La prosa è una mega troia che si concede a tutti indistintamente.
E non una troia del genere sì beh i tempi cambiano quindi cambiano anche le idee perché del resto IPOCRISIA, DOLCE MIELE (che, voglio dire, è un discorso che condivido in toto, perché in fondo tutti siamo delle gran troie a modo nostro)
La prosa è una troia di quelle che si finge esclusiva, ma che poi, inevitabilmente, la dà a tutti. Lo fa perché è il suo lavoro.
Ma la prosa non è sempre stata troia. O almeno prima lo era di meno. FILI DE LE PUTE, TRAITE è meta-prostituzione della prosa. Quindi ancora accettabile. Ma diciamo che i sintomi erano già nell’aria da prima dell’iscrizione di San Clemente.
Oggi la prosa è posseduta da tutti. Le colpe vanno ricercate in primis in quella cazzo di idea che la letteratura dovesse arrivare a tutti. Questa genialata che non poteva che uscire dal lato più cancerogeno dell’Ottocento: la borghesia. Sicché in un primo tempo, finché a scrivere erano le persone dotate di un’istruzione minima (e qui voglio essere apertamente classista) e di un cervello che potesse quantomeno competere in grandezza con il testicolo di un cane di taglia media, si è creata anche della letteratura di alto livello e di indubitabile valore. Ma tra un Secondo Dopoguerra e un boom economico con il suo cazzo di neocapitalismo si è entrati nell’ottica che ehi se può farlo lui posso farlo anch’io.
E lì sta la morte della letteratura. Concetto astratto la letteratura. Non va idealizzato ed io stesso non sono qui a fornirne una definizione.
Il romanzo è morto ma i morti (non) viventi che scribacchiano non lo sanno e continuano a scriverne. Oppure lo sanno e scientemente continuano a propinare a un pubblico di altri morti lo stesso cadavere putrefatto. Io dico EVVIVA LA DECADENZA I CADAVERI E LA PUTREFAZIONE.
Lo dico perché so quello che sto dicendo. Sto dicendo che la Storia ci impone operazioni anti-storiche in questo momento. Ma pubblicare un romanzo non è anti-storico.
Primo perché chi lo fa, lo fa con il culo. Secondo perché il romanzo è oggi quanto di più convenzionale esista al mondo, perché TUTTI CREDONO DI AVERE QUALCOSA DA RACCONTARE.
Ma veniamo alla pars costruens, vale a dire quella nettamente più complessa, che mi impone di proporre un bilanciamento alla sopra esposta vagonata di sterco.
Sarete felici di sapere che un’alternativa a questa putrescente escrescenza dell’espressione umana che è la prosa ESISTE. Non servono intuizioni di chissà che tipo. L’avanguardia, oggi, la troviamo dietro di noi. Siamo forze del passato che odiano il passato ma che questo presente lo vogliono intingere nell’acido. In verità io vi dico: per corrodere questo presente possiamo ricercare spunti nell’antico.
Prendiamo l’inflazionatissimo PPP nel centenario della sua morte. Anche lui forza del passato ma anarchico vero e grande rompicoglioni e sovvertitore.
Certo, viene la pelle d’oca a citare l’uomo i cui faccioni sono stampati sulle orride borse di tela di qualche fricchettona fuoricorso bolognese (anche PPP era una troia), ma sia il Pasolini polemista sia il Pasolini poeta possono esserci utili in questa riflessione.
Nel caso lo fosse, prego Iddio che qualche progressista che è capitato suo malgrado sul Blast (credendo si trattasse di una delle famigerate imprese del Magnifico Direttore Chicco Mentana) si stia asciugando le lacrime con la sua coccarda arcobaleno.
Ebbene, la Reazione – io credo – può essere ricercata proprio nella Poesia. Perché?
Perché la Poesia è Aristocratica. Elitaria. Disinteressata al pubblico. Violenta. Libera. Potenzialmente rumorosa e prosaica senza essere prosa.
Modelli antichi in cui concentrare Idee nuove. Perché alla fine, tralasciando per un secondo il tema (già ampiamente qui trattato) del meretricio della prosa, il motivo che mi spinge a tanto odio sono le sbrodolate di vacuo ornatus che hanno totalmente liquefatto i concetti.
Lasciando la prosa completamente orfana di Idee.
Di quelle splendide illusioni che tengono uniti i nostri muscoli alle ossa prima che la vecchiaia ci polverizzi.
La Poesia invece concentra in un cumulo di versi (possibilmente sciolti nell’acido e non vincolati a quelle rimacce petulanti)
Le Idee più belle e le tensioni più guerresche e giovanili.
I presupposti della Poesia del Blast? Ve li dico la prossima volta, ora scusatemi ma devo andare a troie.