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Dove sono finiti i nobili?

La Fashion Week della fine dell'Impero

Dove sono finiti i nobili?
Lettura boomer
Lusso, decadenza e privilegi, non li avevamo già decapitati per questo?

Nella scorsa stagione della serie tv tragicomica che è la Storia umana, avevamo lasciato i nobili con il culo sopra i principali troni d’Europa o nel peggiore dei casi, personaggi di spicco della vita militare e culturale dei propri paesi.

Ma oggi?

Beh alcuni sono esattamente dove erano prima, l’Europa occidentale, culla della democrazia conta ancora 7 Regni: Danimarca, Norvegia, Svezia, Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi e Belgio; 3 Principati: Andorra, Liechtenstein e Monaco; e 1 Granducato: il Lussemburgo. Monarchie costituzionali con funzioni cerimoniali e rappresentative direte voi, ma qualsiasi persona che detenga contemporaneamente una carica non elettiva, grandi risorse economiche e capitale simbolico ha come minimo una forte influenza e un elevato soft power sulle istituzioni locali. Ma lasciamo stare per un secondo i fortunati, quelli che sono riusciti a restare aggrappati alle loro corone tra i grandi maremoti della Storia. Parliamo degli altri.

Il sistema feudale che ha retto l’Europa per più di mille anni aveva sì come vertice famiglie reali, ma poggiava su una fitta rete di rapporti tributari tra nobili minori: baroni, signori, conti, duchi e marchesi, dove sono finiti tutti?

La risposta breve è: alle sfilate di moda e nelle fondazioni di beneficenza.

Prendiamo, ad esempio, la contessa austro-tedesca Lara Cosima Henckel von Donnersmarck, stagista di Dior e figlia del regista, sceneggiatore e produttore Florian Henckel von Donnersmarck, noto per la regia e la sceneggiatura del film Le vite degli altri, vincitore dell’ambita statuetta nel 2007 come miglior film straniero. 

Lara è salita agli onori della cronaca grazie a un immaginario da novella Maria Antonietta, postato su Instagram e TikTok. Il suo aspetto etereo, gli abiti di pizzo, le passerelle d’elite, le stanze con carta da parati dorata e i lampadari di cristallo hanno ammaliato pubblico e media, catapultandoli in una vibe neo-Versailles-core, percepita come un non-luogo evanescente e irraggiungibile, esattamente come la vita dissoluta della vera Versailles poteva apparire come un’allucinazione da ergot al francese medio del ‘700.

Lara Cosima Henckel von Donnersmarck (non chiedetele cosa stava facendo la sua famiglia dal 1939 al 1945 ).

Se la Contessina cattura per l’eleganza e perchè tanto gentile e tanto onesta pare non è certo la regola all’interno della sua peculiare classe sociale.

Spostiamoci ora in Scozia, nella fredda isola di Bute, casa del Marchese e pilota di Formula Uno John Colum Crichton-Stuart e di sua figlia Lady Lola Affrica Crichton-Stuart. Lola trascorre un periodo in Svizzera, dove studia alla Bedales School. Dopo aver assaporato la dolce vita svizzera, decide che è il momento di tuffarsi nella giungla della moda (che sorpresa) a New York, iscrivendosi alla Parsons.

Lady Lola Affrica Crichton-Stuart alle prese con le conseguenze morali e politiche della presa della Pastiglia.

La vita veloce oltreoceano però gli porta via prima il suo ragazzo, Kai Schachter, figlio del celebre gallerista d’arte newyorkese Kenny Schachter e dell’artista Ilona Rich, morto suicida, poi la sua migliore amica Ila Scheckter, figlia dell’ex campione di F1 Jody Scheckter, per overdose. 

Quando una persona cara ad un plebeo muore si fa un funerale, quando una persona cara ad nobile muore si fa una Fondazione.

