Tutto questo e altro a STRAGOG, la festa/evento della GOG Edizioni e del Gruppo Editoriale MAGOG. Ci siamo andati, perché ci davano l’alcol a gratis.
La prima deflagrazione.
Siamo alle solite e io devo farmi da Milano a Roma con Italo. Siamo alle solite di ogni evento, io devo andare perché sono costretto da contratto. Stacco da lavoro nella Brianza, una terra magica, forse perché oggi ero più nell’Hinterland. Hitlerland, Brianzagrad.
E mi reco a Milano, mi portano su un’auto con i vetri neri, FIAT Panda bluastra con i vetri antiproiettile. Mi reco a Centrale e sono solo.
Di recente mi è venuta voglia, avendo carta bianca su quasi la totalità dei resoconti, di scrivere pure sonore cazzate.
A vostro rischio e pericolo prenderci autorevolmente.
Allora, dicevamo, stacco… fin lì tutto ok, e sono pure in Stazione Centrale.
Milano va così, prendo un Italo subito, subitissimo, e mi accorgo fumando una Lucky che non sono l’unico diretto a Roma
. Viaggio in contromarcia, così all’arrivo sono completamente allucinato. Vedo cose che i miei occhi non hanno idea, cose vaghe, come l’ATAC.
Al che vado verso via dei Magazzini Generali, 38, con così tanto carico sulle spalle da farmi sembrare uno sherpa. Raggiungo questo Sacro Uffizio: il WPP.
WPP è un campus, penso, ho letto ora le informazioni, e subito vengo accolto dai posteroni di STRAGOG. Mi sento a casa.
Rispetto all’ultima, calda, serata con Lindo Ferretti e Massimo Zamboni questa è molto più intima, riconosco in ordine, visto il posto a sedere in contromarcia e zero caffeina:
Sebastiano Caputo, capo indiscusso di tutta la baracca. Ha all’attivo numerose missioni in Afghanistan e Siria. Si mormora che le suddette gli abbiano lasciato danni inenarrabili sulla psiche, in un continuo stato di Guerra Totale Mentale. Detto dai lealisti al regime infodemico, e con terrore dai separatisti: Ràis.
Lorenzo Vitelli, capo indiscusso della GOG Edizioni, lui ha più capelli di me quindi gli devo stima, ne ha così tanti che si sono ingrigiti col tempo, condizionandogli la vita, rendendo di fatto GOG il suo escapismo da una dura, quanto inesorabile, pelata quando avrà trentacinque anni.
Davide Brullo, lui. Beh, che c’è da dire. Gestisce Pangea, aspettatevi di tutto da lui. Un colto, un poeta e un grande ponfo, cioè (per i nuovi) un grande amico di tutta la banda. Già conosciuto a Olmeneta da ilBlast, oggi è qui perché non aveva di meglio da fare, tra assenzio e intrallazzi da intellettuale. Chioma inamidata canuta, simbolo di saggezza.
Ranpo Fahrenheit, capo del Blast, lui ha portato tutti noi a Roma, cioè, ci ospita. Tomista assoluto, tutta la serata la passerà a parlare del XI Congresso Tomistico Internazionale, dove – probabilmente – diventerà un Santo degno di lode e gloria. Lui sa creare contatti, e sa contattare la Matrice, cioè, la nostra anima Blast.
Lorenzo Alderaan, io l’ho già beccato al Libretto Rozzo, ma lui, avendo più capelli di me e perciò, rispetto la sua passione smodata per ilBlast, dove ne gestisce l’ambiente social sul Meta.
Jøe Våñn
i, già visto a Olmeneta, lui è cremonese e odia a morte Catone T. Odya, che stasera non è presente. Infatti gode. E di lusso. Grande esperto calcistico, tifa la Cremona come un ardito la bandiera. Come un partigiano oggi è qui a diffondere il verbo cremonese e velate bestemmie – non molto recepite da Ranpo.
Blastide Furioso, lui è milanese, io dovevo farmi il treno con lui ma alla fine si è fatto il busse da Milano a Roma, sola andata, senza fermate. Infatti è morto, noi abbiamo solo fantasmi della sua mente alla Carl Schmitt.
Tupamaro MonteneBRO, lui è ponfo, c’è poco da dire, parla solo romanaccio strettissimo, si veste da boro, porta un sacco di amici e fa freestyle con membri assoluti delle crew romane, in pratica lui è la nostra porta per la musica
Andrea Antonioli, diventa giovane solo crescendo. Infatti è un Vitelli depotenziato, capace comunque del fatto suo. Direttore di Constrasti, la rivista sportiva che presenterà un evento stasera.
