Se mangi carne sintetica sei comunista, ecco perché
Disclaimer AVVERTENZE: il termine comunista usato nell’articolo è da intendersi come dispregiativo, l’autore si ritiene responsabile di quello che scrive NO DE QUEO CHE TE CAPISE TI.
Carne sintetica, si o no? La decisione del governo Memoni, un governo, com’è noto, di patrioti, ligi a difendere la salute del popolo italico e le sue sacre tradizioni, ha fatto triggerare ATTIVARE cringiare RABBRIVIDIRE una fascia della popolazione notoriamente nemica del popolo e servilista nei confronti dell’UE (oltre che, naturalmente, comunista).
Mentre le colture di vegetali fuori suolo (idroponica, aereoponica) sono un’interessante evoluzione tecnica che promette bene per il futuro oltre che di indubbio interesse per la colonizzazione dello spazio, la carne sintetica non lo è.
La differenza cruciale tra i due sistemi di ingegnerizzazione dell’attività agricola – perché di questo si tratta – è che, mentre nel primo caso si parla di coltivare organismi completi e differenziati in un ambiente controllato con parametri controllati per la massimizzazione delle rese vegetali, nel caso della carne sintetica si propone essenzialmente di coltivare un tumore in laboratorio.
Per quanto la tecnologia sia agli albori, e difficili siano le previsioni, trova nel sottoscritto posizioni fortemente scettiche, specialmente per quanto riguarda la qualità, oltre che naturalmente per il PRESUNTO RIDOTTO IMPATTO AMBIENTALE.
Solo presunto, appunto, perché tra nutrire e curare una bestiola con tanto amore e coltivare in sterilità una coltura di cellule, dobbiamo dircelo, le emissioni di metano degli allevamenti che comunque possono essere valorizzate a livello energetico sono l’ultimo dei nostri problemi. Basti pensare al consumo energetico che tenere in piedi una fabbrica di carne sintetica comporterebbe, siamo sicuri che le emissioni siano inferiori a quelle di una stalla?
In molti tirano poi in ballo gli allevamenti estensivi (con le vacche al pascolo), e quindi al consumo di terra, ma questa è una decontestualizzazione che non ha senso: le caratteristiche degli allevamenti europei sono diverse da quelle degli allevamenti Sud Americani.
Come osserva il professor Marco Tassinari dell’Università di Bologna:
L’allevamento estensivo, che comporta la presenza umana e animale su AREE MARGINALI, contribuisce a LIMITARE L’EROSIONE DEI TERRENI, un fattore importante nell’ottica della PROTEZIONE DEL PAESAGGIO e del controllo degli spazi rurali.
Le presunte maggiori emissioni vanno comunque considerate in una visione olistica che prende in considerazione tutti i fattori in gioco.
Altro punto da tenere in considerazione è la salvaguardia del patrimonio zootecnico, delle razze bovine e suine in particolare, di cui l’Italia (ma cosa ve lo dico a fare) ha la maggior varietà. Questo argomento va naturalmente a braccetto con la standardizzazione del gusto: le stesse colture di cellule, ottimizzate per la loro coltivazione in laboratorio, produrranno lo stesso prodotto, con lo stesso gusto. Siamo forse all’inizio dell’era della COCA-COLA-MEAT?
NOI ci opponiamo alla DERIVA CULTURALE che rappresenta la CARNE SINTETICA.
Perché di questo si tratta: territorio, cultura e pratiche umane, messe a rischio da burocrati e transumanisti.
Qualche animalista, gente ovviamente coi rastoni iscritta all’ARCI e a Lega Ambiente, tira in ballo la minor sofferenza da parte degli animali. Circa questo punto bisogna dire che venendo meno il motivo di allevare animali, viene meno il loro motivo di esistere, e d’altronde le razze selezionate dall’uomo in natura non sarebbero in grado di sopravvivere, per cui non esistendo non soffrirebbero – che banalità.
Fantasticando, l’ingegnerizzazione spinta potrebbe arrivare all’UOMO-CONIGLIO: il magna merda per eccellenza. I conigli sono ceco-trofici, essenzialmente vuol dire che prima mangiano, poi cacano delle palline biancastre che poi si rimangiano e ricacano. Qualora un’applicazione del genere diventasse di interesse per l’abbattimento delle emissioni, nuovo dogma della politica europea, l’Homo cuniculus diventerebbe realtà.
Ma questo non è un libro di Asimov e a me la fantascienza ha sempre fatto cagare.
L’uomo coniglio contento di ficcarsi una carotina nel culo.
Nonostante abbia sprecato 2000 battute per sputtanare la carne sintetica, la decisione del governo Memoni è una cagata pazzesca.
Sia chiaro, Dio salvi i suoi (dal consumo di carne sintetica), ma chiudere la porta a questa tecnologia è tirarsi la zappa sui piedi: confidando nel buon gusto degli italiani, non temo che la carne sintetica prenda piede, piuttosto, temo che ci siamo preclusi un’occasione per FAR SCHEI.
Poi ovviamente c’è da considerare che l’ingegno umano potrebbe stupire anche gli spiriti più critici – come il sottoscritto – e chissà se, rileggendo questo articolo nel 2035, mi ritroverò coi rasta, la tessera dell’ARCI in tasca, a mangiare carne sintetica merda.