Posso perdonare tutto alla grossa grassa Unione Sovietica, posso perdonare le purghe di Stalin, le deportazioni, i gulag, l’Holodomor, il tradimento del compagno Gorbaciov con la Perestrojka e il turbogastrocapitalismo di Pizza Hut e McDonald’s…persino la liberazione di Auschwitz, ma non potrò mai perdonare il disastro di Chernobyl.
Attenzione, con il termine “disastro” non voglio far riferimento alle conseguenze del brevissimo periodo, perché me ne fotto di qualche pompiere ucraino oneshottato dalle radiazioni del cubo di grafite che aveva in mano, il termine DISASTRO deriva dalle catastrofiche conseguenze a lungo termine innescate da questa marachella in cui i vertici sovietici erano direttamente coinvolti, tra segreti di stato e depistaggi.
Quel disastro è ciò che oggi porta i sostenitori del tubocrate sedicente re del Sud Mortebianca a fare cerchiosegaggio sulle smart grid e le autostrade solari, è ciò che ha foraggiato per decenni l’associazione a delinquere chiamata Greenpeace.
Ma andiamo con ordine.
Con la guerra del Kippur, i paesi kebabbari fecero cacare sotto tutto l’Occidente aumentando vertiginosamente i prezzi del petrolio nei confronti dei paesi che più supportavano lo stato giudaico-terrorista
Per reagire allo scherzo epico finito malissimo dei beduini in sandali, accappatoio e kefiah i paesi occidentali cercarono di metterci una pezza.
I vichinghi scoprivano il petrolio nel mare del Nord, i francesi puntavano a manetta sul nucleare…e noi italian*?
Sebbene la patriottica Enel avesse già iniziato la costruzione di centrali nucleari, la crisi del petrolio colpì duramente l’Italietta, portando politiche di Austerity energetica (solo mezz’ora di Playstation stasera vecio). Ma tutto ciò aiutò anche a svegliarsi fuori, visto che parallelamente venne creato un ambizioso piano energetico per l’ampliamento del parco reattori italiano…peccato che tu non possa dire gatto se non ce l’hai nel sacco…e l’insaccata era dietro l’angolo…
26 aprile 1986… e mo so cazzi.
Io maledico il disastro di Chernobyl allo stesso modo con cui il papà nostalgico del tuo amico maledice Gianfranco Fini per la svolta di Fiuggi.
Dopo circa un anno e mezzo da quella sventura, un referendum mise il primo chiodo sulla bara dell’energia nucleare in italia…e che chiodo ziopera.
Certo non posso addossare a Chernobyl tutta la colpa per l’esito referendario, perché la Francia ancora oggi galoppa allegramente l’atomo nonostante il disastro, infatti siamo noi italiani gli stronzi, lo sono mia mamma, tua mamma e tuo zio che avevano il cervello avvelenato dalla propaganda, che ancora pensano che all’epoca fosse necessario andare dal fruttivendolo con il cazzo di contatore Geiger nella borsetta.
Perché gli italiani fanno ancora tutta questa opposizione verso il potere dell’atomica? Perché non possiamo sfruttare una tecnologia così bella e avtarchica come la fissione dell’ottimo dottor Fermi? Pensate a quanto suonerebbe bene IL PIANO FERMI: PER LA RIVOLUZIONE ENERGETICA ITALIANA…
Peccato che noi siamo il paese della resilienza, dei bonus, delle primule, perché quando si prova a parlare di nucleare non ci sono soldi, ma siamo stati i primi a gettare denaro pubblico nel buco nero supermassiccio chiamato Alitalia e successivamente nel TeraBonus over 9000…per esempio…
Cosa minchia è successo in questi anni? E perché sarebbe stato importantissimo ri-nuclearizzare lo stivale ANCHE per contrastare l’ottimo dottor Vladimir Vladimirovic Putin?
Guerra del Kippur, gas russo, sanzioni, Ucraina, nucleare e Italietta…elementi di una partita di Civilization che ha le sue radici negli eventi raccontati prima, una partita che possiamo e DOBBIAMO vincere.
Con la crisi del petrolio i paesi occidentali scoprirono anche il gas naturale (ovvero microstronzi pressati e decomposti per millenni). L’Italia inizia ad importare queste preziosissime e potentissime molecole dall’Impero Russo.