La graziosissima Lady Lola Affrica Crichton-Stuart, con indosso occhiali da notte per proteggere noi dal suo sguardo dopo l’ottavo coca e rum (assunti separatamente).

Così infatti fa la nostra Lady, che fonda la Eternity nel 2020. Obiettivo? Far luce su temi delicati come suicidio, dipendenza e salute mentale. Perché, come ha detto lei stessa, aveva bisogno di “guarire e affrontare il dolore in modo sano”. Una sorta di terapia di gruppo, ma con sgravi fiscali e senza smettere di pippare.

Un lettore disattento potrebbe pensare che il loro privilegio derivi solo dalla loro condizione economica e che ormai, specie nei paesi dove questi titoli sono stati aboliti, questi non contino che per loro. Errato.

Carolina Maria di Borbone con suo padre il Principe Carlo di Borbone, erede al trono delle Due Sicilie.

La prova è in bella vista e ha cadenza annuale, mi riferisco al Ballo delle Debuttanti. L’origine del Bal des débutantes si trova alla corte britannica del XVIII secolo. Il Bal des débutantes era un rituale che permetteva di integrare le giovani "ben nate" alla corte. In questo modo, si rassicuravano i giovani pretendenti sul fatto che queste debuttanti fossero dello “stesso mondo”. La tradizione si diffuse nel mondo e in Inghilterra durò fino al 1958, quando fu abolita. Nel 1957, la Francia riprese la tradizione, ma l’ultimo Bal si svolse nel 1973. 

Ophélie Renouard, PR parigina, riporta in vita la tradizione negli degli anni 90’ assegnandogli una scopo umanitario, la raccolta fondi per l’unità di ricerca in cardiologia ARCFA dell’Ospedale Necker-Enfants Malades e per World Central Kitchen, che fornisce pasti alle comunità vulnerabili durante le crisi globali. Schermatura fondamentale per nascondere dietro un dito l’accentuato elitismo implicito nella cerimonia.

Lo svolgimento è semplice: 20 ragazze tra i 15 e i 25 anni provenienti dalle famiglie più illustri si ritrovano in una location di lusso con altrettanti rampolli, tra vestiti haute couture e gioielli sfarzosi. La peculiarità di questa nuova edizione è l’ammissione all’evento anche dell’ elite capitalistica internazionale come Skye Wong, pronipote del fondatore dell’Asian Bank da parte di padre e da parte di madre pronipote del fondatore della Hang Seng Bank, la più grande banca di Hong Kong o Advaitesha Birla, pronipote del fondatore del Aditya Birla Group, un conglomerato multinazionale operativo in 36 paesi e con un fatturato di 65 miliardi. 

Advaitesha Birla, più ricca di quanto potrai essere tu in 7 vite, direttamente dalla nascita.

Nonostante agli ex colonizzati, ora più ricchi di molti discendenti dei colonizzatori, sia consentito partecipare, il centro dell’evento restano le figlie delle famiglie della vecchia Europa come l’Arciduchessa d’Austria e principessa d’Ungheria Ildiko d’Asburgo-Lothringen o la Marchesa veneziana Barbara Berlingieri.

L’Arciduchessa d’Austria e principessa d’Ungheria Ildiko d’Asburgo-Lothringen in compagnia del delizioso Principe Constantin D’Orlean ( leggere tutto con “r” moscia ).

Una domanda spero vi sia sorta osservando le loro vite di lusso dai tristi schermi dei vostri cellulari:

"Perché loro sì e io no?” 

La risposta a questa domanda risale al X secolo d.C., il Secolo di Ferro, quando il conflitto tra i regni germanici sorti sulla salma decomposta dell’Impero Romano D’Occidente raggiunse il picco della violenza. La maggior parte delle famiglie nobili, compresi gli Windsor e i Savoia, possono far risalire le loro origini a questo periodo caotico.

