prigozhin prigozhin prigozhin
Non si pianga la tua morte
Né che in cielo siano tuoni
Pianga ognun come può il forte
Pianga a colpi di cannoni
Saturnino uomo-guerra
Al mondo desti nuovi eroi
Ma non fu la tua gran terra
Grata a te e ai figlioli tuoi
Poi che i neri maomettani
Ricacciasti dai confini
Difendesti gli africani
Combattesti gli ucraini
Ma non moristi nel cemento
Di Bacmutta rasa al suolo
Ma al terribile momento
Che il tuo aereo cadde in volo.
Grande Duce neo-solare,
Il mondo ti ha diseredato
Sia la guerra nucleare
A chi non ti ha meritato.
Omaggio de il Grand Hotel Codreanu
Sì, ok? Sono effettivamente un pochino in lutto per Prigo.
Alla fine però tutti i condottieri del passato erano anch’essi oligarchi, non per questo li sminuisco nella mia mitologia personale.
Sarà forse la desolazione della nostra epoca, che mi porta ad attribuire caratteristiche antieroiche anche a coloro che non le meritano a pieno titolo?
Sarà forse quindi che per quanto egli fosse un ritratto sbiadito del buon vecchio mercenariato di una volta, avesse comunque cercato di essere un moderno condottiero come Mad Mike o Eeben Barlow in un’epoca in cui anche questo settore è diventato una latrina del corporate dominato da compagnie con profili LinkedIn come Academi o Asgard, i cui vertici sono scribacchini e contabili che non hanno mai visto il fronte?
I suoi musicisti sono degli avanzi di galera, dei poco di buono criminali della peggior specie…ma non era forse tra costoro che Cristo trovava i suoi soldati più forti?
Se il mestiere atavico della donna è il meretricio, quello dell’uomo era il mercenariato.
È morto l’ultimo condottiero, e con lui quel quarto antichissimo settore segreto dell’economia, destinato ora ad essere del tutto assimilato definitivamente dal terzo e più infame.
Omaggio dell’Autore, Khan degli Etruschi
Ma non è forse il mercenario il più genuino, in un mondo di falsi e di menzogneri? Non è forse il mercenario l’unico, che per puro, inadulterato spirito di avventura, decide di mettersi al servizio di potenze e combattenti dei quali conosce sì e no pochissimo, ed ai quali è legato ancora meno?
Non è forse, in un mondo di omosessuali i quali trovano nell’atto perverso l’unica maniera di – lunarmente – apprezzare un grande uomo, l’ultimo che invece si mette – solarmente – al suo servizio?
Quale senile oligarca può vantarsi, più vicino ai 60 che ai 50 anni, di aver sfidato Volodymir Zelensky ad un duello con dei jet, ed essersi realmente librato in aria con un Su-25 sopra il gran concerto di Bakhmut in attesa dell’avversario?
Prigozhin – L’Ultimo Condottiero, ed i suoi uomini, gli ultimi Cavalieri.
Prigozhin, un uomo che nella propria vita godeva di una gioia selvaggia ad essere chiamato e rappresentato come il demonio – ha invece vissuto la più sincera delle morti. Come Icaro volò troppo vicino al Sole, al Sole nucleare delle armi atomiche del deposito di Borisoglebsk. Ma chi ha il cuore di biasimare l’unico che ha provato a riportare una luce nell’oscurantismo moderno?
“Ci raccontò una volta che in Libia, lui ed i suoi comandanti stavano guidando attraverso il deserto e si erano persi, e trovarono una jeep militare bloccata nella sabbia. Su di essa sedevano diversi scheletri, di cui uno continuava a tenere il volante nelle sue mani. Il vento caldo gli soffiava addosso, facendo sventolare i rimasugli dei vestiti. Questa immagine lo riempì di gioia - considerava una morte del genere ideale: in velocità, in un veicolo militare, nel mezzo di un deserto infinito, di gran lunga preferibile ad essere colpiti da un Bayraktar.”
Nel tema natale di Prigozhin, le influenze ctoniche – saturnine sono prevalenti. Era naturale fin dall’inizio che lui non fosse per questo mondo. Saturno è anche cognato di Satya-Yuga, la tanto famosa età dell’oro. Il valore numerologico del suo nome è 1 ed il numero dell’anima è 8, mentre per Kalki sono 8 e 1 rispettivamente.
Vale la pena sottolineare come anche i nomi Roncesvalles e Bertran de Born portino gli stessi esatti numeri di Prigozhin.
(fonte: una persona che si chiama Luigi)