Mi faccio da parte, prendo una birra (noi l’abbiamo gratisse), ed ecco che arriva pure Vincenzino Profeta, il nostro, il Profeta, lui non potete nemmeno immaginare chi sia, se non lo sapete cliccate qui sotto:
Una serata con lui ti condanna al TSO, o alla galera vaticana.
Questa sera: 220 persone, non proprio contate, ma siamo andati a occhio, più che altro contandole in file da cinque, quindi sì: riempito.
Partono le conferenze, io fumo una terza Lucky, intanto Profeta si avvicina quatto quatto al palco.
Vitelli e Caputo prendono la parola e introducono la festa, non il festival, di MAGOG.
GOG e MAGOG, come nel Corano, siamo infatti davanti a due mostri leggendari.
Signor Enzo Capo di Blast
E quando meno me l’aspetto ecco che Vincenzo Profeta sale sul palco e inizia un dibattito sul BR Ammazzate Banksy, che trovate:
Vitelli, ieratico, sale sul palco mentre Profeta parla, e inizia a fissarlo. Fino a quel momento pochi di noi avevano ascoltato Lorenzo Vitelli, ma in poco tempo ecco che il capellone ha una trasformazione: non è più il capo di GOG, è GOG stesso. Sguardo che sembra fatto di iceberg.
La richiesta di Profeta di un bicchiere d’acqua viene accolta da lui con la materializzazione sulla sua mano di una Sant’Antonio naturale.
Nessuno aveva visto prima quell’acqua, probabilmente era solo nascosta. Probabilmente no…
Vincenzo cita e parla di un essere leggendario che ha ispirato la sua Palermo Male (QUI!) e BR Ammazzate, ovvero il Signor Enzo.
Il Signor Enzo è il principale esponente della Street Art italiana e della cosiddetta Art Brut italiana, che sembra un insulto ma non lo è.
Se la fa con NOF4 in termini di furor creativo.
Signor Enzo è un anziano schizofrenico di Palermo, che, abbandonata di sua spontanea volontà ogni cura e casa, nonostante la disponibilità economica dei suoi famigliari, si è dato alla macchia per l’Italia. Disseminando graffiti veri, graffiti a volte incapibili come punteggiature, virgolettati, nomi di persone sentite per caso o il suo famosissimo slogan:
BR AMMAZZATE [inserire nome di persona cattiva]
Profeta ci spiega vita e miracoli del Sommo: una ragazza lo approcciò cercando materiale per la sua tesi di laurea sul Signor Enzo stesso, lui la prese bene, e iniziò un romantico stalking, molto dolce in realtà, dove semplicemente scroccava passaggi in macchina o bevute. In tutto questo, arrivò a intitolarle un graffito, a nostro avviso emblematico.
BR AMMAZZATE LE DONNE.
Forse non era andata bene, forse era un omaggio al genere femminile, alla sua bellezza, immortalata in una semplice scritta, fatto sta: il Signor Enzo non odiava nessuno, lui rendeva immortale su palazzi e facciate di cemento chi o cosa lo attirava.
Finché un pirata della strada non lo investì, regalandogli il sapore della morte.
BR AMMAZZATE LA MORTE.
Signor Enzo, il vero capo di Blast.
Vitelli si alza, si alza Profeta, riprende l’aperitivo.
Alla mia domanda, timida al Lorenzo ieratico, di una sigaretta… ecco. Mi diede una cartina, ordinandomi di rollarmela, estraendo del tabacco dalla tasca della giacca. Magicamente, appena rollata grossolanamente con le dita, diventò una Lucky, identica alle mie. Estrassi dalla tasca il pacchetto, sapevo che mi avesse fottuto ma non poteva farla franca. Le sigarette erano ancora lì. Solo che ora erano Gauloises blu con filtro. La scritta: cancro alla gola, mi fece urlare:
GOG!!!
Riprende al serata, ora è il momento di Davide Brullo e del primo ospite non-MAGOG: Dario Fabbri.
La tensione, si respirava nell’aria.
In realtà qui dobbiamo tornare indietro a una settimana prima…
OLMENETA CALLING, da cliccare se volete sapere che diavolo sia successo in un posto sperduto, con gente di Blast e alcolici, nonché gli interventi matti.
Il Grande Scontro, Brullo vs Fabbri
Brullo lo conosciamo, ma permettetemi di dire: alla notizia di un futuro conflitto con Fabbri fece una faccia un po’… così.
Dario Fabbri è il direttore del mensile Domino, nonché giornalista e amico stretto di Enrico Mentana, nonché personaggio televisivo molto influente.
Un uomo che tutto sommato, a STRAGOG, doveva esserci: una voce razionale.