La storia dei fondatori di tutte le casate blasonate in fondo si può riassumere nel’epopea di assassini più forti, meglio equipaggiati, più furbi o semplicemente più fortunati di altri assassini. La risposta alla domanda di prima quindi è: “i tuoi antenati non hanno ammazzato abbastanza, o non hanno ammazzato le persone giuste”. In ogni caso non tirate fuori l’argomento alla prossima Settimana della Moda se volete essere invitati l’anno successivo.

Un’altra possibile risposta.

Dall’Alto Medioevo in poi i nobili hanno influenzato la storia europea tramite il monopolio della guerra, allontanandosi però col tempo dai pericoli del campo di battaglia, prima con l’istituzione della società cortese, che tra le altre cose prevedeva la cattura e il successivo riscatto invece che l’esecuzione, poi pagando dei mercenari al proprio signore invece che seguirlo in battaglia di persona, fino ad arrivare alle guerre moderne e contemporanee dove i nobili diressero masse di coscritti comodamente dal proprio campo.

Nonostante quindi abbiano completamente perso la loro funzione originaria godono ancora dei privilegi derivati dai rischi corsi dai loro antenati ormai centinaia di anni fa, con l’aggravante di non fungere più da élite nazionale ma di rappresentare invece un upper-class trans-nazionale e parassitaria, in quanto costituita per la maggior parte da rentiers immobiliari e finanziari.

Dobbiamo forse rassegnarci, Noi middle class borghese figlia della Rivoluzione del 1792, a scrollare impotenti Old Money trends su TikTok? Cosa possiamo fare se decapitarli e abolire i titoli nobiliari non è stato sufficiente? 

La Principessa Maria Olympia di Grecia della Casa di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, in un momento di afflizione per la situazione socio-economica del suo regno.

Non disperate.

La Storia è in continua evoluzione e niente è eterno.

Così come l’attuale classe nobiliare affonda le sue radici nel periodo successivo al crollo dell’Impero Romano d’Occidente, così quella futura troverà terreno fertile all'ineluttabile conflagrazione dell’Impero Americano e dovrà necessariamente condividere lo spazio con i techno-mogul, già possessori di grandi appezzamenti di terra e di inquantificabile capitale tecnologico.

Così come i governanti romani del IV secolo d.C. furono troppo pigri, corrotti e opulenti per opporsi alla furia atavica dei Barbari, quando verrà il Secolo di Piombo, i nobili di oggi saranno troppo narcotizzati dal lusso e incapaci di esercitare la violenza necessaria per mantenere qualsiasi posizione di potere.

L’attuale erede al trono d’Italia, Vittoria di Savoia.

Noi, resi Unni de facto dagli eccessi del tardo capitalismo, che ci impedisce di permetterci una casa e ci costringe al movimento continuo a caccia di opportunità, precarie, come la vita nella steppa, troveremo rifugio nella mentalità del potlach, dove chi emerge non è chi ha o è di più ma chi è disposto a perdere in misura maggiore.

E chi è disposto a perdere più di noi che non possediamo nulla?

Con quali armi assalteremo le Bastiglie del mondo? Con droni Bayraktar ovviamente, evoluzione della macchina da guerra nomade per eccellenza, l’arciere a cavallo, che colpisce e fugge, perché la sua sola esistenza trasforma ogni spazio in luogo di pericolo, facendo assaggiare allo stanziale l’ansia che pervade la vita del nomade. Quando infine avremo bruciato le loro case ancestrali e profanato i loro tesori, potremo finalmente incoronarci e guardare il resto del mondo dall’alto in basso, destinati a ripetere i loro stessi errori, in un eterno ritorno.

La colonna sonora della Rivoluzione che verrà.

Distopico eh?

Non resta dunque che chiudere quest’articolo, più Tatler che Blast, salutarvi, e augurare che i miei e i vostri discendenti ammazzino il giusto numero di persone giuste, in modo da poterci ritrovare tutti alle sfilate di moda, tra mille anni circa, fino al prossimo ciclo.

XOXO 

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