ODE AL TRATTORE

ODE AL TRATTORE
Lettura boomer
Dal letame nascono i fior Non sono un magna merda MA,

Il letame ha proprio un buon odore: l’odore della libertà.

Attorno alla libertà si fanno oggi grandi discorsi, quasi sempre senza averne le basi. In Occidente (qualsiasi cosa sia) viviamo in un’epoca con più libertà possibili (e le cose non stanno andando molto bene), ogni tanto ce le inventiamo, e ci inventiamo anche diritti, ma senza riconoscere doveri, se non quelli che gli altri devono avere per rispettare le nostre libertà.

Volete dirmi che non posso tagliarmi il cazzo e definirmi donna? Mi state rubando la libertà!”

A dire il vero, a volte mi sembra di vivere in un regime di libertà vigilata, e questo all’uomo impoltronito del terzo millennio va benissimo. D’altronde il POS serve per combattere l’evasione, poco importa se tutte le transazioni sono tracciate, la SIM è normale che abbia un intestatario, come se per parlare con qualcuno sia obbligatorio presentarsi prima, e la macchina elettrica è green, le batterie tanto le smaltiamo in Cina e se non te la puoi permettere c’è sempre la bici.

In fin dei conti noi non abbiamo nulla da nascondere, non facciamo nulla di male e ci va benissimo fare sesso in pubblica piazza con la rispettiva fidanzata (d’altronde non stiamo facendo nulla di male)

Al contadino va un po’ peggio: la libertà gli è stata rubata.

Non vi parlerò qui dei mali dell’agricoltura, settore che mal si adatta ai tempi moderni e che per questo viene via via abbandonato. La rivoluzione è il trattore acceso in mano ai contadini.

EXCURSUS

No, gli articoli dei professionisti dell’informazione sull’idilliaco ritorno in Appennino non mi hanno mai convinto; l’Appennino mi piace, ci vivrei pure, ma l’Appennino (o l’Alpe o qualsiasi altro campo) bisogna guadagnarselo, non si può lasciare il brokeraggio a Mil(ano), investire lì la liquidazione e far lavorare gli altri.

In agricoltura non funziona e non è un caso che tali articoli ci informino di chi torna ma non di chi prosegue.

STOP

Vi basti sapere che è un settore che vive di sovvenzioni e di sgravi fiscali ma soprattutto, è ben lontano da un regime di libertà economica. Regolamenti su regolamenti, leggi e leggine, ambientalisti, verdi e zecche, hanno reso la politica europea in agricoltura altamente fallimentare.

Da bravi burocrati, però, credendo di poter controllare il mondo dal loro scranno, i legislatori sono stati abili: a suon di finanziamenti a fondo perduto la baracca è andata avanti e si sono tenuti buoni i contadini.

Il mio prof. di zootecnica raccontava sempre che con i primi contributi in agricoltura a fondo perduto (anni’80) alcuni si sono comprati il macchinone e gli altri sono andati a troie (gli ultimi romantici)

Hanno fatto bene: chi ha risparmiato li ha usati per pagare le multe sul latte.

Le famose “quote latte”, detta alla carlona, sono una multa che l’Italia ha preso dalla Comunità Europea perché produceva troppo latte e che l’Italia ha pensato bene di scaricare sugli agricoltori (non a caso si dice fare “alla romana”). Ora, non so voi, ma non ho mai sentito un comparto multato perché produceva troppo, è come dire alla Apple che fa troppi cellulari e mettergli un bel multone per farla smettere di produrre. Con la differenza che i contadini non sono la Apple. 

Ma torniamo a noi.

La politica agricola europea ha questo strano credo: avvantaggiare le micro-imprese, finanziare a fondo perduto le aziende (indipendentemente dal fatturato), stabilire, per alcuni prodotti, la quantità “giusta” da produrreroba da piani quinquennali – e togliere continuamente dal mercato pesticidi senza sostituirli con altri di nuovi, sì senza pesticidi non si mangia e Big Mama sarebbe Small. 

Per quanto l’euroinomane burocrate sia contento del suo lavoro e i verdi cantino vittoria, il contadino si scontra con la dura verità:

è nella merda.

