Sì, poco da fare. Tommaso Labranca è Blast, è l’intellighenzia che ci ispira e che finalmente è stata tematizzata.
Un avanguardista, elitario, geniale, Blast potrebbe essere una sua invenzione entro certi limiti.
Labraconteque è un manuale Blast, perché si impara molto più dall’esempio che da libri theory et similia, la vera scuola è la strada – la vera scuola è l’azione – la vera scuola è la vita.
14 fascicoletti rilegati e impaginati veramente bene, che raccontano uno spaccato di vita di Tommaso Labranca.
Siamo nel 2013, un mondo ancora in formazione, fra Internet che matura e gli ultimi epigoni dei fenomeni della Tv. Tutto quello che siamo nati troppo tardi per vedere insomma, ma che possiamo recuperare con la guida d’eccezione del grandissimo Labranca.
Un viaggio nel suo mondo, questo è il pregio. Un mondo nuovo che stava nascendo e che oggi vediamo in declino. A partire da Adelphighetti, che il Labranca ha inventato come Adelphfake (anticipando pure gli Adelphi ignoranti e la mascherina di Godot). Fino ad arrivare a Madonna, icona pop (e religiosa?), che ha cambiato il modo di fare musica.
Altra cosa: le feste.
Alle feste promiscue, io non ci vado
Garage Gang, Poliamore
La Maisonlabranca deve essere stato un posto davvero accogliente. Altro che il fuckyourparty. Qua ci sembra tutto di alto livello, con un non so che di elitarismo, che comunque ci piace, e un giochino a premi dove si vince un bel…
Altra cosa peculiare, le interviste. Ci sono vecchi e nuovi amici, si scoprono cose e, almeno per me, probabilmente sono le parti più interessanti.
Nascere dopo il 2000 ti costringe a rimanere nell’ignoranza di Labranca fin quando non si entra in contatto con questo libro, purtroppo. In varie di queste lo si vede all’ennesimo potenza, più un pizzico di follia, per esempio con VINCENZO PROFETA. Altre cose simpatiche: orsi e neoproletari, odio l’estate. Chicche, che spoilerare ci sembra deleterio.
Un compendio culturale, ecco cos’è questo libro. Leggerlo per entrare in un’altra dimensione, questo è il valore aggiunto.
Solo una nota: Milano. Più volte citato Ossobook, più volte citato il suo amore per la città. Noi di Blast spesso parliamo di Provincia e la elogiamo, ma c’è da dire che il discorso di TL sulla capitale Padana lo sottoscriviamo completamente. Ti lamenti di Milano? Vattene! Lasciatela in pace o abbracciatela. A noi va bene così.
Ma ora basta, questo invito alla lettura si conclude con alcuni estratti, fra i più Blast, direttamente da Labrancoteque.
Leggete il fascicolo, decriptate la matrice. Un collage di un puzzle divertentissimo e potente.
P.S. consigliato anche perché uno dei libri di GOG senza ISBN, quindi totalmente pulito e fuori dai giri, solo sul loro sito.
P.P.S. ovviamente non nominiamo cose scontate come essere contro i turismifici vari e ammirare Arbasino che, francamente, già potete notare essere nel nostro DNA creativo.
Molti scrittori politicamente schierati a sinistra difficilmente regalano un loro scritto, tu lo fai regolarmente dal tuo sito. Cosa ne direbbe Panofsky?
Forse perché sono più a sinistra degli altri, essendo di vere origini proletarie. Sai che ogni volta che vado in un certo paesino sull’Appennino emiliano e vedo il modo in cui gestiscono le attività sociali divento comunista? Poi, a casa, apro un quotidiano e trovo ottusità e melensaggini e dico: mai più politica. Panofsky si farebbe una risata.
Dall’Intervista con Vincenzo Profeta, p.34
Qual è l’oggetto cui tieni di più?
L’editore, Franco Maria Ricci, raccontava che i suoi volevano regalargli una Ferrari, ma lui rifiutò e chiese in dono un antico torchio da stampa con cui poi avviò il suo personale rinascimento bodoniano.
Feci lo stesso e a ogni Natale, invece di farmi regalare il Moncler, chiedevo l’abbonamento a FMR che includeva anche una agenda. Tra le paninare con il diario Naj Oleari e gli sconvolti con la Smemoranda, io andavo a scuola sfoggiando l’agenda rilegata in seta Orient nera con fregi dorati di Franco Maria Ricci. Fu un altro motivo del mio isolamento in classe.
Dall’Intervista di Gabriele Ferraresi, p. 177
Tra l’altro, FMR mi sta comparendo un b8 nelle pubblicità sui vari social, succede anche a voi? Sarà un piano di Gog&Magog per rilanciare l’arte di lusso? Boh, chissà, lo spero vivamente
In una intervista rilasciata al telegiornale poco prima di morire, il principe De Curtis accoglieva la troupe in un salotto artistocratico e parlava con fastidio di Totò che era relegato in una cucina popolaresca. Poi il microfono passava in cucina dove il dimesso Totò parlava con rispetto del principe che si trovava in sala. Schizofrenia? Forse, ma meno grave della follia da frullatore cui porta il designer che mescola, rinnova, sradica e distrugge secoli di tradizione, che cancella gli odori popolari della cucina per renderla simile a una futuristica sala macchine. It’s the end of the world as we know it. And I feel fine.
Da La follia del fruttalore p.275
In pratica, questa improbabile sosia diventa un compendio della mia teoria trash poiché contiene i cinque pilastri:
1. la libertà di espressione;
2. il massimalismo: se si imita la Madonna di Like a Virgin e non quella di Like a Prayer è perché quell’immagine ha avuto il maggiore impatto sul pubblico il quale, proprio per effetto del massimalismo trash, riconosce Madonna quasi solo nei pizzi, nella biancheria intima portata all’esterno e nei capelli biondi;
3. la contaminazione e
4. l’incongruenza: pur ripetendo nell’aspetto Madonna, la sosia si esibisce in brani di tutt’altri artisti, accompagnata da un’orchestra con un deciso sound liscio. Inoltre Madonna si evolve e cambia aspetto, la sosia resta sempre ferma all’imitazione della Madonna di Like a Virgin;
5. l’emulazione fallita.
p. 309-310 da Andy Warhol Era Un Coatto, 1994
Questo lo mettiamo perché riporta in atto i 5 pilastri del trash.
Ragionando in una prospettiva storica, in quale sinistra ti riconosci?
p.335 Dall’intervista con Andrea Ialenti