Milano 2024 vuole infrangere i record di precipitazioni dopo anni di constatata siccità, quella di cui parlano i telegiornali allarmando i telespettatori, che vengono allo stesso modo allarmati una volta che accade il fenomeno contrario, ossia l’abbondare di piogge: la comunicazione grossolana generalista prima di tutto allarma.
Io invece sono in ritardo, e non è da me. Incontro il mio contatto, che ho già citato nell’articolo-intervista di Auroro Borealo, in cui avevo promesso che avrei rivelato la sua missione, rivelazione poi censurata dai poteri forti di Blast.
Continua a piovere perché il record non si batte da solo, mentre ci incamminiamo verso il punto d’incontro, il solito Bar Doria, luogo ancora sicuro e incensurato, almeno per ora.
Ranpo Fahrenheit è già là: cazzo
, è arrivato prima di me, provo imbarazzo. Il tavolo è il solito, stavolta imbandito di insetti di plastica, l’ospite è seduto, assieme al suo vassallo-manager.
Avverto una strana aurea, ma non saprei descriverla.
L’ospite è Tony Scorpioni, i cui tatuaggi gli fanno da veste, mentre i vestiti sembrano un accessorio. Ha l’aria da techno ranger, ma forse mi sbaglio. Sono pronto, loro pure, dato che mi aspettavano, ci sediamo tutti, contatto compreso.
Sveliamo Tony Scorpioni, d’ora in poi anche Tony.
Parte Ranpo, perché io sto ancora in abito tutto corporate, verde però, mood blast.
Ranpo
: Bardo, intanto tu calmati. Inizio io, chiedendo la genesi di Tony Scorpioni. Sappiamo che è un progetto nuovo, fresco, che sbarca per la seconda volta al Miami Fest. Raccontaci di più.
Tony
: Tony Scorpioni deriva da un concetto di quando ero più piccolo, dal mondo animale che mi ha sempre affascinato e del quale mi sono sempre portato qualcosa nelle mie forme d’arte. Oltre alla musica, ho sempre amato l’arte in generale.
Ho iniziato a disegnare, poi a costruire lampade, sempre implementando a queste espressioni artistiche il concetto della natura, degli animali, a cui sento di appartenere in maniera viscerale.
Così via fino ai giorni d’oggi per trovare la belva che è in me.
Fagnani è il tuo anno, le strade italiane sono allagate dalle piogge e infestate da creature ferine.
Ranpo
: Perché lo scorpione? È il tuo segno zodiacale? Ti sei per caso ispirato alla giacca che indossa Ryan Gosling in Drive o è il tuo cognome?
Tony
: No, non c’entra tutto questo. Lo scorpione è sempre stato il mio animale guida. Oltre che per le sue forme geometriche, quasi aliene, dato che è molto piccolo ma ha una potenza devastante. È un animale che ha uno spirito quasi mistico, è per questo che l’ho sempre trovato affascinante. Io mi chiamo Antonio Maria, il cognome preferisco lasciarlo misterioso.
Bardo
: Ma cosa significa la puntura dello scorpione nelle tue canzoni?
Tony
: Non è un qualcosa di violento. Quando in Cocktail D’Amore canto Sono uno scorpione e ti pungo sul seno
alludo al veleno, che per me però è amore, attraverso un colpo con cui viene inflitto qualcosa. È una puntura ma lieve, dolce, con cui ti sto trasmettendo qualcosa di buono. Così come il mio personaggio, che a prima impatto è duro, spaventa, ma che in realtà non è così.
Una volta che si riesce entrare nelle sue brame percepisci tutta un’altra cosa.
La strana aurea che prima avevo avvertito comincia a intensificarsi, a dispiegarsi.
Ranpo
: Mi verrebbe da dire che sotto la corazza dello scorpione c’è un cuore che pulsa. Tu non a caso ti definisci uno degli ultimi romantici. Quindi ti chiedo dove esce questo tema dell’amore, oltre che dalle punture dello scorpione?
Tony
: Io sono vecchio stile come pensiero, ho quelle radici trasmesse dai miei nonni, perciò credo nei rapporti tra le persone, e questi ultimi prevalgono sempre, soprattutto rispetto agli ambienti e ai contesti, che spesso sono artefatti.
Bardo
: Vedendo e ascoltando quello che hai fatto mi è sembrato che tu stia cercando di creare un universo e una narrazione al suo interno. Volevo perciò chiederti quanto è importante per te la creazione di un universo nell’espressione artistica, e quanto è importante la narrazione stessa, che forse oggi diventa quasi un elemento fondamentale e indissolubile nella musica stessa, ma non solo. Come ti rapporti con questa necessità di narrazione?
