Un po’ di info
La lore, quella che si chiede spesso nei commenti, e che ci è stata raccontata e riraccontata con narrazioni sempre uguali e nauseanti, con la caccia al putiniano, con l’aggressore e l’aggredito e con la marea di TG e favole varie.
Fortunatamente @iconografiexxi ci ha fatto un immenso regalo: WARLORE aesthetics and cultura icons of the Russia Ukraine War (2022) in collab con Propagandopolis e Lezioni di nuoto.
War. War never changes.
Fallout
The Romans waged war to gather slaves and wealth. Spain built an empire from its lust for gold and territory. Hitler shaped a battered Germany into an economic superpower.
But war never changes.
Due schieramenti: Russa e Ucraina.
E le rispettive macchine della propaganda che agiscono, c’era da stupirsi? Sì, perché siamo su Internet e ci sono i meme.
La cosa che mi è piaciuta di più ed è più Blast è il fronte-retro del libro, che si legge in tutto e due i versi. Uno Ucraina e uno Russia. Questa è la guerra: due facce della stessa medaglia, due estetiche a confronto. E naturalmente, con saggi di analisi in inglese, ma con citazioni da italiani si placa il desiderio di ultraespansionismo dell’Italiosfera.
Questo è il bello, poiché alla fine del resto ci interessa poco e niente, noi ci vogliamo divertire.
E vogliamo un racconto mitico, che però sentiamo nostro. Questa la sensazione sfogliando Warlore: miti che si fanno meme.
Il fantasma di Kiev e la Babuska sovietica.
A ognuno il suo e la propaganda per tutti! Anzi, il meme. La guerra non cambia mai, quello che evolve è solo la narrazione – non che cambi davvero neanche questa, solamente i mezzi utilizzati per crearla. Questo è ciò che emerge più chiaramente dalla raccolta di iconografie.
È veramente pieno di chicce, ma stare qui a fare spoiler non è nostra intenzione. Proveremo a fare qualcosa di diverso, come è solito di Blast.
Criptocristianesimo…
Questo ci sta sempre bene, anzi, è probabilmente la fonte primaria per qualsiasi simbologia o simili. La potenza è immensa, la popolarità del cristianesimo, soprattutto ad occidente no. Ma allora che fare? Usare la strategia iconografica per infilarcelo di nascosto e mixarlo a cose più guerresche o appetibili ai secolarizzati vari.
Fare cose strane in modo strano.
Un’altra cosa da notare è la profondità con cui si vede il XXI secolo. Letteralmente la Generazione Z.
Perché alla fine siamo noi a fare la guerra e lo spaesamento è quello. Non ci si capisce niente, si usano le parolacce (merda/coglione) e avvengono cose infantili (Marvel/Harry Potter).
Fortunatamente non siamo liberali e oltre le americanate ci facciamo spesso stupire dagli strani personaggi dell’italiosfera, ma anche per questo ci siamo gasati a vedere tutte le storie delle toppe militari: altre perle.
Strategia delle tre opzioni, ma non c’erano mica tre opzioni
Tutti Fenomeni
Qua di opzione ce n’è una sola. Essere spettatori, con un account twitter che probabilmente non useremo mai.
Una guerra così culturalmente lontana che per capirci qualcosa servono i meme, o almeno, se sei Blast e vuoi capirci qualcosa servono i meme.
Altrimenti puoi tranquillamente passare 7 ore al giorno davanti alla televisione per assorbire tutte le opinioni possibili.
Perché questo è il meme: l’immediata contemporaneità con ciò di cui si ironizza, e proprio il carattere di ironia e immediatezza rende chiaro il suo oggetto.
Spero che di questa recensione si sia capito qualcosa, altrimenti arrangiatevi.
La guerra può essere anche divertente.
Ma ora scusate, devo partire sul fronte Serbo per memare un po’