8 mesi

La via del trollerismo

La via del trollerismo
Lettura boomer
Cosa ci ha insegnato il Salone del libro:

È giunto il momento di guardarsi in faccia e di dirsi una verità sgradevole:

IL TERRORISMO HA FALLITO.

Insindacabilmente. Il terrorismo ha sempre mancato nei suoi propositi rivoluzionari. Non solo. Ha addirittura aiutato il nemico, garantendogli la legittimità necessaria per stringere ancora di più la morsa: il terrorismo ha tradito.

Me lo disse qualche mese fa anche Arrigo Cavallina, fondatore dei Proletari Armati per il Comunismo (PAC – per intenderci, quelli nelle cui fila militava Cesare Battisti), ormai convertitosi al cattolicesimo. Arrigo oggi è una persona calma, pacata e tranquilla: pacifica. Ne rimasi molto colpito. Non mi aspettavo un pentimento così completo, un rifiuto così totale di alcune modalità d’azione, violente, che pure aveva perpetrato per anni.

Mi trovai invece di fronte una testimonianza forte, di Fede. Azzardai a una domanda:

“C’è chi dice che la strategia della tensione fu tutta una messinscena, che anche voi, terroristi di sinistra, eravate collusi coi servizi deviati, col Mossad, con gli americani. Le pare una ricostruzione credibile?

La risposta sostanzialmente fu, cito a memoria e riassumendo:

No. Ma a distanza di anni mi rendo conto che, alla fine, abbiamo fatto il loro gioco.

In tutta sincerità, mi aspettavo che arrivasse quel NO. Ci stava. D’altronde, se vi fossero state o meno infiltrazioni in movimenti del genere non è detto che lui ne fosse consapevole. E non è nemmeno escluso che, magari, mi abbia semplicemente detto una bugia (anche se, a onor del vero, mi è sembrato piuttosto sincero)

Questo, tuttavia, non ha alcuna importanza.

Il dato da rilevare è un altro: complici diretti o meno, i terroristi hanno quasi sempre aiutato chi era al potere. Salvo poche eccezioni (che non ha senso stare qua ad affrontare, per la diversità tra i contesti storici che le hanno prodotte e il nostro), la Storia parla chiaro.

La lotta terroristica nella maggior parte delle volte non paga, soprattutto in Paesi fiacchi, vecchi e mollaccioni come quelli occidentali; soprattutto ai tempi odierni e con le condizioni politiche attuali.

Lo spirito del nostro tempo odia visceralmente il terrorismo. Di qualsiasi colore politico. Si tratta semplicemente di un metodo inefficace, di un linguaggio inintelligibile ai più.

Arrigo Cavallina aveva fottutamente ragione. Ma io non l’ho capito subito.

So che tra di voi si nascondono tanti Unabomber wannabe, tanti giovani che non vedono l’ora di demolire la società industriale (e non solo) e le sue tremende conseguenze. So che in tanti staranno pensando – leggendo quest’articolo – che siamo ormai pappa e ciccia con la Digos, con il DIS, con l’AISI, con il ROS, con la DIA, con le guardie di tutti i ranghi e Paesi.

In verità, in verità io vi dico: non è così.

"Ebbene, se la questione nazionale palestinese esiste, anche l’azione dell’Olp deve essere valutata con un certo metro, che è il metro della storia. Vedete, io contesto all’Olp l’uso della lotta armata non perché ritenga che non ne abbia diritto, ma perché sono convinto che lotta armata e terrorismo non risolveranno il problema della questione palestinese. L’esame del contesto mostra che lotta armata e terrorismo faranno solo vittime innocenti, ma non risolveranno il problema palestinese.”

Bettino Craxi

Non siamo qua a dirvi che va tutto bene, che viviamo nel migliore dei mondi possibili, che non c’è niente da fare. Non siamo qui nemmeno per dirvi che le lotte che combattete ogni giorno sono sbagliate. Non siamo qui neppure a dirvi di partecipare al triste circo democratico, al caravanserraglio dell’idiozia e del piattume del nostro sistema politico, tutt’altro.

Se siamo qua è perché, ispirati e affascinati dai recenti fatti di cronaca di Torino. Ci sentiamo di dover dare alla contestazione, alla lotta, nuovi e, soprattutto, EFFICACI strumenti per essere combattuta.

Dobbiamo circoscrivere il campo dell’azione che finora abbiamo sempre condotto, di critica feroce al sistema, dargli rigore logico, chiarezza concettuale.

Nel grande ospizio occidentale, la violenza del terrorismo è respingente per ogni fascia della popolazione, anche per quella che, in linea teorica, dovrebbe, appoggiare (più o meno) passivamente qualsivoglia rivoluzione armata.

Anche i destinatari dei messaggi del terrorismo finirebbero per condannarlo.

Questo per un’infinità di ragioni: abbiamo la pancia troppo piena, siamo largamente disabituati alla violenza quotidiana, viviamo in un contesto nel quale si ha la netta percezione che qualsiasi cosa si faccia sia inutile (e questo nei rari casi in cui non siamo disamorati della vita pubblica)

Siamo inoltre più spesso concentrati a farci i cazzi propri, a curarci del nostro orticello, senza provare a interessarci del contesto in cui viviamo. Diciamo una banalità se affermiamo che la gente se ne fotte della politica, che, anzi, viviamo nel regno dell’antipolitica.