Ora si capisce perché i contadini di mezza Europa, solitamente gente umile e lavoratrice, sono in strada a protestare; questo giro i burocrati non hanno compensato la solita cazzata green con un corrispettivo contentino al settore.  Pensando che il ritorno al maggese sia il futuro, l’UE vuole obbligare i contadini a non coltivare la terra e togliere gli incentivi sul gasolio agricolo. 

Nulla in contrario: la fame e il bovide calore tempreranno gli uomini.

A questo punto, ho scritto più io sulla protesta degli agricoltori che non i professionisti dell’informazione negli ultimi due mesi; ahimè, la zia boomer coi video “inoltrati molte volte” delle proteste in Germania ha più agganci e notizie dei giornali italiani. 

O forse hanno solo cercato di nascondere e minimizzare la protesta. 

Suvvia, la zia boomer è più credibile della Botteri? Forse sì, ma il trattore nella stanza è troppo grande per non essere visto e continua a sgasare. I burocrati scappano, i verdi piangono e il contadino, in mezzo alla merda, se la ride: sa che respira l’odore della libertà.

La rivoluzione è il trattore acceso in mano ai contadini.

Agricoltori

POST

Evidentemente questo articolo è stato scritto prima dei fatti di ieri, si capisce bene che avevamo grosse aspettative noi de ilBlast.

Sono state puntualmente disattese.

Speravamo di avere nei reazionari contadini italiani una spalla, un appoggio, dei compagni, dei camerati, dei partigiani.

Così non è stato. Siamo rimasti soli. 

I contadini, con cui simpatizzavamo, appaiono spaccati e divisi, ma non meno anime agitavano i Gillet Gialli quando mettevano a ferro e fuoco le città francesi, non per questo si sono divisi. Perché i francesi sì e noi no? Possibile che non riusciamo a metterci d’accordo sul nulla? 

Il ministro Lollobrigida, più che un ministro italiano sembra un segretario di Bruxelles. Chi si aspettava una presa di posizione forte – a favore o contro dei contadiniè rimasto deluso e Lollobrigida è apparso inetto e senza coglioni.

In un maldestro tentativo di smorzare la protesta, al ministro è avanzato addirittura di convocare i sindacati, gli stessi contro cui in realtà stavano protestavando i contadini.

Non pago, ma qui forse la giocata si è rivelata astuta, ha parlato con una delegazione di Riscatto Agricolo, movimento che non rappresenta tutti i contadini ma i cui appartenenti sono tutti iscritti al suo partito (secondo quanto sostiene Danilo Calvani, leader della protesta)

Seguendo la vecchia logica “dividi et impera”, Lollobrigida – consapevole o meno – è riuscito nell’intento di spaccare la protesta e dividere i contadini, che infatti non hanno più sfilato in centro Roma e che quasi sicuramente non arriveranno a San Remo.

Una disfatta su tutta la linea.

Il passatismo e l’immobilità – anche nelle proteste – regnano sovrani, il Blast rimane l’unica avanguardia possibile in Italia. 

Noi resteremo sempre Fedeli Alla Linea, 

a differenza dei contadini.

Agricoltori
Contadini in siesta – Vincent Van Gogh

1
L'EPOPEA DI MAURO DA MANTOVA
2
Trump annetti (anche) noi!
3
 La Neo Cina viene davvero dal futuro
4
QUANTI SONO GLI NPC?
5
AVIANO

Gruppo MAGOG

Interregno - Iconografie del XXI Secolo
Gurogog

Interregno - Iconografie del XXI Secolo

Non solo su Instagram, l'abbiamo letto veramente
2 anni
ANDALUSIA: QUANTE MADONNE
Psicopolitica

ANDALUSIA: QUANTE MADONNE

Grazie o’ Muse delle terre andaluse. 
1 anno
La Romanizzazione del Cinema Italiano
Colapelle

La Romanizzazione del Cinema Italiano

Non molto tempo fa mi sono recato al cinema per vedere il film Adagio di Sollima
11 mesi
ARCHEOCONTATTO - TURISMIFICIO
Connessioni

ARCHEOCONTATTO - TURISMIFICIO

Abbiamo ponfato anche questa volta
2 anni
NAPOLI AVANGUARDIA
Proclami

NAPOLI AVANGUARDIA

Una serata Blast
2 anni