“Siete insetti”

“Siete insetti”
Ah sì? E tua madre è zoccola!

Come vi permettete di darci degli insetti? Non avete compreso la lezione fondamentale della democrazia. 

La democrazia, anzitutto, è una merda. Premesso questo, i tempi degli assolutismi in cui erano le élites a sputare dall’alto sul popolo sporco, fetoso, lezzo, sono finiti. 

Oggi la democrazia è una merda ed è questo il motore della sua esistenza.

Preferiamo avere una classe politica sulla quale poter sputare che una classe politica che sputi su di noi, (cit. Max Weber)

Dunque, se a distanza di pochi giorni dall’11 settembre russo, Netflix in combutta con ferrovie italiane architetta una geniale trovata pubblicitaria che vuole fingersi un attacco terroristico hacker al sistema ferroviario nostrano, già abbastanza in crisi di per sè, inviterei il CEO della piattaforma in questione e di ferrovie italiane a farsi un giro nei vagoni, nelle stazioni, a parlare con i capotreni, con i controllori, quelli comprensivi e quelli merdosi che ogni tanto se le prendono da chi non conosce le buone maniere, da chi salta i tornelli, da chi se lo guardi storto ti mena.

Li inviterei a dare un’occhiata rapida al volto dai mille volti della massa, e a rendersi conto che gli schiavi di oggi, seppur tacciati di ignoranza, di rozzezza e arretratezza, pensano e quindi oltre ad esistere, sono molto incazzati. 

Non lo capite, ma la gente pensa.

La gente, non le persone, pensa. Pensa di pensieri collettivi tendenzialmente fetenti, miasmatici, ma è logico, perché è un fermento. La trap, il trash, il Grande Fratello, Uomini e Donne, le soap opere, il gossip, i giornali che chiamano sangue, le folle che urlano sono il fetore che per millenni è rimasto sigillato nel recipiente formale della schiavitù, nominalmente disciolto con l’avvento delle democrazie liberali pluraliste, conseguenti della molecolarizzazione della politica che i partiti di massa hanno apportato alla struttura delle nazioni. 

Quello schifo che sentite nell’aria non è l’inquinamento, ma il fetore che è rimasto tappato giù nelle fogne per secoli, e che ora vi dà la nausea.

“Ma dai, era solo una trovata pubblicitaria per sponsorizzare il nuovissimo PROBLEMA DEI TRE CORPI”

Allora, anzitutto, ripetiamo tutti insieme:

IL PROBLEMA NON È DEI TRE CORPI, MA IL PROBLEMA È DI TUA MADRE CHE È UNA GRANDISSIMA PUTTANA. 

Secondo, il problema ora è tuo, perché hai violato la prima regola della democrazia.

Non siete voi a poter sputare su di noi, perché altrimenti noi saremo costretti a lapidarvi. Frantumare i teleschermi con cui costantemente ci sfracassate il cazzo con pubblicità di donne nude che non potremo mai comprarci, di influencer bonissime che non avremo mai occasione di mettere a novanta, con influencer effeminati che non avremo mai occasione di menare, con le notizie e le polemiche di cui ce ne sbattiamo i coglioni.

“Siete insetti”, ah si? Bene, “dunque ridateci un dittatore!”

Insetti, noi che quando ci sono le elezioni rinunciamo chi ad andare al mare, chi ad andare a puttane, chi a farsi un negroni alle dieci del mattino per dover andare a tracciare una X su di un foglietto del cazzo in assoluta segretezza senza neanche potersi fregiare di quel gesto.

E poi seguono giorni di commenti di giornalisti che dicono la loro, che s’incazzano, che urlano, che ti dicono che non leggi abbastanza, che devi leggere tutti i giornali se vuoi capire veramente come vanno le cose, che ti danno mille chiavi di letture della politica interna ed internazionali, ognuna meravigliosa e noiosissima, tutte orribili, tutte false.

Che palle, e in più, in mezzo al bordello del mattino, al ritardo dei treni che potrebbe essere la causa del tuo licenziamento dalla macchina del lavoro, sentirsi dire “siete insetti”. 