Una voce economico-sociale, più o meno accorta dell’ambiente che sia, ma comunque una voce. Una voce, diciamo, che non reggeva molto al Brullo nazionale. Brullo dal canto suo era una specie di santone impazzito, un Rasputin letterario. O forse voleva più un Rogo delle Vanità capace di incendiare il palco. Un folle insomma, un folle armato: poesia e letteratura.
Infatti si parlava proprio di questo, un argomento molto strano: Geopolitica Letteraria.
Noi di Blast eravamo concentratissimi, Brullo era lì, perfettamente agghindato. Ed ecco che Fabbri fa la prima mossa, alzandosi e andando a rispondere a una telefonata. Alcuni dicono: servizi segreti israeliani, palestinesi o direttamente Mentana. Altri dicono: la chioma di Brullo lo aveva impaurito.
Attacca tornando con un discorso su come le culture cercano la sopravvivenza economico-biologica. Brullo, secondo noi con una possessione cremonese, dice:
Voi di Blast avete già sentito questo discorso, alzatevi e sbronzatevi.
Discorso su come l'umanità tende alla cultura e a un'epica popolare, sciamanica, metafisica.
Fabbri da la sua risposta, attendibile storicamente e economicamente salda.
>Brullo si alza.
>Scuote la testa.
>Va in bagno.
Si vocifera sia stata una burla, una linguaccia dopo la telefonata di Fabbri. In realtà: Brullo doveva andare ai servizi. Assolutamente folle.
Il Grande Calcio (di Bruce Ketta)
Durante la prima serata di Stragog è andato in scena anche l’attesissimo intervento degli amici della Rivista Contrasti a cui abbiamo sicuramente invidiato la grande affluenza di pubblico, tanto che il sottoscritto è stato l’unico Blastide dissidente che vi ha partecipato.
A condurre l’evento è stato Andrea Antonioli e come ospiti Marco Ciriello e il radiocronista Francesco Repice, quest’ultimo è un’istituzione per chi, come il sottoscritto, ha vissuto di calcio e continua a farlo.
Tra paragoni impossibili (Ciriello che mette sullo stesso piano Kvaratskhelia e Nietzsche) e critiche ai teorici del pallone (giocatevi il City perdente in semifinale di Champions con gol da lancio lungo) si è tornati alle radici di questo sport, l’unica religione rimasta in un mondo di idoli decaduti.
I due ospiti sono saliti in cattedra sul tema infinito del calcio sudamericano con aneddoti su trasferte assurde in Brasile per Italia-Fluminense e annessi imbottigliamenti nel traffico dai tempi biblici, cene con Ronaldo (il Fenomeno, mica il pirla rifatto) che fornisce delucidazioni sul segreto della superiorità tecnica dei giocatori provenienti dalle favelas, che non vi rivelerò.
Si è parlato anche del lato umano dei calciatori, che troppo spesso ci sembrano lontani dal nostro mondo e verso il più umano di tutti loro: Diego Armando Maradona.
Ma la tematica principale è stata la decadenza del Calcio, che da sport di tutti si sta trasformando nello sport di pochi, dallo strapotere delle emittenti a quello dei grandi club (il PSG è visto come un chiaro esempio della fine del mondo da Ciriello) e di quella del talento che si sta pian piano arrendendo alla tattica e alla preparazione fisica. Il Calcio sta morendo e i romantici di questo sport sono ormai una razza in estinzione, sono felice di aver ascoltato due di loro parlare senza filtri.
Ma se si stesse semplicemente evolvendo per stare al passo coi tempi?
Ai posteri l’ardua sentenza.
OZNEROL & RANPO
Ultimo intervento, sinceramente poco seguito dal pubblico, vede un blastide finalmente: Ranpo Fahrenheit a destreggiarsi con il memer di Facebook Oznerol.
Discorso su come il meme influenzi la vita reale e la sua condizione nel panorama internettiano. Discorso forse troppo aulico, tant’è che uno del pubblico si alza, e, alla domanda: Cosa possiamo fare?, risponde:
SCOPARE.
Poesia moderna, che resse bene il discorso, poesia che diventa l’ultima formidabile nozione della serata, direttamente da Oznerol.
Non abbiate paura di intasare Internet, nel migliore dei casi farete ridere qualcuno, nel peggiore verrete ignorati.
Maritozzaro Atomico
Fine serata. Conteggio delle vittime: ancora nessuno a parte un Fabbri dileguatosi subito dopo. Per le 24:00 in punto siamo tutti fuori.
Quindi che si fa, cosa fanno tre lombardi e un romano a Roma?
Maritozzaro.
E siamo sorpresi da vedere gente alle due di notte, davanti al maritozzo a nutrirsi.
Poi una dormita, siamo carichi come iene. Ma non sappiamo cosa ci porterà il domani.