Leiji Matsumoto aveva ragione. Quando Marx creò il suo bimbo paffuto come un vitello su uno scranno di dollari oleosi, generò il più grande inganno della storia. Nemmeno Lupin III – quello di Monkey Punch, l’altro lasciamolo ai francesi – sarebbe stato in grado di dar vita ad una truffa tanto maestosa. Si concepì una figura eroica, umile come l’obelisco di piazza San Pietro; e come un Dio fattosi profeta, pronto a seminare il verbo della rivolta tra le classi più povere – a quel tempo tinte di carbone fumante.
IL COMUNISTA: CHE CREATURA!
Acerrimo nemico del capitale, operaio-bombarolo professionista, carismatico, sapiente, saggio, audace, buono! Qual meraviglia letteraria! Un’estasi vibrò per l’Europa. Un’elettrica tempesta destinata a capovolgere il mondo una volta per tutte. Fu così che il comunismo – il comunista – si affermò; e certo non vogliamo negargli i suoi meriti: Il mondo l’ha capovolto, tanto da finire col capovolgere anche sé stesso.
Sciocco è chi pensa che il tutto sia un elogio a favore del buon liberal-conservatore. Piuttosto, le due cose combaciano. Oggi il comunista è amico del capitale, ché al potere s’è attaccato pian piano come un’anguilla. E il liberale, coi suoi ottimi idealismi – vedasi la carcassa del figlio de “Il Cavaliere” – s’è lasciato scappare non pochi sorrisi di assenso. Per questo, in un’epoca di nevrosi al dir poco poetica, il nuovo eroe non è né il comunista né il liberale, né tantomeno il buon conservatore o il Capitan ‘Muerica della situazione.
Si tratta di una figura più ardita, creativa. Non esiste patriota e girovago migliore. Si muove con orgoglio sfacciato ed allegria, inondato dai fumi e dagli alcolici migliori. Quando il terrore e le ansie più misere drogano le menti dei peggiori NPC, egli si mette a ballare e a cantare sotto una tempesta di droni kamikaze. Ha lo sguardo ripieno di tempeste informatiche, la voce di un Enea strafatto di cocaina. Passa tra la ciurma ammiccando alla tempesta, sfoderando una sciabola intrisa di radiazioni. I milionari lo temono, i miliardari lo osservano. Dio gli ha donato personalmente una benda. Non è Musk, né Trump, né Prodi o Zelensky. Vi presento l’eroe del XXI° secolo:
IL PIRATA, IL FOTTUTO PIRATA.
Che salpi a bordo di un veliero mezzo marcio o al timone d’una corazzata spaziale, l’Harlock di questo secolo ha come oceano prediletto la distesa più selvaggia e indomabile di tutte: INTERNET. Egli si avventura nei meandri conosciuti e sconosciuti della nuova frontiera. Cerca tesori, antiche e future El-Dorado da mostrare alle orde estasiate del mondo. E quando v’è in gioco una giusta causa, una sfida da lanciare alle mega corporazioni imperiali, non v’è canaglia o buon samaritano che gli sappia tenere testa.
Uno degli scontri più famosi e leggendari è quello tra Spotify e gli ingegneri di APK. Quando l’impero svedese della musica si macchiò di un atto di superbia inaudita – facendo pagare agli ascoltatori anche il diritto, sacrosanto, di scegliere da quale canzone partire in un album e in una playlist –, i contrabbandieri di canzoni si lanciarono fin da subito in un’offensiva maestosa. Centinaia, migliaia furono le versioni moddate rilasciate tra i liberi spazi di Telegram. E nonostante i ripetuti attacchi di Spotify, al fine di disgregare completamente tali creazioni, i pirati della rete, col ghigno di un giocatore di Poker, si mostrarono più volte degni della loro nomea, continuando senza sosta a creare e a migliorare i loro macchinari di libertà.
Il 6 Marzo 2025, purtroppo, questo scontro sembra essere giunto alla fine:
Spotify ha lanciato un’offensiva devastante, tanto da colpire in alcuni casi anche sé stessa. Da allora, un buio più fitto delle notti milanesi sembra essersi impadronito del campo di battaglia, decretando la vittoria definitiva della corporazione. Ma è bene ricordare quanto forti e tenaci sappiano essere i bucanieri della rete. Non è la prima volta che simili attacchi vengono sferrati con tanta violenza. E più volte si son visti risorgere dalle nebbie del Ban le bandiere dei pirati informatici. Chiusi in una camera del centro di Tokyo o in un complesso industriale della Siberia o del Kentucky, i valorosi Han Solo e Barba-Elettrica della rete continuano silenziosi nei loro giochetti da bombaroli.