Pensa te l’architetto di questa idea! 

Me lo immagino con un sorriso beffardo dietro ad una scrivania sotto la quale vi è un cestino ricolmo di fazzoletti impregnati di un liquido biancastro. Ne emerge un fetore inquietante di sterilità. Sul ripiano una tazza con un arcobaleno disegnato sopra, piena a metà di tisana al finocchio. E lui, occhialuto, con i ricciolini e gli orecchini ad entrambi gli orecchi e il baffetto alla D’Alema, consapevole di avere dalla sua lo Stato, l’anonimato e la propria simpatia, si compiace, credendo di essere un novello Orson Wells

“Una beffa come quella della guerra dei mondi di Orson Wells, direttore! Cosa gliene pare direttore? Direttore? Direttore, perché c’è una signorina sotto la sua scrivania?”.

E il direttore: quella non è una signorina, quella è tua madre che mi sta facendo un bel rusty trombone!

E più ci penso, più ascolto le nauseabonde polemiche dei talk show, più sopporto il pluralismo mediatico nel quale siamo immersi, più rifletto su quanta pace invece, un cittadino della Corea del Nord, dovrebbe godersi appena sveglio la mattina.

Ah! Che bello! Il sole nel cielo nucleare e nessuno che ti rompe i coglioni, nessuna polemica.

Nessuna fatica nel dover leggere più giornali per avere una visione d’insieme dei più punti di vista prima di spaccarsi la schiena per dodici ore al lavoro! Ci pensa lo Stato a semplificarti la vita. Il giornale è uno solo, quello su cui è scritta l’unica verità.

Aaaaaah. Che pace!!

Qualche giorno fa, a proposito, dopo un pesante aperitivo a base di negroni e olivette rinsecchite, verso le nove di sera salgo sul treno per tornare a casa e assisto a qualcosa di devastante.

In tale evento è racchiusa la chiave, la soluzione a tutto questo discorso abbastanza disarticolato che stai leggendo.

Mi siedo, mi metto le cuffiette, ma ad un certo punto la voce di un uomo che sbraita supera il volume della mia musica, suscitando la mia curiosità. Metto in pausa Pompa degli Squallor. Quel che odono le mie orecchie è ancora meglio.

L’uomo in questione è sulla quarantina, ha i capelli bianchi, un metro e ottanta, abbastanza magro, vestito tutto sommato dignitosamente. Nulla del suo abbigliamento suggerisce che possa essere un tossico oppure un pazzo, ma quello che dice invece sì, anche se non è del tutto chiaro. Il signore si sta lamentando violentemente con una signora che pazientemente gli sta dando corda per tranquillizzarlo…

  • Ma si rende conto? Io scivolo, cado per terra e questi (i controllori) invece che chiedermi se mi sono fatto male mi chiedono i documenti? Va buttata la segatura per terra quando piove! Io ho girato tutta l’Europa. In Inghilterra quando piove per terra, nei vagoni, ci buttano la segatura! Ha capito? E qui invece quando scivoli, ti spacchi la testa e poi ti chiedono i documenti! Ma la testa gliela spacco io! E se era mia figlia a scivolare e a spaccarsi il cranio? Allora io a quelli altro che documenti! Gli squarto la pancia e gli divoro le budella!
  • Si calmi, suvvia (la signora)
  • Senta io lavoro tutto il giorno. Dalle sette del mattino alle otto di sera ho a che fare con avvocati, ingegneri, architetti. Tutta gente che mi rompe i coglioni dalla mattina alla sera! Questi pure lavorano, secondo lei perché?
  • Perché? (la signora imbarazzata)
  • Per i soldi! Ma quei soldi… sono i miei! Lei lo sa chi era il Conte Pietro Bastogi? Dico io, lo sa?
  • No, non lo so, mi scusi… (la signora tutta rossa)
  • Glielo dico io! Fu il primo stronzo a fondare Ferrovie Italiane! E lo sa chi era il Conte Pietro Bastogi? 

Lo sa chi cazzo era il Conte Pietro Bastogi? 

ERA MIO BISNONNO!!!

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