Muschio Selvaggio è un podcast che, nel rispetto delle logiche con cui un programma del genere andrebbe valutato, risulta scadente.
Se alla fin fine il programma è ascoltabile – e, a volte, perfino divertente – è altra questione. Le ragioni di un simile ambiguità si devono cercare nella personalità degli ospiti invitati, i quali, nonostante la mortificazione a cui sono sottoposti dalle continue interruzioni e dal cretinismo del clima generale, riescono talvolta a mantenere viva la nostra curiosità. Ma si tratta di uno spreco, di un potenziale inespresso.
Andiamo per gradi. L’idea è molto positiva, la scelta degli ospiti – quasi sempre ben collegati con la cronaca più attuale – anche.
Ottima l’ambientazione, ottima la regia, ottimo l’impianto audio, carino il nome.
E allora, cosa c’è che non va?
Fedez.
Soprattutto, che però è anche colui che, grazie alla sua fama, rende possibile il programma stesso. Da questo circolo vizioso sarà difficile uscirne. Il rapper è spesso incapace di gestire una conversazione in modo maturo.
Il suo comportamento è quello del compagno di classe, egocentrico e un po’ rimasto, che alza la voce e catalizza su se stesso ogni conversazione. Insomma, se non avesse la fama che ha, nessuno lo riterrebbe degno di condurre un podcast.
Come se non bastasse è superficiale e irrispettoso, schifosamente irrispettoso.
Un esempio? Non serve neanche lavorare di archivio:
Il recentissimo episodio numero 111, Scandaluzzi con Nuzzi, è infettato dal suo senso dell’umorismo infantile e fuori luogo. Lui si diverte a scherzare sui preti come un adolescente un po’ sfigato che cerca di fare colpo sulla ragazza che non se lo fila di striscio, e vabbè, ma quando c’è di mezzo una povera quindicenne scomparsa da anni e il dolore dei suoi cari dovrebbe stare più attento.
Incapace di empatizzare con il prossimo, insensibile alla sofferenza altrui, intrappolato nella sua stolida autoreferenzialità, scherza e si scompone in sonore risate quando racconta che la povera Emanuela Orlandi non è mai stata ritrovata (minuto 3.05, vedere per credere)
A lui fa ridere la storia di una ragazzina scomparsa nel nulla, probabilmente assassinata.
Si tinge le unghie come una donna e ride di una tragedia che non lo riguarda.
Il mio non è moralismo, intendiamoci, e se egli non si atteggiasse continuamente a paladino dei diritti delle minoranze allora potremmo passare sopra certe sue intemperanze.
Ma non è così e, dunque, questa mancanza di rispetto non è ammissibile.
Basterebbe il suo disgustoso comportamento nella puntata che ho citata – ma, credetemi, gli esempi si sprecano – per capire che la benignità che spesso ostenta è pura finzione, semplice strategia commerciale.
Lupo travestito da agnello.
Insomma, egli determina un serio calo di qualità per il programma. Le sue domande sono quasi sempre fuori luogo, le sue osservazioni banali, le sue battute cretine e offensive, la sua immaturità fastidiosa. Non sono l’unico a pensarla così e consiglio un giro tra i commenti di YouTube per rendervi conto del giudizio addirittura plebiscitario nei suoi confronti (non scherzo, viene letteralmente demolito, lo odiano tutti; c’è addirittura chi crea le liste con i minutaggi delle sue interruzioni, praticamente è diventato un meme vivente).
Per quanto riguarda Luis non c’è molto da dire:
Senza montaggio arranca un po’, ma è simpatico, rispettoso, autentico e, soprattutto, non interrompe. L’impressione è che sia un bravo ragazzo, con i piedi per terra e consapevole dei suoi limiti; cosa che, dopo la doccia di ego a cui Fedez sottopone gli spettatori, fa solo piacere.
Per quanto riguarda il fratello di Luis, l’enigmatico Martin, il parere è positivo.
Senza reputarlo un Heidegger redivivo, come talvolta alcuni commenti suggeriscono, si tratta di un ragazzo intelligente, genericamente preparato, e in grado di empatizzare con gran parte degli ospiti, cosa che non fa mai male.
Consiglierei ai due fratelli, pur senza snaturare la vena ironica del programma, di cercare di non buttare continuamente tutto in vacca. Mi rendo conto che con un Fedez carico a pallettoni e pronto a interrompere continuamente l’operazione è oltremodo difficoltosa ma, forse, vale la pena tentare.