Se Gianni De Michelis si chiedeva “Dove andiamo a ballare stasera?
”, noi ci chiediamo “Cosa ci ascoltiamo stasera?
”.
E questa sera tocca al Pagante. Collettivo dance attivo dal 2010, apparentemente leggero e dai temi quotidiani, una più attenta analisi rileva la sua natura più artistica, che è quella che poi gli ha garantito il successo, il FUTURISMO.
Questa corrente nel Pagante si declina in versione padana: la Milano da bere, da ballo, che si sublima una volta per tutte con taglio ironico e profondo
Senza dover spiegare come da 3 siano passati a 2, come da pagina Facebook, nel 2013, passino su Youtube con i primi video, cringe se guardati ora ma rivoluzionari all’epoca, analizziamo i testi delle canzoni dei loro album.
Sveliamo il senso e tuffiamoci in quest’esperienza.
Entro in Pass – 2016
Due anni all’esplosione della trap, con quest’album ho conosciuto il Pagante. Nelle gite a scuola, nei pulmini, con il cellulare e una cassa. Il Pagante cavalcava la cresta dell’onda, anzi, forse l’onda erano proprio loro.
Qui il Pagante raccoglie la grande tradizione melodica italica, che negli ultimi decenni era passata dalla techno, alla dance, e finalmente arriva alla house. Il bello di questo genere è la marcata italianità, che lo accosta sempre al capostipite di queste contaminazioni: il progressive rock.
Entro in pass 2k16
Aggiornamento dell’Entro in Pass uscita 3 anni prima. Jake La Furia testimonia che la Milano del Pagante ha diritto ad esistere, è legittima, ed esce dalla nicchia. Dove il pezzo vada posizionato lo dice proprio Jake nell’Outro Minchia, frate', cannonate
.
Il tema della guerra è ricorrente, specialmente in quest’album.
Le cannonate, forse, non solo metaforiche. Per non parlare dello statement presa di posizione, oggi più urgente che mai, ma Gaza non si discute
. La situazione 8 anni fa non era molto diversa, Gaza rimane in silenzio e tutti a favore di Israele, il Pagante è coraggioso e chiede che la questione venga messa sul tavolo della pubblica opinione.
#IstanupwithPagante
#Sbatti precede In Sbatti dei Dogo di tutti questi anni, il messaggio è lo stesso. Il video del 2013 rimane testimone di un’epoca ormai passata:
Nella canzone è presente una bestemmia censurata. Il Pagante
, come il primo futurismo, è bello anticlericale e poi, andando avanti, lo vediamo verso un processo di normalizzazione.
Questo unicum della censura si accompagna anche ad un’altra frase totalmente censurata: minchia frate la cubista è cagna, come la Carfagna.
Onore al compagno Silvio Berlusconi.
Faccio After: hanno tutti occhiali da sole (nero). La cosa più importante è l’anticipo oppositivo al lockdown e alle chiusure: vita dura quella da chiusura
. Forse già sapevano? Non so, comunque hanno detto la verità.
E poi i due più grandi successi: La Shampista e Pettinero. Ormai sono dei classici della musica, anzi, hanno una sapore un po’ vintage, a tratti reazionario.
Nella Shampista abbiamo la ripresa degli 883, della cui visione del mondo abbiamo già parlato. E poi c’è l’affacciarsi di un altro tema forte del Pagante: lo scontro tra campagna e città, Milano e provincia. Questo amore non può durare per sempre, ma solo quando finirà lo Champagne
.
Ahi ahi, i danni del materialismo dialettico che il Pagante canta ed espone, tutto sommato si possono rivendicare.
Pettinero: Nero. Poco da dire. Non sono reazionario, ma qua il Pagante dichiara esplitamente di appartenere alla rivoluzione borghese.
“Sotto cassa tutto fiero
Con la camisa e l’abito nero”
L’hanno sgamato, perché le sue posizioni politiche sono fuori dall’arco parlamentare e non rispetta le norme vigenti (tutto quanto spettinato)
Senza dimenticare che nel privè il Pagante ci sta con Dipré, grande estremista in ogni cosa. E che questa svolta a destra sia futurista lo testimonia così
Tutto il giorno sopra i libri
Ora voglio stare easy
Cazzo mene della crisi
Faccio solo la sei litri
Fanculo il passatismo, i libri, la scuola, l’accademia, io voglio solo bere da una bottiglia gigante. Cazzo mene = Me ne frego.
Sarà anche Fuori Corso, mancanza di disciplina? Beh, direi che il Pagante in realtà ha avuto la stessa idea di Blast: Boccioni – Bocconi. Ma soprattutto il suo ‘andamento universitario è secondario rispetto a tutto il resto, ci penseremo domani.
Dam. Il futurismo sansepolcrista raggiunge l’apice, diventa nazismo.
“Bombe a mano, Bin Laden, canne laser”
Questa è l’Amsterdam del Pagante, l’Amsterdam Blast: futurismo islamico e sostituzione etica letteralmente. Il terrorismo islamico è demitizzato, ricordiamo che Charlie Hebdo era avvenuto solo un anno prima, nel 2015, il Pagante l’aveva già ricompreso nella sua narrazione.