Tony:
Il mio modo di esprimermi è molto narrativo. Il mio universo è costruito dalla mia visione. Il nucleo sono io e mi creo attorno un immaginario. Capisco sia complesso, o per lo meno poco mainstream, e questo può rendere più difficile prendere un pubblico ampio. Però a me piacciono pochi ma buoni, chi può capire e percepire tutto questo. Capisco che a volte forse dovrei sciogliermi di più, ecco perché sto cercando di renderlo più visibile e fruibile, non dico agli occhi di tutti, ma anche a altri occhi che riescono a andare oltre all’apparenza.
Bardo
: Sappiamo che collabori anche con Funclub Records. Come vedi la scelta di collaborare con altre persone, nonostante l’attuale preponderanza di progetti musicali solisti? Le band saranno pure passate di moda, ma allora ti chiedo come riescono a collaborare i nuclei separati, le varie singolarità che inevitabilmente si scontrano, per poi dare vita a un prodotto comune rappresentato però da un singolo.
Tony
: Fortunatamente ho trovato un giusto compromesso con loro, perché è difficile che io riesca ad affidare il mio progetto ad altre mani. Ma loro si sono avvicinati alla mia visione, e hanno cercato di renderla sempre più reale, pezzo dopo pezzo, come una navicella spaziale che ci ha portato di volta in volta in nuovi luoghi. Detto ciò, il processo lavorativo con loro non è complesso, ma solitamente se collaboro non è mai complesso, perché vuol dire che ho trovato un giusto equilibrio per realizzare i miei prodotti, che sia la musica o che sia la moda. L’unica forma artistica per cui non riesco ad aprirmi è la pittura, in quanto nel suo processo non riesco a condividerla con gli altri.
È molto personale, ti chiudi in una stanza e la fai tu. Per tutto il resto la squadra vince, può funzionare e funziona.
Ranpo
: Faccio una domanda lampo. Con tutte le navi spaziali hai comprato (riferimento al brano Nave Spaziale), in che pianeta vorresti andare e perché?
Tony
: Io compro una sola nave spaziale, con cui porto io, te e il mare. Mi piace chiedere alle altre persone cosa si porterebbero in un altro pianeta, se potessero partire con la propria nave spaziale e portare 3 cose con sé.
Questo è il principio del mio primo album Nave Spaziale.
La mia nave spaziale ti porta su un pianeta dove ci sono sia il bene che il male, ma in maniera diversa. Oggi sul nostro pianeta si è superato ogni limite secondo me, quindi sarebbe bello ricominciare da qualche altra parte.
Bardo
: A che limiti ti riferisci quando dici che sul nostro pianeta si è superato ogni limite? Limiti di costume, limiti sociali?
Tony
: Ti parlo di ogni cosa. Oggi c’è una sorta di regressione che però va avanti, un qualcosa di inverso.
Pensate alla bellezza in generale, non esiste più.
O meglio, esiste, ma oggi è molto più complicato vedere il bello reale, poiché è tutto artefatto, è tutto già stato fatto. Pensate alle infrastrutture, alle chiese costruite di recente rispetto a quelle fatte nei secoli scorsi. Ma lo stesso vale nel modo di vestire, nell’arte, nella musica. Prendete per esempio i nostri nonni.
Scendevi per strada negli anni 50/60 erano tutti omologati nel loro tempo, sì, ma con uno stile, secondo un concetto di bello, e te lo dice uno che, beh, potrebbe sembrare un controsenso. Ancora, perché la musica di 40 anni fa è ancora così bella, attuale?
Ogni volta che ascolto Battisti mi chiedo perché non mi stanca mai. Oramai c’è un degrado sociale, economico e tutto ciò che ne deriva. Per carità, non voglio essere così pesante e negativo rispetto al futuro, ma è la realtà purtroppo. Penso alle generazioni successive, specialmente a quella dei figli dei nostri figli, se la vedranno brutta. Voglio essere sincero, perché è quello che penso, non si vive più bene da nessuna parte. L’unica cosa che conta è il potere, il potere e il potere. Nessuno se ne fotte di nessuno, nessuno dà importanza al prossimo, si sono persi tutti i valori in generale.
Ranpo
: Prima hai citato le chiese. A me sembra che nel progetto Tony Scorpioni ci sia dell’ineffabilità
, dell’afflato mistico. Che rapporto hai con l’assoluto, con il trascendente?
Tony
: Guarda, io ho avuto vari processi nella vita. All’inizio credi perché te lo impongono, perché la società lo vuole, anche se questa cosa pian piano sta scemando. Da piccolo credevo nella Chiesa, poi ho avuto un momento durante la crescita in cui ho formato i miei punti di vista, guardando però sempre a qualcosa di extra terreno, in particolare con le figure dei Santi, sui quali ho avuto anche un progetto da più giovane, un brand di abbigliamento.