Ma la pirateria non si ferma solo alle app e ai programmi di ultima generazione. L’industria del cinema, Netflix ed Amazon si sciolgono in valanghe di brividi rabbiosi al pensiero di quanti hanno varcato, mezzi fatti e ubriachi, le loro difese informatiche costose e impenetrabili.
Certo la cosa ha dei limiti: chi mai si metterebbe a piratare l’ultima stagione de “Gli Anelli del Potere”? Solo un pazzo masochista arriverebbe a ciò. Ma v’è gente che l’ha fatto, e che lo fa tutt’ora con altre sottoproduzioni wokiste, concepite dalle stesse pseudo-menti da BDSM che più di due secoli fa diedero vita al bombolone – non bombarolo – “Komunistah”. Certo è che Tolkien e compagnia, rivoltatisi miliardi di volte come un buco nero entro le loro scatole mortuarie, sono ormai in grado di produrre abbastanza energia da spingere come jet i computer dei nostri salvatori di quartiere – oltre a rifornire l’intera provincia di Napoli. Dunque, ben venga! Un’alternativa al nucleare! – Ma anche no.
Anche i nostri cugini del Sol Levante sono estasiati – più o meno – da queste imprese titaniche. La nuova odissea la si scrive anche in Giappone! Il loro asso della manica, il più grande dono fatto al mondo dopo i condizionatori Mitsubishi e i Dark Souls, viene trasportato fino in Europa – il vecchio, decrepito continente – tramite i mega-cargo dei filibustieri elettronici. GLI ANIME: La linfa vitale della nuova filosofia occidentale. Crunchyroll ed Amazon? Roba da passatisti! Dal neo-futurista all’Otaku più schizzato, dal boomer di cultura al normie incuriosito; tutti si affidano ai nostri filibustieri! Armati di computer alimentati a lacrime di Mattarella, e al comando di interi squadroni di traduttori, i commercianti di ricchezze orientali non si affidano più alla vecchia – e nuova – via della seta. I loro avamposti sono raggiunti solamente dai più nobili spulciatori di internet. Anche Telegram s’è ormai schierato da tempo a favore di questi eroici figuri.
La battaglia imperversa da sempre. Ma il nemico non è mai l’artista, il cantante, il mangaka della situazione. La pirateria fulminea ed elettrica ha come nemici i truffatori dei principati dell’usura. Chi vende onestamente i nostri amati prodotti, incoraggiando e ben pagando i creatori e i produttori, non ha niente a che fare con gli Amazon e i prodiani della situazione. Il buon navigatore di codici, con in bocca la sua fidata sigaretta – Marlboro, Winston o Muratti che sia –, sa riconoscere il traditore quando lo vede. E dall’alto della sua coscienza sfacciata e intrisa di benzina, sa come assestare il colpo atomico della giustizia.
Certo è che andando sempre più avanti si nota bene come ogni grande e piccolo programmatore ammiri o disprezzi sempre più queste figure quasi eteree. Gruppi come Anonymous sono perfettamente in grado di sgretolare le mura più alte e massicce poste a difesa dei segreti più inviolabili. Non mi riferisco solo a chi, in un modo o in un altro, si è impossessato del progetto del nuovo carro armato cinese – i soliti e amabili giocatori di War Thunder – o ha regalato al pubblico, come fossero sacchetti di patatine, documenti più o meno segreti della CIA. I pirati informatici hanno prima di tutto buon cuore, e sanno ben disprezzare chiunque osi macchiare col proprio fetore i venti frizzanti della rete. Non di rado questi bravi filibustieri hanno issato bandiera rossa alla vista dei siti pedopornografici – una delle tante tristi pagine degli abissi di internet. Finito il lavoro, non ne rimane neanche l’ombra. Cospargere di sale il terreno della vittoria è una pratica comune anche tra questi paladini. Questo gli fa onore, e riscatta il buon nome della pirateria ogni qual volta che questo viene lordato da qualche elettro-parassita.
Certo, non tutti sono uguali. Vi sono pirati che spesso si rendono protagonisti di azioni orribili e vergognose; e di questo ne siamo tutti ben consapevoli. Ma oggi vogliamo rendere onore a coloro che scelgono il vessillo della giustizia, i protettori della libertà, i guerrieri senza paura di internet. A questi personaggi fantastici, mistici inconoscibili oltre ogni confine, è giusto offrire più di un giro della miglior birra del Pub di fiducia.
A VOI, FILIBUSTIERI! CHE L’ERA DELLA PIRATERIA NON ABBIA MAI FINE!