Oggi ricorre anche il Giorno della Memoria, poi tramutato in un grosso baccanale di ricordi, volenti o nolenti, che io non ho mai capito. Non sono antisemita, ma non sono così tanto imparentato con una arzilla nonna ebrea che mi racconta tutto – mia nonna è brianzola, qualcosa di similare insomma – ma allo stesso tempo non ho mai capito una cosa:
PERCHÈ OGNI VOLTA CHE SI STA MALE SPUNTA LA MEMORIA?
Quindi salite sul rendez -vous dei ricordi, quelli belli, ma soprattutto quelli brutti, orrendi, indimenticabilmente tragici, terribili.
Vi sentite ancorati a un organo, la memoria, che vi procura una malattia infallibilmente tosta.
La memoria quindi potrebbe benissimo essere cancellata, nella visione utilitaristica della vita: i brutti ricordi, la brutta separazione dei tuoi mamma-papà, la brutta rottura del tuo teen-love, la terribile memoria delle figure di merda, tutto cancellato, sarebbe ottimo, ottimale e utile all’uomo quindi:
Uccidere la memoria.
Ma chi prendo in giro? Solo per questo dovremmo distruggere la memoria?! Non penso proprio…
La memoria è una parte del subcoscio che può tornare utile, ma molte volte non fa altro che essere ingombrante. Essa altro non è che, a mio avviso anzi a nostro avviso, un modo di rallentare il progresso dell’essere umano. Facendogli ricordare gli anni più belli o i momenti più brutti, la memoria lo tiene lontano dal più bel nome esistente:
il Futuro.
Che è ben più importante delle parole umanità, progresso e ricordo, soprattutto di quest’ultima. Ma non posso fare a meno di evidenziare l’elefante nella stanza, quando compare:
La memoria storica.
In due vecchi articoli, abbiamo analizzato come:
Ma pensiamo sia più di così, il Novecento è sì finito, ma ne rimane la cariatide non uccisa dal bug non avvenuto del Y2K, ma anche dalla memoria, ovvero abbiamo ancora dei rimandi a quel secolo. Basti pensare musicalmente, di recente ho letto Labrancoteque, e ne son rimasto sbalordito da quanto sia legato al ricordo (nel primo scritto) della discomusic in rapporto con il disco Random Access Memories (2013) dei Daft Punk, che già nel titolo richiama alla memoria, rielaborata poi nelle track, una più nostalgica dell’altra. Labranca, che stimiamo, non fa altro che dire l’assurda frase:
Ai miei tempi era meglio.
Qui mi ci è voluta qualche ora per immaginare il perché, ma alla fine ho capito:
Ricordare è un sintomo, memoria è una malattia.
Il macigno della storia invece rievoca sempre il peso dei peccati dei padri, degli antenati, e in un certo senso, anche i nostri.
Ma non è forse la Santità il Futuro? E anche un santo tempo prima è stato un peccatore?
Perché ricordare il peso, la memoria storica di un popolo, e farcirci la cultura e la società come un grosso tacchino mentale, quando si potrebbe distruggere per sempre questo brutto verbo/parola, e far ritornare a parlare di Futuro l’uomo creato?
Perché attaccare l’uomo bianco per un passato colonizzatore, quando è andato sulla Luna?
Perché attaccare l’uomo nero per un passato selvatico, quando ha ballato la sua musica in tutto il globo?
Non penso serva altro per capire il peso che tiriamo, le nostre spalle sono logorate, e il peso del sangue versato secoli fa: un peccato non lavabile con isoppo.
La memoria risulta ciò che tiene fermo, anche ideologicamente l’uomo.
Pensare a come esistano ora due squadre di politica, nemiche, il marxismo e il fascismo. E come nessuna delle due riesce a scollarsi il peso dei loro fallimenti.
Ma io non sono qui a portare pace, ma spada, e a dividere l’uomo dalla sua memoria.
Perché parlare, con edit su TikTok e Youtube, di bei hitleriani o sovietici tempi, quando il Futuro che ci aspetta è lì, incurante della nostra stupida, e inutile, passata memoria?
Allora abbassiamo la memoria, e creiamo il Futuro
Il discorso degli stupefacenti è uscito molto spesso nei miei articoli, ma vorrei rompere una spada e favore: gli stupefacenti, in special modo gli allucinogeni, tendono a distruggere la memoria.
Pensate a un ubriaco, lui non ricorderà nulla della sera/giorno di bevute, perché l’alcol distrugge le memorie.