PER FORTUNA FIOI che dal 2022 abbiamo drasticamente ridotto le importazioni di gas russo in seguito all’invasione (diciamo invasione ufficiale stavolta) dei russi in Ucraina, cazzo PER FORTUNA che non abbiamo MAI comprato gas o altri combustibili fossili da un autocrate sanguinario…
Giornaliera rimembranza: abbiamo importato gas per anni da chi ha fatto marachelle in Cecenia e Georgia, da chi ha mandato i soldatini verdi di Toy Story in Crimea e fa delle trollate epiche in Donbass da 10 anni, da chi incarcera deporta o avvelena i dissidenti.
Per non parlare degli altri soggetti da cui abbiamo comprato il petrolio.
Per fortuna gli italiani hanno la memoria corta e ogni anno cancellano la cronologia e svuotano la cache
Non è mai troppo tardi per agire e cambiare (più o meno), ma la narrazione dell’Occidente con la coscienza pulita perché dal Febbraio 2022 ha quasi smesso di importare gas russo è una puttanata, una bombola di copium per dimenticare gli anni di complimenti e strette di mano al dottor Putin, una bugia fragile quanto l’ego di Xi Jinping quando viene paragonato a Winnie the Pooh.
E la cosa mi fa imbestialire soprattutto perché è evidente che il calo delle importazioni di gas non sta danneggiando la madre patria russa, come tutti ci raccontavamo, e mi fa imbestialire anche perché oltre alla questione ipocrisia e morale c’è anche una questione prettamente energetica.
Se l’Italia fosse rimasta fissa sul nucleare e avesse continuato LA RIVOLUZIONE DELL’ATOMO avrebbe ridotto drasticamente i bonifici verso il Cremlino (copia e incolla questo discorso per tutte le nazioni occidentali volendo), ecco perché il nucleare poteva essere la sanzione migliore in assoluto. A quest’ora potevamo comprare torte gialle dal ben più basato Kazakistan che hate women so much it’s unreal…
Ma non è mai troppo tardi, non è mai troppo tardi perché le importazioni non sono ancora a zero, ma soprattutto: un piano nucleare nazionale sarebbe il miglior investimento italiano degli ultimi tempi.
E il problema più spaventoso, quello delle scorie, diventa uno dei punti di forza del PIANO FERMI: scorie che possono essere utilizzate per creare un arsenale atomico italico, per la nostra indipendenza strategica e militare, per non dover dipendere dalle McTestate a stelle e strisce (tra l’altro, dislocate a decine sul suolo nazionale, nel totale silenzio di stampa e/o succitati comitati di quartiere) o le bombon dei vili ratti d’oltralpe con le baguette sotto l’ascella.
Un’indipendenza energetica e devozione per l’atomica, le chiavi per non farci fottere dal mondo.
“La grande atomica si è mossa”
devono titolare i giornali.
È ormai chiaro che il problema energetico non si può affrontare esclusivamente con rinnovabili, efficientamento o altre troiate come i pannelli fotovoltaici che funzionano anche di notte… wow, peccato ne servano 7 giglioni di km2 per alimentare un Gameboy.
La politica evita il tema nucleare perché all’elettorato non piace, perché l’italiota preferisce sentire favole sull’italia 100% rinnovabile, perché i comitati locali da 30 persone preferiscono rompere i coglioni con ricorsi su ricorsi, perché la generazione di boomer ha paura di Hiroshima e Nagasaki.
Bisogna lavorare sull’opinione pubblica. Ecco perché parlarne è la cosa più potente da fare, parlane con tua nonna, con tuo fratello, con tuo zio che “sì nucleare però le scorie te le metti nel tuo giardino xDDD”, con il tuo amico che “eeeh vecio però in Germania lo stanno abbandonando” e infatti bruciano carbone dalla mattina alla sera e abbattono foreste secolari per costruirci pale eoliche…
Fratello, sorella, compagno, camerata, voglio che tu prenda parte alla RIVOLUZIONE DELL’ATOMO, parlane, informati e informa… e prendi a cazzotti sui denti il prossimo idiota che ti dice “eeeh zio nucleare in Italia MAI, la mafia i terremoti poi abbiamo fatto i referendum dai”. Anzi, non prenderlo a cazzotti, tiragli un’italica atomica.