Le vecchie processioni salveranno l’Italia

Le vecchie processioni salveranno l’Italia
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Le processioni religiose potrebbero salvare l'economia italiana, e anche la sua parte spirituale.

L’Italia è da sempre il paese delle mille divisioni, il paese in cui per secoli gli italiani di diverse città e regioni si sono scannati e fatti la guerra per tutto.

Pensiamo ai guelfi ed ai ghibellini nel Medioevo, e in tempi più recenti agli scontri fra gli juventini e tutti gli altri. Il nostro è anche il paese campanilista per eccellenza, tutti gli italiani sono orgogliosi della propria città e luogo d’origine e sentono un forte attaccamento ad essi.

La volontà di vantarsi con gli sconosciuti delle glorie del proprio comune è uno stereotipo vero e confermato da tanti esempi. Capita sempre che, quando uno visita un piccolo comune, ci sia sempre il vecchietto di ottant’anni che si avvicina e ti dice che nella loro città ci sono le rose più belle dell’Italia. E tu gli vorresti rispondere: E sti cazzi?. C’è una cosa però che davvero unisce gli italiani da Nord al Sud, senza differenze o divisioni fra gli abitanti della Penisola.

Quella cosa è la processione dei santi patroni in occasione del loro ricordo e che porta con sé sempre una festa di paese.

Ogni comune italiano può vantare di avere una processione che si organizza in occasione della memoria del Santo Patrono, capita spesso che il patrono venerato in una città sia uguale a quello di un’altra. Pensiamo in quante città italiane il Santo Patrono è San Giovanni Battista (più di 200)

In questo giorno, tutti i cittadini si radunano per assistere alla processione.  Si va nelle strade a festeggiare e anche chi si dice cattolico, ma non praticante perché lui Dio lo ama a modo suo, si ricorda di andare in chiesa (ci ritornerà di nuovo fra un anno o a Natale).

[Questa tra l’altro era, non ironicamente, la situazione di chi scrive. Vengo da una famiglia solo di tradizione cattolica, ma sostanzialmente atea e poco interessata alla religione o al sacro.]

Si potrà godere un giorno tranquillo dove potrà riposare anche chi non è credente, a meno che non faccia parte dell’UAAR, in quel caso farà un muro di testo lungo 1000000 parole per spiegare che non è scientificamente e storicamente provato che quel Santo o quella Santa sia realmente vissuto o che abbia fatto davvero quei miracoli (spoiler li ha fatti ed è esistito)

Ci sono però altre ragioni che rendono queste ricorrenze così importanti e mostrano come salveranno l’Italia.

In questo giorno c’è obbligatoriamente il classico pranzo in famiglia in cui, oltre a scandalizzare i tuoi parenti per le tue opinioni leggermente estremiste in materia di politica e religione, domande della nonna sul perché hai quarant’anni e passi tutto il giorno sui social ma non hai né un lavoro né una fidanzata, la famiglia si riunisce.

Per la maggioranza delle persone è l’unico modo, oltre a Natale e a Pasqua, per vedere i propri zii, cugini e nonni tutti insieme nella stessa stanza a ridere, scherzare ed incazzarsi insieme. Anzi, questo giorno rappresenta, per la stragrande maggioranza degli italiani, l’unico momento in cui è possibile vedere la propria famiglia riunita per una volta.

C’è poi la motivazione estetica che rende queste processioni così così entusiasmanti ed incredibili. Durante queste feste, non solo tutta la cittadinanza si veste bene e mette quegli abiti da festa che indossa solo poche volte all’anno, ma è anche l’occasione in cui, chi apre la processione o porta la statua, indossa antichi abiti medievali o rinascimentali.

Non c’è niente di più virile per un uomo di indossare un abito antico o un lungo abito bianco con una maschera, dello stesso colore, che copre il volto.

Nulla.

Processioni santi
Civiltà

In questa occasione le città sono addobbate per la festa e così si riesce a cancellare il piattume generale e l’anonimato in cui versano per la maggioranza dell’anno.

Un altro aspetto importante durante le processioni religiose è la pietà popolare, vediamo grandi esempi di ciò durante questi eventi.

La sincera pietà popolare.

Durante le processioni però non è raro vedere sinceri atti di devozione. Non si può negare poi, che nel nostro mondo post-moderno (in cui nulla è certo, tutto è falso, tutto il passato è da riscrivere o cancellare), le processioni siano una  certezzain Italia è un caso quasi unico. Esse rappresentano un fattore di aggregazione immutabile per la collettività cittadina e che è capace di rinsaldarla attorno a un evento storico molto forte.

Per secoli i Santi Patroni sono stati invocati come protettori contro le calamità, come la peste, la siccità o le inondazioni. Venivano anche invocati per la protezione contro i nemici che minacciavano la città. Ancora oggi, quando c’è una siccità la popolazione si rivolge a Dio o chiede l’intercessione di un santo per risolvere questo problema attraverso una processione pubblica.

In questo caso sappiamo già che l’ateo medio su Facebook, laureato in filosofia della musicologia dell’Oceania all’università di Bologna (dopo essere stato per quindici anni fuori corso), ride e scrive su Facebook: Stupidi credenti. Siete veramente convinti che pregare una divinità inesistente possa far piovere? Illusi. E tu cortesemente gli rispondi con un commento: Bro, guarda fuori dalla finestra. Fuori ha appena iniziato a piovere dopo mesi che non accadeva. 

Processioni maria
Maria prega per noi, per liberarci dalla peste

Infine, c’è un ultimo motivo per cui le vecchie processioni, faranno rinascere questo Stato ormai morto: quello quello economico.

Lo so, fa schifo che dopo aver speso così tante parole sulla fede, la famiglia e la storia, io mi metta a parlare di economia, ma purtroppo in questa società conta solo quanti soldi hai e quanto la gente riesca a guadagnare da qualsiasi attività. 

Pensate ora a quante persone vanno alle processioni più popolari in Italia come quella di Sant’Agata a Catania. Immaginate cosa accadrebbe se tutte le processioni nel nostro paese fossero altrettanto meravigliose, attraverso i contributi dello Stato e la buona volontà delle singole chiese, magari grazie anche all’aiuto delle diocesi nel renderle più spettacolari e religiose possibili.

Questo attirerebbe non solo i cittadini di quel comune che ogni vanno per tradizione a questo evento, ma anche molte altre persone da fuori incuriosite per la festa: un afflusso turistico che genererebbe grandi ricchezze per l’economia cittadina. Direi però di fermarci qui nella disamina sul turismo e i suoi effetti perché – come già abbiamo scritto più volte – il turismo, specie se massivo e invasivo – può creare grandi danni. In parte ha contribuito a degradare il nostro paese, ma bisogna ricordare anche che il turismo religioso (altresì noto come pellegrinaggio) è sempre esistito ed è stato in grado di arricchire (non solo spiritualmente) tutti. Questo nuovo (ma anche molto antico…) turismo sarebbe anzitutto un turismo di prossimità, che non sconvolgerebbe le comunità che lo ospitano, ma, al contrario, rafforzerebbe il nostro senso di appartenenza e cementificherebbe i legami tra vicini.  

Insomma, per una pluralità di ragioni le vecchie processioni sono in opposizione al sistema decadente che ha portato l’Italia a diventare vecchia, senza idee e perennemente in crisi.

Possono essere un’utile forza per l’Italia a livello familiare, sociale, identitario ed economico. .

Prima ancora della rinascita economica del nostro amato paese, abbiamo bisogno di una rinascita spirituale. 

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