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Ci prendiamo un momento per leggere le slide introduttive
Ziopera…Il Burj Khalifa, atmosfera retrofuturista. Le note del sintetizzatore mi abbracciano. Sembra di essere nella versione corrotta di un video vaporwave.
Avanti
Non avrai nulla e sarai felice
You’re the disease, I’m the cure!
Il gusto futuristico, il transumanesimo, la distopia totalitaria. Qualcuno qua si è letto Nick Land e ci è rimasto completamente sotto. I primi 3 minuti sono un condensato accelereazionario pazzesco.
Bastano cinque slide e siamo già innescati.
Un altro giorno sta cominciano in Europeland…
In questo futuro prossimo in cui ogni passo è controllato e lo Stato è diventato ufficialmente privato, ma sempre più pervasivo, c’è qualcuno che resiste alle barbarie del credito sociale e del controllo totale. Umano 10.28, letteralmente noi, inizia la sua giornata nel migliore dei modi. Taaac, scannerizzatina al viso, ma… qualcosa va storto. Dopo aver caricato come ogni giorno il suo sogno nel database (unico modo per vedersi abilitato il proprio greenpass), scopre che a lavoro è stato sostituito da un “Beyond Human”.
Umano 10.28 è un pericoloso criminale, senza più nessun microchip. Una minaccia all’eguaglianza globale, un ribelle che sfugge alla psicopolizia. Va messo in quarantena. Menomale che si palesa la versione personificata dell’Europa (una sorta di elfo tolkieniano) che ci porta via direttamente verso il tutorial, proprio mentre le guardie ci stanno per acciuffare. L’ambientazione è cambiata. Siamo nell’Urheimat indoeuropeo, tra i verdi boschi incontaminati che ormai vediamo solo nei montaggi iperborei…
Ah yes, casa
Una volta addestrati abbiamo la forza dei guerrieri dell’Età del Bronzo e siamo pronti per liberare gli europei intrappolati nei bot della Lucis Lux-Corporation.
“The Great Rebellion” – la Grande Rivolta – ci spedisce subito nella resistenza contro un moloch globalista in una Europa distopica, nella quale l’individuo si è dissolto quasi completamente. Di lui rimane una larva, uno spettro. Finalmente abbiamo la resa videoludica di ciò che siamo: semplici ingranaggi di una società atomizzata, completamente piegata alle logiche di una big Corporation. Total gamification. Il gioco fa riflettere attentamente sulla nostra condizione, ma alla fine tocca concludere che non abbiamo molte alternative:
O SPARIAMO O SPARIAMO
Attraversiamo svariati livelli generati casualmente, in pieno stile Roguelike, con un fantastico stile 16-bit vecchia scuola che non annulla affatto la dinamicità. Una delizia di nostalgia per i vecchi gamer come noi. The Great Rebellion vuole prenderti il cervello e farti impazzire. Finché non sei uscito completamente di testa non ti molla. L’autogenerazione dei livelli stessi e la possibilità di regolare il grado di difficoltà garantiscono, d’altronde, un’ottima rigiocabilità, che permette di continuare a goderci l’avventura senza stancarsi anche dopo averlo terminato.
“Umano 10.28” imbraccia il fucile e, davanti al bivio, sceglie di sparare. Le abilità di doppio salto e slancio gli garantiscono mobilità e capacità di evasione, per scappare da ogni cyberguardia, infilarsi nelle falle di sistema e mandarlo in cortocircuito. Ci facciamo imprendibili in un attimo dietro l’anonimato di Umano 10.28. Le meccaniche sono quelle tipiche anche di molti altri videogame di questo tipo: livello per livello si incontrano svariate tipologie di nemici che, una volta eliminati, lasciano cadere potenziamenti e armi. Il giocatore poi se potrà scegliere quale usare tra un arsenale di ben 60 diverse, ognuna con i suoi punti forti e utilizzi particolari. Uno shop ci mette a disposizione anche molte tipologie di potenziamenti che garantiscono un’ottima esperienza di personalizzazione: l’individuo si riappropria così dei suoi spazi anche attraverso l’estetica.
Un gioco – tra l’altro – privo di alcun tipo di bug e fluidissimo, senza crash o problemi di caricamento. In un periodo in cui l’industria gaming rilascia spesso nuovi giochi come rotti ed ingiocabili, the Great Rebellion è una boccata di aria fresca. A maggior ragione stupisce sapere che questa piccola gemma sia stata creata da un singolo sviluppatore!
Chapeau
Resta difficile dire se possa piacere anche ai reviewer tradizionali (dato che ai videogiochi non ci sanno giocare)…
Una fantastica colonna sonora in puro stile Cyberpunk ci accompagna durante il gameplay: completamente dinamica e adattata ai vari momenti di gioco, varia costantemente, cambiando dal semplice movimento da punto A a punto B, agli scontri con nemici base fino ai boss fine livello. L’ambiente di Great Rebellion è un vero tributo al genere, con numerose reference a grandi classici cinematografici come Blade Runner, ma non solo: gli easter egg sono un altro punto vincente del titolo. Costanti i riferimenti a meme con affondi fatti ai politici della contemporaneità. Chiunque un po’ studiato sulla materia si ritroverà a proprio agio: il linguaggio è quello della nostra generazione e dell’ambiente memico alternativo.
Insomma, “cosa se” portiamo l’attuale sistema fino ai suoi limiti? Lo scopriamo qua: il collasso è inevitabile. Ovvio, una piccola accelerata da parte del giocatore…
La storia è molto semplice, piena di black humor e sferzate continue tipiche della cultura online anti-woke. I layer di ironia e i riferimenti da cogliere sono tanti, ma anche chi è meno avvezzo al linguaggio memetico riesce senza problemi a godere dell’esperienza videoludica. In definitiva: un quid aggiuntivo che regala a chi può capire ma non toglie nulla alla comprensibilità generale del gioco.
Durante il gameplay il giocatore si ritroverà a salvare personaggi storici o noti youtubers della sfera del radicalismo politico alternativo, personaggi reindirizzati poi presso il “Waldgang”, un mondo parallelo che il player utilizzerà come base per personalizzare il proprio personaggio e prepararsi alle sue missioni. Una meccanica molto semplice ma utile.
I videogiochi hanno sempre avuto un ruolo formativo delle menti dei giocatori
Titoli come Age of Empires e le sue numerose edizioni hanno contribuito a promuovere l’interesse per la storia medievale mentre giochi fantasy come X:COM e Fallout hanno creato fan della fantascienza per tutta la vita in tutto il mondo. The Great Rebellion è un ottimo esempio di media metapolitico, divertente, piacevole ma anche ricco di contenuti in grado di stimolare la riflessione, in una maniera – diciamo – abbastanza atipica.
The Great Rebellion fa dell’ironia la sua arma principale. In un mondo dove il politically correct fa da padrone, The Great Rebellion risponde con una sanissima dose di menefreghismo. Un’eccezione nel panorama dei prodotti videoludici, infestati negli ultimi anni da forzature politically correct che hanno rovinato numerosi franchising storici del gaming (che ritroverete costantemente perculati durante tutto il gameplay). Insomma, The Great Rebellion è un gioco sicuramente da provare, adatto sia a gamer nostalgici o neofiti che vogliono provare l’ebbrezza di combattere una battaglia impossibile e smontare il globalismo pezzo per pezzo, fino all’ultimo pixel.
Storia 8/10
Gameplay 9/10
Humor 9/10
Musica 10/10
Grafica 9/10
Rigiocabilità 8/10