Finalmente la suprema italica kermesse è terminata, per la gioia dei nostri lettori disgustati dalla nostra sequela di articoli dal sapore troppo nazionalpopolare
.
Ha vinto chi si sapeva. Due bravi pischelli con una buona canzone, carina e sanremese, che ha tenuto insieme il mainstream piagnucoloso e strascicato odierno con la grande tradizione della canzone melodica italiana.
Va detto però che in molti speravamo nell’alzata di capo finale che ci donasse una sorpresa tipo Gianni Morandi
. Non è bello sapere chi avrebbe vinto dagli ascolti in anteprima della stampa, e che al secondo posto ci sarebbe stata Elisa. (Dai, non ci credo che ha preso tutti quei voti, era palesemente tutto truccato, come al solito).
Nel complesso però un bel Sanremo, con una qualità musicale medio-alta ed un Amadeus in stato di grazia. L’abbiamo lodato poco in questi giorni, ma davvero ha tenuto benissimo il ritmo, ha invitato buoni ospiti e ha fatto in modo che non stracciassero troppo le palle con interviste e monologhi inutili. Davvero bravo il nostro Amadeus, sorprende specialmente se pensiamo che fino a pochi anni fa partecipava a Tale e Quale Show, la comunità di recupero per i falliti dello show-business messa in piedi dall’amico Carlo Conti, mentre oggi è praticamente la quarta carica della Repubblica.
Bando alle ciance, concludiamo con una top five di artisti che a noi sono stati molto simpatici:
1) Giovanni Truppi
perché si è presentato sempre in canottiera. Perché è facile andare mezzi nudi, ma con la componente mezza vestita griffata Prada; tutt’altro conto è mostrare delle braccia da sollevatore di ukulele sotto ad una pezza OVS.
2)
Dargen D'amico:
“che brutta fine, le mascherine“. Mi fratello Dargen palese avversario della dittatura sanitaria.
3) Irama
: chiaramente criptocristiano
4) Tananai
: non sa cantare, ne è conscio, c’ha meno follower su Instagram del più scarso dei violinisti dell’orchestra, arriva ultimo e si diverte come un matto.
5) Gianni Morandi
: come si fa ad avere 77 anni ed essere il capo degli zoomer?
Questi sono i nostrissimi, ma diciamoci la verità, per tutti i giullari che ci hanno accompagnato in queste serate proveremo una sincera mancanza.
La domenica di Sanremo è un po’ come quando il giorno dopo la fine di un bel viaggio ti rivedi tutte le foto con lo spirito già alla ritrovata routine.
Per fortuna c’è Mara Venier (Ciao Zia Mara) che al suo programma ospita tutti i partecipanti che con un bel playback danno il meglio di loro e ci fanno rivivere il meglio ed il peggio della settimana. Ma per fortuna anche che Sanremo dura solo cinque giorni
. Perché bellissimo eh, ma a una certa anche basta perché, così come il concertone del primo maggio, Sanremo “è fatto di gioia ma anche di noia*”.
*Ascoltatevi Il complesso del Primo Maggio di Eelst