E quando questo non succede, quando c’è qualcuno che si dà da fare per questa o quella causa, è convinto intimamente che contestare il potere sia, alla fin fine, irrilevante.

“Tanto non cambia nulla”, giusto?

Non cambia niente che io vada o meno a quella o quell’altra manifestazione di dissenso, niente che partecipi a quello sciopero o a quella occupazione. Nulla di nulla.

Ed è comprensibile: le cose stanno effettivamente così. Si capisce bene perché qualcuno cerchi l’estremo, la radicalità, impantanato com’è nella melma inibente della contemporaneità.

Attenzione, quindi, a non disperdere le energie e a non farle diventare risorse secondarie del Nemico. Il pericolo è dietro l’angolo e il rischio di far cazzate, per molti, esiste.

La lotta, deve cambiar terreno.

Se seguite questo blog/zine da un po’ avrete capito ormai che la guerra è anzitutto un affare mentale, che qui, da noi, lo scontro si gioca sul terreno della psicologia. Saprete allora anche che è il meme ad essere il proiettile perfetto, l’arma del futuro. Ebbene, non resta che

TROLLARE OVUNQUE,

TROLLARE SEMPRE!

Terrorismo

Non resta che darsi al trollerismo!

I prodi di Torino (ma non sono gli unici) ce lo insegnano: basta anche solo un dispositivo in grado di connettersi al bluetooth per mandare a monte Il Salone dei Pali nel Culo, il festival “culturale” per eccellenza, il più importante dell’Italia. FACCETTA NERA, BELL’ABISSINA… E la povera presidentA del Consiglio comunale piddina muta.

BOOM.

Peggio di una bomba.

Attentato trolleristico: 23 sgangati negli sbungdaloni e 54 sbinsciati.

Un’ecatombe. Vogliamo più bollettini così.

Terrorismo

Siamo davvero commossi dall’atto di coraggio della gioventù sabauda. Una mossa audace, che ha coperto di ridicolo tutto il milieu culturale benpensante d’Italia. Finalmente nessuno parla delle decine di libri dimenticabili, della spaventevole quantità di boiate che gli intellettuali di questo Paese si sono sentiti di dover ripetere anche quest’anno.

Si tratta di un attentato tutto sommato minore, che ha colpito un bersaglio minore (anche perché composto per gran parte di minorati pettinati e imbellettati), cioè il Salone del libro. Ma è indice delle potenzialità della nuova arma che intendiamo implementare dalle colonne di questa rivista: il trollerismo, il trollaggio sistematico. Infatti, solo il trollaggio, la presa per il culo pubblica, lo svilimento delle istituzioni, delle prostitute intellettuali del sistema, porta all’obiettivo finale: la sua delegittimazione.

Se il terrorismo, con la scusa della repressione, garantiva ai potenti di implementare questa o quella misura di contrasto, di invadere questo o quello Stato in nome della democrazia o di più o meno supposti infrazioni dei “diritti umani”, il trollerismo no.

Il trollerismo distrugge, disintegra tutto, senza lasciare superstiti. ll trollerismo non lascia scampo. È una pernacchia in faccia ai poteri costituiti. Li sminuisce, li ridimensiona, non li prende sul serio. Una minaccia all’ordine pubblico che non ha precedenti. Il suo messaggio si autodiffonde, usando i canali del nemico, per il semplice fatto che FA RIDERE!

Fateci caso: tutti i giornali ora, invece di farci due palle così sull’ultimo libro di Augias, parlano degli acuti gemiti di una donna digitale e di un noto pezzo musicale tornato solo di recente in voga. Meraviglioso.

Ciò che noi invochiamo è la regolarizzazione della lotta memetica, la sua trasformazione in lotta sistematica e sistemica. Anche noi ci siamo macchiati di atti trolleristici, ma fino ad ora non ne avevamo capito l’importanza. Gli esempi storici non mancano: da Cavallo Pazzo, alla vittoria dei mematori trumpisti nel 2016, c’è tanto altro in mezzo da riscoprire…

Il mondo è dei pazzi, dei fouls, dei trickster che credono alla propria follia, in grado di sbeffeggiare anche i più inattaccabili. Il mondo è nostro.

Vogliamo che ogni città d’Italia abbia il suo nucleo trolleristico: salite sui palchi delle vostre sagre, contestate il vostro sindaco che non sa fare le ciclabili, il ministro che si ricorda del vostro comune solo sotto elezioni e non dimenticate di lodare il Sole!

Le armi per questi attacchi sono già nelle nostre mani, a nostra disposizione, nei nostri dispositivi. Non ci sarà più nessun burattinaio. È giunto il momento di agire liberamente. Rimane solo una domanda: che fare?

Non preoccupatevi, da questi canali arriverà tutto il necessario per combattere questa guerriglia culturale. Restate sintonizzati, ne vedrete delle belle.

TROLLERISTI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

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