Però a oggi credo più che altro a un Dio, che esiste, che è il creatore di ogni cosa. Penso non abbia un’immagine, non saprei descriverlo, non so che cosa sia. In tutto il resto ho smesso di crederci.
Bardo
: I Brucherò nei Pascoli ci hanno detto che secondo loro Dio esiste e vive in Umbria. Secondo te in che pianeta vive Dio?
Tony
: Io lo percepisco solamente all’interno della natura, negli elementi atmosferici. Lo sento e lo percepisco solo in determinati momenti. In un momento difficile della mia vita ho visto il mio Dio, e il Dio che posso guardare è il sole, è l’unica cosa che mi dà la forza e mi fa credere in qualcosa.
Il mio Dio è nel sole.
Ora è il momento in cui Ranpo farà la domanda che aspettava di fare da quando ha saputo che avrebbe intervistato Tony Scorpioni, la domanda blast.
Ranpo: Il progetto Tony Scorpioni parla diversi linguaggi, e uno di questi è quello dei tatuaggi. Qual è il tuo tatuaggio preferito?
Tony
: Sai che non mi ricordo quanti tatuaggi ho, ahah. Forse l’enorme scorpione che ho sul petto.
Ranpo
: E il prossimo che ti faresti?
Tony
: Ora sto facendo un sole e una luna. Ma quando la gente mi chiede quanti tatuaggio ho, io rispondo che ne ho uno solo, è tutto un unico tatuaggio.
Bardo
: Come ti rapporti a quella scena musicale, mi riferisco alla trap, che a primo impatto ha un’estetica simile alla tua, anche se tu hai un certo gusto nel farlo, meno canonico e standardizzato. Com’è impersonare questo personaggio che per preconcetto sembra appartenere alla scena trap, ma poi tu nelle tue canzoni fai ben altro.
Tony
: Non ti saprei rispondere. Io sono me stesso. Naturalmente l’impatto che do è quello. La gente che non mi conosce pensa sempre che io faccia trap, ma non mi sono mai rapportato con quella scena. Ma come hai detto tu, la mia estetica è diversa. È però l’essenza quello che conta, e ripeto, l’apparenza inganna. Quante persone vedi per strada che sembrano belle e carine, poi in realtà sono dei pezzi di merda che fanno delle schifezze che non immagineresti. Il mondo è così purtroppo, ma io mi voglio divertire nel mio mondo.
Quindi vaffanculo i preconcetti.
Bardo
: Stiamo arrivando alla fine. Parliamo quindi del Miami. Suonerai con la band giusto? Come pensi ti sentirai su quel palco?
Tony: Quest’anno avrò un’anima molto più punk, più rock.
Bardo
: Perché c’è la batteria?
Tony
: Perché c’è la batteria ahah. Ci sono gli strumenti e perciò è diverso, l’ho percepito subito. Comunque dentro di me sta evolvendo qualcosa, io sono in continua evoluzione da sempre, estetica e artistica.
L’arte è evoluzione.
Non ho per esempio un unico genere musicale che mi rappresenta. Oggi si può fare qualsiasi cosa, è giusto che sia così, quindi sti cazzi. Sarà comunque un grande show quello che voglio portare sul palco, non è un’aspettativa ma un obbiettivo.
Ranpo
: Faccio un’ultima domanda sull’amore. Qual è il cocktail dell’amore secondo te?
Tony
: Io non bevo in realtà. Non saprei dirti quale potrebbe essere il cocktail d’amore, ma un mio amico ha un bar, e vuole inventare questo cocktail, ma lascio a lui carta bianca.
Il mio cocktail d’amore è un bicchiere d’acqua.
Bardo: Naturale o frizzante?
Tony: Naturale, naturalmente in una bella coppa.
Termina l’intervista. Scattiamo qualche foto con Tony sul privé del Bar Doria. Poi il nostro contatto lo porta fuori e gli scatta altre foto. Tony è schedato, ormai è blast.
È ora, ce ne andiamo, Tony Scorpioni mi ha lasciato delle buone sensazioni in fondo, percepisco ancora quell’aurea, un influsso positivo.
Tony alla fine è un uomo d’un pezzo, come una volta. Forse un domani sarà un nonno tatuato, che insegnerà la retta via ai suoi nipoti.
Intanto noi stiamo nel presente, e una navicella spaziale sta per decollare da uno dei palchi del Miami, chissà se si porterà via anche il mare dell’idroscalo*.
*siamo sopravvissuti, l’intervista è stata rilasciata il giorno 7 maggio. Ora io Miami è finito, ma di ciò che è successo su quei palchi ancora non è il momento di rivelarlo…