(S) Qatar - Rai

(S) Qatar - Rai
Lettura boomer
Dopo una sera infausta, abbiamo deciso di seguire le vicende del Qatar. Sulla Rai.

Ieri sera, dopo un softporn su Cielo (scherzo, per quelli dovete aspettare le 23), ho sfogato le mie tendenze masochiste guardando il TG3. Dopo i soliti servizi palesemente di sinistra, se così si può chiamare quell’accozzaglia che si trova all’opposizione, arriva il servizio sui risultati delle partite del mondiale.

Dopo aver riportato la goleada della Spagna (che tiferò in assenza della mia nazionale: il Veneto) ai danni del Costa Rica, si passa al risultato di Germania – Giappone.

Capisco che la Germania ha perso ma non danno i gol:

Il servizio si concentra sulla protesta tedesca.

In soldoni, ai tedeschi non è piaciuto il divieto, da parte di quell’associazione a delinquere che è la FIFA, di indossare la fascia di capitano one love a favore dei diritti LGBTQIA+XYZBRUM.

Non avendo capito il risultato, giro su Rai1, dove a breve sarebbe iniziata Belgio – Canada.

Anche il TG1 fa un servizio a riguardo, riporta la protesta dei tedeschi ma non il risultato.

Parte il prepartita con Lele Adani (secondo solo al bassotto poliziotto per delazioni dei festini in casa durante il lockdown, giusto per ricordarvelo) dove, anche lì, fa notizia la protesta tedesca ma finalmente danno il risultato: 

A sorpresa, i crucchi si sono presi due bei würstel nel culo dagli ex-alleati. 

A quel punto mi rendo conto di aver aspettato 3 servizi sulla partita per apprenderne il risultato, insomma:

In Qatar (come in Rai) il calcio sembra essere passato in secondo piano.

Il post-partita di Belgio Canada (1-0) non è da meno: tutti i presenti in studio sembrano appoggiare la protesta tedesca e per l’occasione indossano un braccialetto arcobaleno. L’ossigenato Bernardeschi in collegamento dal Canada, dov’è andato in pensionamento anticipato, compie un gesto eroico: in uno slancio di coraggio mostra la mano pitturata dei colori arcobaleno.

Si fa gran baccano e si grida alla vergogna, si fa appello ai diritti civili, si elogia la Mannschaft... All’osservazione del sempreverde Juri Chechi, dopo un breve preambolo per pararsi il culo, che il tema centrale del mondiale dovrebbe essere il calcio e non gli avvenimenti esterni seppur importanti, si replica:

Il calcio è politica.

Ebbene…

Politica e Calcio in Qatar? IO DISSENTO

Anzitutto, il calcio non è politica. Il calcio è uno sport che, al massimo, in virtù del suo ampio seguito, si presta ad essere strumentalizzato.

Non pretendo di risolvere qui l’annoso problema dei diritti civili (o presunti tali) ma l’aridità del dibattito (che non c’è) è alquanto imbarazzante. Di fatto appoggiare i cosiddetti diritti civili piaccia o no) è una posizione politica di parte e di conseguenza, essendo inquadrati in un sistema democratico, dev’esserci dibattito.

Se le nazionali di calcio rappresentano tutta la nazione, non dovrebbero appoggiare le idee di una parte e discriminare quelle dell’altra. Se le convinzioni sui diritti civili fossero condivise da tutta la nazione tedesca, allora la nazionale sarebbe legittimata a questa presa di posizione; poiché non è così non è legittimata.

Da qui si deduce che l’appoggio indiscriminato da parte di tutta la pletora di commentatori Rai alle pretese della comunità LGBTQIA+ è sulla falsa riga del gesto tedesco:

Una presa di posizione politica.

Che la rete nazionale sia spartita politicamente non sorprende gli italiani, ponendoci come osservatori esterni senz’altro avvertiamo un po’ di preoccupazione.

Secondariamente, i cosiddetti diritti civili lesi delle persone LGBTQIA+XYZBRUM quali sarebbero? Aggiungono una lettera ogni 6 mesi all’acronimo e hanno codificato una sessantina di generi:

Crediamo veramente che i problemi di questa comunità stiano nella società? 

In terza battuta, perché la ben più solida protesta della nazionale Iraniana, che non ha cantato l’inno per denunciare quanto sta succedendo nel paese, è passata totalmente in secondo piano?

Merita forse meno attenzione la tragedia di un popolo che vuole sbarazzarsi di una dittatura?

A mio avviso no, anzi, sarebbe l’unica notizia della giornata meritevole di attenzione. 

L’Iran sta dando una lezione di civiltà all’Occidente su cosa voglia dire lottare veramente per i propri diritti:

L’Occidente (o meglio, una parte di esso) risponde con le solite carnevalate politicamente corrette, un disco rotto che ormai ci ha:

Rotto il Cazzo

E non potrebbe essere altrimenti, ormai si è perso il senso del ridicolo; tant’è che improvvisamente parte del mondo calcistico si è reso conto che il Qatar non è democratico/liberale, o, quantomeno, ha dei valori diversi rispetto a quelli Occidentali (qualsiasi cosa sia l’Occidente, ammesso che esista).

Francamente questo punto è forse quello più irritante perché è fottutamente ipocrita. Se la situazione in Qatar fosse stata così inaccettabile, la protesta più efficace sarebbe stata quella di rinunciare al mondiale (esattamente come ha fatto l’Italia). Senza contare che accorgersi oggi, a 12 anni dall’assegnazione del mondiale al Qatar e dopo lo scandalo corruzione all’interno della FIFA (QUI!), dell’incompatibilità tra il sistema Qatar e i valori occidentali è un’ammissione di cecità e incompetenza mai vista. 

Arrivati alla fine di questo articolo mi sembra doveroso chiedere scusa alla Puttanell* che dovrà spendere tutta la paghetta settimanale per comprarsi la pomata per la passerina (vera o presunta) inevitabilmente arrossata dopo aver letto queste 4 righe scritte da un blastide fascista, razzista, omofobo, e perché no, pure napoletano.

Quanto a noi, cari Blastidi, impareremo a conoscerci, sono al mio secondo articolo e francamente ci sto prendendo gusto, spero apprezziate. E ricordate, se mai ce ne fosse bisogno:

Dissentire dal MONO-CROMISMO ARCOBALENO non è reato e nessuno è obbligato ad accettarlo:

La maggioranza silenziosa prima o poi parlerà.

Noi Blasteremo.

P.S. L’autor* è al momento irreperibile

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