INTERNAUTI, BLAST PROCLAMA:
Rientriamo in porto, in torno a noi tutti parlano di guerra senza averla mai fatta. Senza volerla.
Noi invece per questi giorni preferiamo allontanare la testa da questi argomenti.
Data volta alle cime, tutta la tecno ciurma scende dalla nave. Dovremmo rifare cambusa, recuperare le cose che ci saranno necessarie per i prossimi mesi di navigazione, ma rimandiamo a dopo questo appuntamento.
Prima vogliamo bere.
Tutti insieme volgiamo alle porte della Gamblizzarda.
Sentite come parliamo, leggete quello che scriviamo?
Come si può confondere questa neolingua con dei banali inglesismi.
Guardate oltre siete ciechi, il mondo che vi circonda vi ha abbagliato portandovi a rapportare tutto con esso. Fuggite sciocchi! (fuggite sciocchi)
Allontanatevi da questo mondo piatto che vivete tuffatevi nell’oceano di matrice con noi.
Imparate questo nuovo linguaggio alieno.
La Gamblizzarda è una bettola umida, losca e malfrequentata, ma nessuno è peggio di noi.
Ci finiamo sette fusti di ottima birra mischiata col rum: bisogna essere lucidi prima di scommettere tutto il tesoro appena conquistato ai dadi.
“Tre 2;”
“Quattro 2;”
“Quattro 4;””
“Sette 5;”
“Undici 5;”
“Undici 6;”
“Sei Teste di Morto”
“Sette Teste di Morto!”
Scopriamo le tazze
Abbiamo perso?
Noi non perdiamo mai!
Davanti a noi si trova infatti un baro, le probabilità infatti lo schiacciavano, il nostro giocare senza timore lo aveva messo alle strette. E nel sollevare la tazza ha inserito un dado truccato, un dado che su ognuna delle sei facce ha una testa di mosto, sostituendolo con un altro dado regolare che ora è nella sua tasca. Ma il dado in questione oltre ad essere di un colore leggermente diverso, se spostato leggermente dalla posizione in cui viene posizionato rivela il segreto delle sei teste di morto.
Niente da fare uomo della frode.
Sguainiamo in coro la sciabola e lo scacciamo dalla nostra malmaison. Non c’è posto per questa gente qui.
Lasciamo l’intera vincita al locandiere, questo posto ha bisogno di una ravvivata e poi a noi il denaro non interessa, la caccia ai bottini è solo una scusa per ricercare la sfida. Ricercare il brivido che ci fa sentire vivi.
Allo stesso modo il gioco d’azzardo prova a colmare questa nostra voglia di rischiare, di essere in bilico su una cima sottile. Ma non è la stessa cosa.
“Cerchiamo di fare in fretta!”
Dobbiamo tornare in mare, facciamo provviste e prepariamoci a prendere il largo.
Non sappiamo dirvi quanto ci tratterremo ancora sulla terra ferma. Ma sicuramente finché lo saremo ci troverete alla Gamblizzarda tra alcol e azzardo.
È un lieve farmaco che ci trattiene sulla terra ferma ma che non ci guarirà mai dal voler tornare tra le onde dell’oceano.
Vogliamo avervi accanto a noi.
È il momento anche conosciate queste sensazioni, considerando che forse non siete pronti per l’avventura, questo potrebbe essere un buon allenamento.
Imparerete ad amare il rischio, a sfidare le statistiche, ripudierete le certezze.
Imparate a ottenere una somma di 31 pur tirando solo 5 dadi.
Plasmate la realtà.