Giovedì 8 maggio è stato eletto al soglio pontificio il cardinal Prevost, che ha preso il nome di Leone XIV. Qualche ora prima Ye (noto precedentemente con il nome di Kanye West) rilasciava su X il suo ultimo singolo dal titolo “Heil Hitler". Entrambi hanno un casa comune: Chicago.
— DIGITAL NAS (@DIGITALNAS) May 8, 2025
Il primo papa americano, infatti, viene dalla culla della trap. E in meno di 24 ore di pontificato, su questo tema, assistiamo al primo miracolo: l’inizio del redemption arc di Essemagazine.
Al netto di tutti i commenti dei giornalai e dei pennivendoli che abbiamo visto in questi giorni — da report in cui lo sgherro di Bannon dice che si stanno muovendo e vorrebbero tutti “tranne Tagle e Prevost”, a “l’americano meno americano”, passando per gli appartamenti del cardinal Burke che organizza la resistenza conservatrice, dove non si capisce se questo papa sia progressista o conservatore o mezzo e mezzo — il miglior commento è stato quello di Esse.
In modo inaspettato ha fatto un post pulito, che attualizza (forse in modo inconsapevole, ma si sa che “tutti coloro che pensano, pensano la stessa cosa”) le riflessioni che avevamo fatto già qualche anno fa sul tema “la Chiesa e la trap”.
Essemagazine si sta convertendo? Dopo il type beat con Hammon, nonostante la caterva di articoli inutili e pagati, c’è ancora speranza? Sì, e la dà il nuovo papa.
Andando a scavare sul suo account X, tralasciando un attimo i commenti politici, troviamo un repost di quando Jesus is King di Kanye West è arrivato al No. 1 di Billboard.
Non a caso, ricordiamolo di nuovo, con l’ultimo singolo di Ye è uscito anche il nuovo papa.
E questa è anche la conferma definitiva: Leone XIV ascolta la trap.
Robert Prevost è il
GOATdella Chiesa Cattolica.
Alcuni meme sull’importanza di Chicago da un punto di vista geomemetico e musical
Il fatto che la Chiesa abbia scelto un papa statunitense è anche interessante da un punto di vista geopolitico. Sicuramente, nel breve termine, potrebbe avere un canale privilegiato di discussione con Trump, ma fra 3 anni il tycoon non sarà più presidente mentre Leone, a meno di una visita di J.D. Vance, sarà papa per almeno altri 20 anni circa (in questo momento ha 69 anni, papa Francesco è morto a 88 anni).
Si potrebbe dire che la Chiesa ha scommesso sulla conversione al cattolicesimo degli States e, forse, su un prossimo presidente cattolico (Vance), nella speranza che la rievangelizzazione del mondo riparta da lì, dove risiede anche il potere politico.
I cattolici americani, e in primis il papa, credono veramente in Cristo, e scenari apocalittici in cui la sede apostolica venga spostata a Washington (dove risiede, però, il triregno di Paolo VI) non sembrano vedersi all’orizzonte.
Per la Chiesa, che resta un’istituzione universale e divina (per chi ci crede), sarebbe bene augurarsi che questo papa statunitense, più che realizzare la profezia del santino di Trump divenendo un burattino dell’America, realizzi la profezia (ormai iperstizione) di Sorrentino e ponga Cristo davanti ad ogni altro interesse politico.
Leone XIV. Un nome che, ha rivelato lui stesso, essere stato scelto per Leone XIII e in particolare riferimento alla Rerum Novarum, enciclica che ha dato storicamente il via alla dottrina sociale della Chiesa, la terza via cristiana fra materialismo capitalista e marxista.
Oggi, dice il papa, non è la rivoluzione industriale a cui la Dottrina Sociale della Chiesa è chiamata a rispondere, ma a quella “dell’intelligenza artificiale”, per difendere la dignità umana (perché l’uomo ha un’anima che le macchine non hanno), la giustizia e il lavoro (che le macchine ci rubano).
O Robert sta dicendo boomerate, cosa possibile data l’età, o si è ascoltato l’ultimo album di Anastasio e si è letto l’ultimo numero di Proiettili.
Ma oltre che della Rerum Novarum, Leone XIII è stato anche il papa dell’Aeterni Patris, enciclica che ha portato alla rinascita degli studi tomistici, dando origine a quei movimenti neotomistici e neoscolastici che sono stati una risposta importante alle sfide della filosofia contemporanea.
Non dimentichiamoci che Robert Francis Prevost ha studiato all’Angelicum (università dei domenicani). Sicuramente più che per Tommaso, lui è per Agostino (dato il suo motto e la sua appartenenza agli agostiniani), ma una rinascita filosofica cristiana organizzata, che provi a rispondere alle sfide contemporanee, appoggiata dalle istituzioni ecclesiastiche, sicuramente non farebbe male alla Chiesa.
In più Leone XIII è stato il papa di Santa Teresa di Lisieux, suora di clausura basata, autrice teologica profondissima e patrona dei missionari, per i quali pregava e ai quali ha scritto lettere commoventi.
Santa Teresa di Lisieux vestita da santa Giovanna D’Arco durante una rappresentazione tenuta al convento, 1885Il punto missionario, oltre nel discorso a San Pietro, è stato ribadito anche nella prima omelia dove ha specifico verso chi è rivolta questa missione.
“Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere.
Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco.”
La missione evangelizzatrice, i territori che la fede deve conquistare, su cui il papa vuole concentrarsi, sono innanzitutto i nostri.
Certo, poi ovviamente non sono mancate le parole contro la guerra, per la pace nel mondo, con un prioritario cessate al fuoco su Gaza, ma dal punto di vista spirituale — che forse questo papa ritiene più importante, dato il suo esordio con le prime parole di Gesù risorto — la pace veramente importante è quella che solo Cristo può dare al cuore dell’uomo.
E la preghiera, anche qui senza troppo stupore, sembra essere centrale per il Santo Padre, che ha fatto pregare un’avemaria a tutto il mondo appena uscito dal balcone e, domenica, ha cantato in latino il Regina Coeli.
Speriamo ci possa stupire nel suo rapporto con i media.
Leone XIII è stato il primo papa ad essere ripreso da un video, nonché la persona nata prima mai ripresa. E oltre al video è il primo papa di cui abbiamo una registrazione vocale.
Il papa oggi ha già Twitter, Instagram e Facebook. Che li usasse non sarebbe una novità, quello che si potrebbe rivelarsi decisivo, invece, sarebbe lo sviluppo in senso cristiano del potenziale memetico di questi social.
Leone XIII è stato il primo papa, in un certo senso, mediatico, Leone XIV sarà il primo papa memetico?
Noi ce lo auguriamo.