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Selvaggia Lucarelli è un mezzo di distrazione di massa

Selvaggia Lucarelli è un mezzo di distrazione di massa
Lettura zostile
Tucker Carlson e Nick Fuentes dall'altra parte dell'Oceano, mentre a noi tocca la Lucarelli...

Diciamo le cose come stanno: Selvaggia Lucarelli è un mezzo di distrazione di massa.

Questa volta ha deciso di giocare sicura, di fare fuoco amico per rivelare presunte storture del mondo influattivistico italiano. Il circolino ricomincia a punzecchiarsi per intrattenere il pubblico, che guardando il suo ombelico si perde la rivoluzione in atto dall’altra parte dell’Oceano.

Riprendiamo un commento, pessimo, sotto ad un posto che trattava la vicenda:

Selvaggia Lucarelli uno

Noi, uomini dei meme e della trap, riprendiamo il meme originale.

Selvaggia Lucarelli trap

Il punto non è entrare nel merito della questione, lasciamo che siano altri a farlo per intrattenere il circo di trentenni italiano. Scriveranno newsletter (che nessuno leggerà mai) e faranno video lunghi più di un minuto (che nessuno guarderà mai). E se saranno guardati e letti, ormai sarà troppo tardi perché si sarà passati al drama successivo.

Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti. Non per benaltrismo, ma perché è semplicemente una perdita di tempo.

Ok, parlando di questo scandalo si fanno emergere i circoli di potere in Italia (e nella cultura italiana, anche su Internet, che non è un reame a sé, purtroppo), si mostrano alcune problematiche del rapporto rete e giurisprudenza, tra sfera privata e pubblica nel mondo femminista, si vendica (dal punto di vista della Lucarelli) la situazione precedente dello scandalo contro Serena Mazzini, la ex-social media manager proprio di Selvaggia, etc.

Ma stavolta non ci caschiamo.

Perché questo “scandalo” arriva nel momento in cui ci stiamo preparando al cambio di paradigma. Al momento giusto in cui l’opinione di Instagram Italia poteva essere cambiata e radicalizzata, ancora di più, su un tema fondamentale. Nel nostro paese la maggior parte dei giovani guarda Instagram e, purtroppo, i segmenti ProPal seguono il mondo femminista. Come emerge anche da quest’inchiesta, il mondo culturale italiano è sempre della stessa “sinistra” più o meno liberal: è una cricca che monopolizza il discorso pubblico facendo parlare di sé e bloccando qualsiasi altro dibattito. Occupano i feed dei giovani italiani e impediscono l’emersione delle (vere) novità.

28 Ottobre 2025, USA.

Esce su X e Youtube la storica intervista di Tucker Carlson a Nick Fuentes.
Tutta la lobby sionista americana inizia ad impazzire contro Tucker Carlson, la guerra civile che avevamo anticipato in Hai Notato il Pattern? si sta consumando. Tucker è stato il casus belli, non si è rivelato l’agente federale che ad agosto sembra essere (o forse sì?).

Come è iniziata con Tucker, l’edit che fomenta di più.

Ufficialmente questa settimana è un WANGHAF (White Ass Nigga Going Hard As Fuck), come noi.

I repubblicani conservatori alla Ted Cruz iniziano ad attaccarlo: il più importante giornalista attualmente vivo negli USA ha osato intervistare (platformare, si dice, come se Tucker desse una piattaforma a chi è ignorando totalmente, dimenticando che NJFNicholas J. Fuentes – ha un account X con un milione di followers e uno show regolare su Rumble con 400k iscritti al suo canale) letteralmente l’uomo, il ragazzo, più odiato e blacklistato del pianeta, definito “America’s Next Top Racist” dal The Atlantic. Questo è stato, ed è ancora, uno dei maggiori happening di quest’anno. Davvero, se non ve la siete vista andate a recuperare l’intervista completa:

Scoppia il caso, dunque.

E Kevin Roberts, presidente della Heritage Foundation (uno dei più grandi e importanti think tank conservatori) afferma che non si allontana da Carlson, perché difende la libertà di parola, uno dei pilastri ideologici della Heritage.