“Non c’è libertà, tutti ad Amsterdam”
Questa frase è ambigua: o in Italia non c’è libertà e dobbiamo andare in Olanda a prendere la Maria buona (interpretazione che i grandi media vogliono farti credere) o è lì ad Amsterdam che non c’è libertà e dobbiamo andare a liberarla noi (come fu liberata nel 1940 dalla Germania)
“Fra’ siamo qua a casa di Anna Frank
Tutti quanti fatti di Pineapple Chunk”
L’interpretazione da scegliere si palesa qui. Forse oggi è impensabile poter dire una cosa simile: casa di Anna Frank dissacrata, o forse loro (le SS Pagante) che l’hanno trovato e festeggiano con un cannone…
“Se non metti l’ultimo noi non ce ne andiamo
Mister DJ suona bombe a mano”
Classico dei cori da discoteca in salsa futurista. La guerra è sempre presente nella testa del Pagante, anche nella nostra. Per non parlare del suo essere aristocratico: qua non si tratta di cioccolato ma di fierezza e disprezzo per la classe inferiore che non può permettersi l’alcol. Pezzenti.
“Al contadino non far sapere
Quanto è buona la boccia di Belvedere”
Paninari 2.0 – 2018
Il 2018 è l’annus mirabilis della trap in Italia. Il Pagante raccoglie l’esperienza di questi anni senza snaturarsi. Riprende un archetipo molto potente nel milanese: il Paninaro. Sono quelli di Labranca, quelli anni ‘80, che rimanda direttamente alla destra militante. E va bene così, tanto ormai la sua ideologia l’avevamo capita…
Qua siamo anche in modalità Craxi 2.0, con Milano Sushi e Coca fra Settimane Bianche e MYSS KETA. Qui la droga è ancora un fattore di classe sociale, ancora per poco.
Ma è soprattutto la seconda parte dell’album che è rivelatrice.
Dam 2 (il ritorno)
Anche qua si va ad Amsterdam, ma nel frattempo i nemici sono cambianti.
“Schimichiamo ad Amsterdam
Tu non puoi, fai ramadan”
Non più futurismo islamico, ma anti-islamico. Le posizioni del Pagante si avvicinano qui, pericolasamente, a quelle di un Salvini con però le canne.
Too Much invece è una canzone che passa in sordina. Lasciamo stare le varie uscite che Bandecchi definirebbe da persone normali, qua la parte interessante è la politica.
“Ma perché parli sempre di Trump
Ti prego torna a fare la webstar”
Radical Chic invece tiene uno stigma sociale. Il Pagante mostra una grande verità: i Radical Chic sono di destra, ma questa loro ipocrisia li rende odiosi o, almeno, meritevoli di essere presi in giro.
“Io vivo tra i libri di Flaubert
E la notte sogno Enrico Berlinguer”
Flaubert: autore molto aristocratico, il capofila contro le scuole di scrittura creativa.
Enrico Berlinguer: il comunista buono, proprio lui, al quale Almirante ha reso onore dopo la morte. La fine dei rossi di una volta e la svolta moderata, proprio quella meno vera.
“Perché i miei sono di destra e io ho votato il PD”
Appunto. In questo canzone il Pagante ha manifestato troppo.
Il Terrone va di moda, invece è la più grande psyop riuscita dal Pagante. Qua si manifesta tutta la sua astuzia: una canzone padana, anti-terrona, che diventa la hit dell’estate dell’italietta.
“E a scanso di equivoci
Quando parla escono i sottotitoli
(‘eeh)
Arriva sempre in ritardo almeno di due ore
E dà la colpa al fuso orario del meridione
In tre in moto senza il casco
Scatta il verde e suona il clacson
Riconosci il personaggio
Con l’applauso all’atterraggio
Le mode sono fatte per cambiare, e quale modo migliore per cambiare se non accelerare e far esaurire la loro forza propulsiva
(per usare un’espressione di Berlinguer)
Sì, possiamo e dobbiamo ringraziare il Pagante per aver ucciso tutti quei comici alla Casa Surace, che li guardi una, due volte, e poi basta perché è sempre la stessa merda.
La triste storia dei ragazzi di provincia è Blast totale. Contenuto neanche Explicit. Il conflitto vero che si vive in Italia: capoluogo e provincia. Una storia d’amore impossibile, dove a distanza di 8 Km si parla un’altra lingua
. Hinterland che si autonomizza, amore vero oltre il consumismo, Fight Club.
Non nascondiamoci: non siamo di città, ma delle campagne. E alle campagne torneremo.
Negli anni successivi il Pagante vive l’ebbrezza della ricchezza. Con un album nel 2020 pieno di featuring, troppi forse, ma che regala perle come Portofino (altro avamposto di riccanza). Qui menzioniamo Open Bar. A noi piace dire: Open Blast – Liberi tutti! Sulle sue note a Stragog 2023 abbiamo ottenuto #freedrink per i Blastidi.
Ma parliamo dell’altro giorno: SPINGERE!
Qual è il punto di arrivo di questa storia? Il featuring con il filosofo, Villabanks. Ma soprattutto con Nevio Lo Stirato e Filippo Champagne.
Questa è l’Asse Finale. Che Nevio fosse un ammiratore di Almirante si sapeva, ma che il pagante leggesse Blast no! Ebbene sì, totalmente. Altro che Javier Milei, il Popolo della Gaina al governo: ORA!
Vi lasciamo qua il loro programma elettorale (totalmente Blast):
Canzone culto, come per i video, di cui il Pagante è maestro, meglio dell’Istituto Luce.
Finalmente l’esperienza è coronata: futurismo padano con il Pagante per tutti!
Tutti a sbocciare, con i soldi di Confindustria.