Sul colle un futurista

Sul colle un futurista
Lettura boomer
Sulla prima pagina della rivista da lui diretta, l'Edo Labini invoca un gesto futurista. Non è sufficiente. Come più alta carica dello stato per la prima volta sarebbe bello finalmente vedere un avanguardista, non un Nonno d’Italia. Vi prestiamo la proposta Blast!!!

Caro Edoardo Sylos Labini, capisco le intenzioni ma definire la scelta di Silvio Berlusconi per la presidenza della Repubblica come un gesto futurista per me non sta proprio in piedi.

Di cosa parliamo?
Dalla prima pagina del mensile di cui è direttore ESL lancia un appello a coloro che si troveranno ad eleggere il prossimo Presidente della Repubblica.

Capisco le simpatie per il Cav, ma con affermazioni del genere si rischia solo di svalutare il termine futurista e creare confusione a riguardo.

Non so se queste parole lanciate sulla prima pagina della rivista Cultura Identità siano state scritte da orfano del Popolo della Libertà o con il solo intento di candeggiare il nome del ponfo Berlu per coloro che sono rimasti delusi dall’operato politico degli ultimi anni di Silvio Berlusconi e del suo partito.

È chiaro che nelle parole contenute nella tua rivista (e in quelle pronunciate in diversi interventi in televisione) il termine futurista non venga attribuito al CAV e alla sua figura, ma piuttosto alla scelta radicale, e a tratti emblematica, che potrebbe portare il perseguitato Berlusconi al Colle. E di fatto renderlo il regnante di quella magistratura che con lui non è stata mai tenera, diciamo così…

Potrebbe però accadere sul web o in goffi interventi giornalistici che questa differenziazione non sia evidente e che il termine futurista possa venire affiancato al Presidente di Forza Italia e alle sue gesta, attentando al termine Futurismo.

Il Berlusconi che negli ultimi tempi appare è quanto di più lontano possibile dall’immaginario a cui ti riferisci (per le gesta eroiche del CAV servirebbe guardare indietro negli anni, un approccio non proprio futurista.)

Negli ultimi anni la METODOLOGIA BERLUSCONIANA si è sempre più allontanata dall’impronta caratteristica che poteva aver avuto all’alba della sua carriera politica.

Attenuato dall’età, che non è più certo quella di un ragazzino, sembra aver perso anche quel cuore sempre giovane che lo contraddistingueva nelle scelte di rottura rispetto ai temi e alle modalità di chi gli si contrapponeva.

Il Cavaliere che conosciamo noi oggi è lontano dal fascino dell’avanguardia, non ha impulso d’azione.

Quello che temo è che difronte ad un gesto, definito su Cultura Identità come, futurista segua l’agire di un uomo che si trova molto distante dai parametri che potrebbero inquadrarlo come tale.

Il Labini D’Annunzio

E se dalla sua PRIMA PAGINA lei ha lanciato l’appello per un gesto futurista, io da BLAST voglio lanciare l’appello di un AVANGUARDISTA SUL COLLE.

Ancor più in questo momento storico credo che il paese abbia bisogno di qualcosa di diverso dall’ennesimo Nonno d’Italia. In un momento di ricostruzione, in un momento storico dove i giovani sono stati abbandonati, in un momento dove serve ardore e slancio, ora è il momento di far salire sul Colle Quirinale un presidente pronto a lanciare una sfida alle stelle. 

Proprio sui temi dannunziani che sono stati citati nei suoi interventi, voglio calcare la mano, a capo dello Stato vorrei un personaggio innovativo, un poeta, o chi nella vita produca poesia, seppur non nelle forme canoniche scritte. Un pittore, un musicista, un attore…

L'ARTE A CAPO DELLO STATO

Allontaniamoci dai soliti personaggi, che ogni 7 ANNI spuntano sulle testate giornalistiche, e che potremmo serenamente descrivere nel loro genus come ex democristiani che stanno simpatici si al centrodestra che al centrosinista.

Di personaggi visionari che potrebbero guidare l’Italia ce ne sono numerosi, in questa sede ne cito uno su tutti, visto la vicinanza di passioni con noi di Blast.

MARCOVINICIO

Colui che ha reinventato il suo modo di dipingere inserendo un tratto frenetico, elettrico, un segno che vibra, graffiato, che costringe l’osservatore a rincorrere lo sguardo, trattenendo la visione d’insieme nell’inseguimento del particolare di una corsa che si trasforma in VORTICE.

La mostra MALMAISON del 2017 ne è un esempio (Il nome deriva dal latino Mala Mansio ed era il nome che era stato dato al castello acquistato da Giuseppina Beauharnais nel 1799 noto per essere stato un rifugio di Pirati nel IX secolo).

Ma un altro artista effettivamente mi viene in mente, e sembra essere molto vicino alla definizione sia di futurista che di dannunziano. Un UOMO che nella vita spesso si è prodigato per far si che questa cultura diventasse sempre più popolare, lo ha fatto su un giornale, lo ha fatto tramite presentazioni di libri (dove personalmente io sono stato colpito), lo ha fatto su un palco.

L’anagrafica questa volta è dalla nostra parte e all’alba dei suoi 50 anni secondo la Costituzione potrebbe regolarmente ricoprire il ruolo, pur cercando di contrastare un’altra consuetudine che vuole un anziano signore dai capelli bianchi al Quirinale.

Il nome che oggi lancio sostenendo l’idea di un gesto futurista ma rilanciando anche all’elezione di un presidente futurista è proprio quello di…

Edoardo Sylos Labini

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