Molti donor (ovvero quelli che mettono i soldi, anche milioni, per far andare avanti la Fondazione), allora, dichiarano di voler tagliare con la Heritage, che nel frattempo licenzia il ragazzo che ha scritto il discorso, e si prova a scusare, ma che genera ugualmente una spirale di opinioni negative. Ormai il danno è fatto. Nel weekend si tiene a Las Vegas il summit della Republican Jewish Coalition. Potete immaginare il tono delle dichiarazioni: praticamente viene dichiarata guerra interna contro i cosiddetti America First, ovvero Nick Fuentes, Candace Owens, Carlson etc., che vogliono eliminare l’influenza israeliana sul governo statunitense.

31 Ottobre 2025. Italia.

Selvaggia Lucarelli fa uscire un pezzo sul Fatto Quotidiano dal titolo Sorelle di Chat. La presunta ipocrisia del mondo femminista viene messa alla berlina, altri giornali mainstream seguono la Lucarelli e rilanciano la notizia e su Instagram arriva una shitstorm contro le influattiviste nominate nel pezzo, alcune delle quali neanche presenti in quelle chat (Benedetta Sabene). Post, reel, storie, il feed intasato da opinioni di gente, ragazze e non solo, che commentano la vicenda eclissando qualsiasi altra cosa.

Che il Mossad abbia passato la velina a Selvaggia?

Fatto sta che lo spazio mediatico in Italia è rimasto congelato. Le critiche sostanziali all’entità sionista provenienti dalla destra americana (non stiamo parlando di qualche larper nazista dell’Illinois, ma di un importante giornalista, boomer, e un importante streamer politico, zoomer, che rappresentano il gotha della destra alternativa) non sono pervenute nel nostro Paese se non agli appassionati che già avevano un occhio sul dibattito. La possibilità di entrare in contatto con quest’evento è stata tolta: sui movimenti interni agli Stati Uniti, che questo incontro ha generato (e che sta ancora generando), è calato il silenzio.

Perché? Perché se si iniziasse a parlare di questi temi anche in Italia, nessuno sa che cosa potrebbe succedere. Magari qualcuno si potrebbe svegliare e capire il vero senso di quello che sta avvenendo, forse aggiustando il tiro su alcune letture.

Ora che Ben Shapiro (Facts don’t care about your feelings, fondatore del Daily Wire) ha attaccato direttamente Nick, qualcosa si è mossa anche da noi su questo, ma si vede che la questione è ancora lontana dall’entrare nel mainstream, nei giornali. Non basta un video di 40 minuti pieno di clip, uguale a un feed Instagram senza pubblicità, con 30 milioni di views su X per fare notizia.

E si capisce.

Siamo i vassalli dell’Impero: se già mettere in discussione l’Impero stesso è problematico, figuriamoci provare a mettere becco nel dibattito interno al potere.

Eppure eccoci qui, perché, si sa, tutte le strade portano a Roma.
E noi siamo letteralmente Roma.

Continuiamo a monitorare la situazione, non come dei chud, ma come dei groypers pronti ad assistere all’inevitabile trionfo dell’America First. E nel frattempo pensiamo ad una strategia, nel caso di effettiva vittoria e di cambio di schieramento USA in Medio Oriente (pace a quelli che parlano di “strategia di imperialismo” ignorando la forte pressione dell’AIPAC & Co. sul governo che sta venendo combattuta dall’interno), o di sconfitta e annichilimento (cioè ban assoluto) di questa opposizione interna.

Ma proprio perché la corrente porta verso la prima, noi possiamo attivamente continuare ad arricchire quella narrazione. Una volta ci impedivano di immaginare di poter vincere, ora non solo lo possiamo immaginare ma lo dichiariamo.

Siamo al lavoro anche per voi.

Restate sintonizzati, perché il futuro sta venendo scritto.

Una piccola rassegna finale:

L’opinione di un europeo (Irlandese) sulla questione:

Analisi di un LinkedIbro, probabilmente ((())):

Un asset del Daily Wire (Shapiro) che concorda con NJFuentes:

E per finire…

1
Selvaggia Lucarelli è un mezzo di distrazione di massa
2
Per farla finita con MARCELLO ASCANI
3
The Wreck of the Edmund Fitzgerald
4
Paura e delirio a Castel d’Azzano

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