico nel loro essere inutili. 

Ci vuole un po’ di coraggio, un po’ di franchezza, i giovani apprezzeranno.

Per questo motivo accogliamo con entusiasmo la possibilità di sostituire la ‘grande letteratura’ con la melassa scritta da Susanna Tamaro. Otterremo finalmente un grande risultato: gli alunni odieranno Susanna Tamaro. Nessuno leggerà più Susanna Tamaro e a Va’ dove ti porta il cuore i ragazzi preferiranno leggere Va’ dove ti porta il clito, porno-parodia del romanzo scritta dal genio di Daniele Luttazzi e che gli costò un processo.

I programmi termineranno -annichiliranno- Susanna Tamaro e i suoi scritti.

Gli studenti si chiederanno finalmente ‘ma perché perdiamo tempo con Susanna Tamaro invece di studiare digital marketing?’. Una vittoria. Anzi, rilanciamo: basta con il vate d’Annunzio, che si legga Alessandro Baricco, più leggero (perché vuoto), più evanescente, più conciliante con il mondo.

Basta con Ungaretti, che si legga Alessandro D’Avenia. Basta con Foscolo, che si legga Gio Evan. Basta con Grazia Deledda, che si legga Elena Ferrante. Basta con Moravia, che si legga quello e così ad infinitum. I ragazzi non li leggeranno.

Il grande Mausoleo della letteratura italiana contemporanea, come lo ha definito Davide Brullo nel suo libro cult Stroncature-il peggio della letteratura italiana (o quasi), verrebbe interamente messo in programma, compresso in un file zippato e, finalmente, una volta per tutte, terminato.

Che questa grande rivoluzione abbia inizio. Domani.

In libreria…

-Ehi bro! Guarda questo libro, sembra figo!

-Di che parla? Leggi dietro!

-Dunque…E’ dall’Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di travolgente violenza incendiaria…perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori…Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, ancora una volta, la nostra sfida alle stelle. 

-Madonna ma che cos’è? Ma perché a scuola non leggiamo questa roba? 

Susanna Tamaro

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