5
Resta la resa.
Dinnanzi
All’apparenza che goccia
Dopo goccia,
Depone
Ciò che Carsica;
Colata di chiacchere.
Coralli slanciati
Da arterie sfasciate.
Sagome contorte
Arbusti rinsecchiti.
Scalpiti scolpiti su corpi,
Schisi sguardi schivi.
Siam noi,
L’afa palustre
6
Ardore,
Timore di farsi prato
Primavera distesa,
Dorme indifesa
Rigoglia impetuosa.
Impregna Frecce,
Pronte alla scoccata.
Sciocca!
La traiettoria danzante.
Arciere estasiato,
Gli occhi,
Lanciano la vista
Al di là del cespuglio.
Sono atterrito,
Dallo sguardo verso l’infinito.
8
La folla coro
Io la ignoro.
Sono uno spettatore;
Estraneo alla viseità:
Districarsi
Tra specchi parlanti
Senza smembrarsi.
il Paeseggiarsi nella città:
Vagheggiare senza meta,
Senza articolare
Accade!
Il mio corpo esploso :
Messa in scena rattrappita,
Scolorita.
Velo pietoso desertico;
Un trespolo
Dove recitano i chiacchieroni.
Città viva.
Serraglio , soglia.
Tengo il fiato fino al parco.
Alveolo e polmone essiccato
Un varco ricucito,
Dal Sarto (santo?).
9
Dal basso verso l’alto
Capo chino e in ginocchio.
Avvinghiato agli stinchi della Donna
Sbava gocciolando come sangue uterino;
Ma è dolce diabetico,
Come succo di pesca matura:
Quella cercata dal naufrago in una torrida estate,
Per mozzicare la lussuria
E godere sotto l’ombra.
Una pozza che lo riflette,
Un Narciso che si spappola,
Quando lei incrocia i suoi occhi.
Sta Là.
Lui smielato ,
Trasmutato in miele,
Spalmato sul pavimento;
Nettare d’insetti ingolositi,
È mezzaluna fertile.