La soluzione, a volte, sta sul fondo del bicchiere.
Ma anche la Salvia Divinorum, col suo composto di Salvinorina A, riesce a immergerti nel presente, nel futuro e a farti scordare il passato. Raccontando una mia memoria psichedelica, non ricordavo dopo averla fumata, nulla di passato inglorioso, per quanto avessi detto alla pianta di farmi incontrare almeno un mio idolo, ma non dissi mai: cavolo, questa pianta è inutile.
Ne lodai gli effetti, di Futuro, e di completa sedazione del passato. Per 15 minuti, 30 alla buona, ero fuori dal mio corpo e i miei occhi guardavano la fine del Mondo passato, per raggiungere un mondo colorato e saturo davanti a me. Per quanto stessi solo guardando delle case e alberi fuori dal balcone di casa mia.
Un’altra pianta, l’Amico dell’Uomo ce ne ha date molte, è la psilocibina.
Per varie ore riuscii a non ricordare nulla, per quanto fossi presente. E finii a non ricordare non solo il passato, ma ad alterarlo dal Futuro. Sembrerà strano, ma non vi era nulla che il Futuro non sapesse cambiare. Ricordavo memorie a volte, durante il trip, ma tutto sembrava creato da me per ingannarmi e quindi farmi capire quanto raramente serva ricordare.
Finito il mio momento McKenna, posso tornare sull’argomento.
Ho sostenuto nella mia tesi la fine della memoria storica, intima e passatista, ma difficilmente creeremo qualcosa, senza vere istruzioni.
La memoria è cangiante, in altre parole o in versi, la memoria è qualsiasi cosa tu voglia, anche falsa.
Il tempo è circolare. Il futuro è presente, il presente è passato e il passato può ripresentarsi nel futuro. Solo Dio ha un tempo lineare.
Le civiltà stanno cadendo, sono cadute o son già risorte, mentre leggevi questo articolo?
La tua stessa umanità (puh!) che tanto ami, sta venendo, lenta e decisa, annientata da questo articolo, finché di te non rimarrà altro che un antiumano, accelerato e futuro.
La tua stessa corda vocale ora non fiata, forse ride, ma la parola che dirai, la prima, l’hai già detta dal Futuro. Se pensi che il Futuro sia già scritto, hai ragione, perché è passato.
È un passato che mai tornerà, con beneplacito tuo, mio e di tutti.
Il Futuro influenza il passato.
In maniera percettiva, le tue memorie altro non sono che rielaborazioni della tua mente futura. Chissà: cosa ho fatto dieci anni fa?, la percezione cambierà, ma l’azione è avvenuta.
La percezione altro non è che come vedi nel presente qualcosa, ed è irremediabilmeumanitànte già avvenuto il tuo attimo percettivo, solo non lo sai, visto che vivi, o pensi di vivere già nel presente. Se ti dicessi: non hai mai commesso quel fatto?, la tua percezione direbbe che l’hai commesso, solo non ne hai memoria.
Memoria utile a ricordare il passato, ma mai ad anticipare le mosse del Futuro.
Se ti sembra schizopostaggio, non abbiamo nemmeno iniziato.
Tu, umano, altro non hai che il Futuro e Dio, il Futuro è ciò che è ora, adesso, mentre scrivo tutto ciò è già avvenuto, passato quindi penserai, ma io dico che il Futuro influenza il passato anche non in modo percettivo ma anche memoriale. Tu nel futuro hai pensato al prendere dei tartufi magici? Bene, hai la memoria fottuta ora, hai la memoria che altro non è che un grosso ricordo di un mondo mai avvenuto.
Liberarti dalla prigione demiurgica della memoria, come si potrà fare?
Annullando la stessa memoria, lasciarla marcire, data-rot cerebrale. Siamo altro che computer, vero? Il computer pensa di essere umano.
Ma solo Dio, l’Unico, il Maestro, sa quando smetterà questo umano tempo circolare.
Il tempo e lo spazio morirono ieri
, disse Filippo Tommaso Marinetti, ma lui non seppe realizzare appieno il Futuro, per quanto è stato un maestro.
Cristo ha annullato il tempo circolare degli dèi pagani e distrutto la memoria di quei templi, ridistribuendo a tutti la nozione del tempo lineare, peccato-redenzione-santità.
Cristo è il primo futurista, ma questo è un discorso per altri giorni.