ZEROCALCARE È UN FASCIO!

ZEROCALCARE È UN FASCIO!
Prima di procedere con la stesura di questo articolo, mi preme fare una cosa. Devo dirlo. Devo fare coming out. Io, ***** *****, figlio della prospera e generosa terra della Penisola Italica, sono un fascio. 

Un fascista della prima ora, il più fervido ammiratore di Sua Eccellenza, il più strenuo sostenitore delle politiche del Regime che ancora si rode al pensiero della sconfitta della nostra Nazione nella Seconda Guerra Mondiale.

E dall’alto della mia ragione fascista disdegno tutti i cosiddetti intellettuali di destra che popolano il panorama culturale Italiano e si apprestano a invadere i nostri apparecchi radiotelevisivi. Essi non sono né saranno mai in grado di istruire le masse rurali del web secondo i dettami che un tempo resero grande e potente l’Italia. Voci al servizio della partitocrazia plutocratica, questo sono. Ma al contempo devo riconoscere che nel mare dell’infodemia una voce si è sollevata per tentare di diffondere nuovamente il verbo che infiammò i cuori dei giovani Italici ormai quasi un secolo fa. 

Zerocalcare Fascista

Sto parlando di Michele Rech, in arte Zerocalcare, fascista vero e integerrimo. 

Da molti reputato un intellettuale tascabile alla mercé dei vili comunisti della Repubblica o de l’Espresso, al servizio della multinazionale massonica Netflix, il camerata Zerocalcare è in realtà l’unica vera mente pensante di estrema destra a cui sia consentito di esprimere le sue opinioni, perfettamente conformi alla dottrina e alle virtù fasciste.

In questo articolo mostrerò a voi, platea di lettori e lettrici de ilBlast.it, le ragioni per cui Zerocalcare è un fascio.

Partiamo dal suo vestiario abituale: maglietta nera con sopra un teschio. Voi mi direte che deriva dall’estetica Punk. Potrebbe essere, non dimentichiamoci che il Punk ha influenzato e influenza tuttora Giovanni Lindo Ferretti, non esattamente un intellettuale di sinistra, ma questo non è il caso. Il camerata Zerocalcare indossa infatti una versione moderna della divisa degli Arditi, il valoroso corpo d’armata che guidò il Regio Esercito nella vittoriosa battaglia di Vittorio Veneto. Dirò di più: il teschio su sfondo nero è un omaggio anche alle SS-Totenkopfverbände.

Il camerata Zerocalcare infatti, come dimostrerò, non solo è fascista, ma anche filonazista e antisemita.

Basta pensare alla geniale campagna di sdoganamento mediatico messa in atto dal camerata Michele Re(i)ch nell’ultima sua opera “Questo mondo non mi renderà cattivo”, in cui essendo consapevole del fatto che il termine “fascista” è stato ormai legittimato dalla politica e accettato dalla maggioranza degli Italiani, opta per l’uso dell’appellativo “nazista” con l’ovvio intento di sdoganare anche questo termine, ultimo baluardo dietro al quale si nasconde la cricca giudaica che controlla i media, cosicché un giorno anche l’ideologia nazionalsocialista possa essere ritenuta socialmente accettabile.

Davvero geniale il camerata Zerocalcare, meglio del battaglione Azov. 

A proposito di nazionalsocialismo, mi preme anche dire che il camerata Zerocalcare è un antisemita e un antisionista convinto, tanto da essersi giocato la senatrice a vita Liliana Segre al fantamorto e ad aver supportato, con la nobile arte del fumetto, la causa della tanto vituperata terra di Palestina. 

Zerocalcare Fascista

In secondo luogo è di categorica importanza ricordare il camerata Zerocalcare per la sua accesa vocazione anti globalista e primitivista: il suo esordio da fumettista lo si deve a vignette celebrative del movimento anticapitalista dei Black Bloc del 2001 durante il G8 di Genova ed è noto il suo supporto inveterato al movimento sovversivo dei NoTav.

Mi preme anche ricordare che il camerata Michele Rech è un accanito antagonista dell’Unione Europea e dell’attuale scenario politico. Per quanto riguarda il primo punto penso che sia bastevole rimembrarvi che alla domanda “Qual’è il tuo dittatore estero preferito?” del fascistissimo podcast Tintoria il camerata Zerocalcare abbia risposto “Mario Draghi” e i conduttori, non capendo la finezza della risposta del camerata Michele Rech, hanno controbattuto “Mario Draghi è un dittatore italiano, non vale!”.

Il camerata Zerocalcare alludeva, con la sua brillante risposta, all’appartenenza di Mario Draghi, noto massone plutocrate, non alla nostra gloriosa Nazione, bensì alla corrotta ed evanescente Unione Europea, che non è Italia. 

La totale sfiducia del camerata Michele Rech nei confronti dell’attuale classe politica si può notare nella serie “Questo mondo non mi renderà cattivo” nella scena in cui egli passa in rassegna la degenerazione delle posizioni politiche dei consiglieri municipali, dimostrando come la politica di oggi si trovi nello stesso indecoroso stato nel quale versava prima che la rivoluzione borghese cacciasse dai loro scranni le cariatidi liberali, ossia incapace di rappresentare le volontà popolari. Nella medesima serie inoltre il camerata Zerocalcare pone l’accento su come il problema dell’immigrazione illegale sia colpa dei politici e sulla violenza di cui è capace la comunità LGBTQ con l’esempio della “dottrina Alfredone”.

Si potrebbe anche ribadire che la filosofia del cosiddetto “Straight Edge” secondo la quale il camerata Zerocalcare vive, altro non è che la rivisitazione in chiave punk del rigore morale e fisico fascista.

Zerocalcare Fascista

Ma il camerata Zerocalcare non poteva non essere una voce al servizio della rivoluzione borghese.

Lo si poteva intuire leggendo la sua biografia ma anche da alcune peculiarità della sua narrazione. Il camerata Michele Rech infatti non proviene dal proletariato (non è neppure nato a Roma) bensì ha origine transalpine e borghesi, ha frequentato un liceo francofono che si trova nel prestigioso quartiere di Prati. Inoltre sarebbe bastato osservare come questa brillante mente espone i fatti nelle sue opere: una narrazione iper soggettiva frammentata continuamente da digressioni, tipica dei grandi romanzi borghesi del’900 come ad esempio la Coscienza di Zeno di Italo Svevo.

Molti potrebbero a questo punto pensare che il camerata Michele Rech sia l’ennesimo intellettuale di sinistra pariolino che ha cercato di nascondere le sue origini con la militanza nella sinistra radicale e col supporto a popolazioni oppresse per mettere a tacere il senso di colpa dovuto all’essere un maschio bianco etero altoborghese. Con questo articolo vi ho invece dimostrato che Zerocalcare non è assolutamente considerabile un autore alle dipendenze dell’intellighenzia rossa ed elitista che stritola le menti della nostra gloriosa Nazione col suo regime di egemonia culturale. 

Tutt’altro: per via delle sue origini e del suo stile di vita, della sua narrazione, della sua ideologia antieuropeista, antisionista, antiglobalista, primitivista e politicamente scorretta il camerata Zerocalcare è assolutamente ascrivibile come mente fascista al servizio degli ideali che dalle trincee del Carso guidarono i giovani figli del XX secolo sino alla conquista del potere nei palazzi romani.

Suvvia, camerata Zerocalcare, è giunto il momento di gettare la maschera.

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