Vorrei poter scolpire l’anima
mia nel silenzio.
Senza soffrire le ire.
Tutto questo ardire nel dire
ciò che è giusto sopperire.
Vorrei poter finire qui.
Tocchiamo il complesso a plesso dell’Emerso.
Voglio bisbigliare parole lontane.
Urlare.
Navigare.
Volare.
Finché, core meo, si arresta all’ebrezza di una carezza,
data con certezza.
Vivo nell’ incertezza.
Rinnega la sera.
Spera serena.
Soffia leggera
la cantilena.
Anela il soffio.
Scende inesorabilmente la
Goccia del Pianto.
Canta oh Musa il tuo
Lamento.
Sento
Dentro
Il denso
Sentimento.
Penso.
La mia luna gira infinite volte
Sull’Asse del Piacere.
Sincere parole moriranno in questa notte
Velata e celata
All’occhio.
Toccatevi tra gli spazi
Inerti dei vostri corpi,
Assorti al piacere
Dell’Istante.
Ansante di calore se
Ne esce il sospiro,
Cheto sotto il velo.
Soffochi dentro le
parole scarne,
Ascoltate di sfuggita
In questa vita infinita.
Raccontami, o Musa, storie
Lontane di fate arcane.
Breve sogno, desta
Le mie affrante membra.
Ecco l’Eterno.