Ma quale Connessione, statemi lontano!

La connessione umana non è possibile nel mondo tecnonichilista dei microtiranni.

Ma quale Connessione, statemi lontano!
Lettura boomer
La pandemia ha rivelato una volta per tutte la natura marcia di una intera generazione, dalla quale è meglio stare alla larga.
Connessione

È stato l’anno che ha chiuso i nostri dubbi: i rapporti umani sono corrotti.

Da Baby Reeindeer a Nosferatu (il male nasce dentro di noi o viene dall’aldilà?), passando dal trionfo dell’inganno di Sauron su Celebrimbor ed inciampando sul cadavere della seconda stagione di Squid Game, che ormai attira solo per vedere come muoiono i giocatori; dalla fine del capitalismo dell’inclusione alla morte violenta dell’attivismo social; volendo citare persino quella porcheria di It Ends With US i rapporti umani non sono mai stati tanto marci e tossici e sono stati messi in scena all’ombra del tetro ripetersi di efferati femminicidi, guerre e disastri sociali.

La cultura pop non sa più in che salsa dircelo:

state lontani gli uni dagli altri.

È questo il nostro nuovo inferno, il trionfo del pensiero sartiano:

gli altri sono il male.

Siamo pronti a vedere sorgere la prossima luminosa fase dell’individualismo più becero: la microtirannia. Seguiteci, sono sicuro che dentro di voi già esiste un piccolo dittatore, dobbiamo solo aiutarlo ad uscire.

Iniziamo dichiarando chi è il protagonista di questa vicenda, senza scomodare il nostro amato governo di mannaie e pistoloni: siamo noi stessi il problema, non è per niente un buon periodo per i cari vecchi millennials.

La tendenza a vampirizzare (ancora grazie Sig. Eggers) tutto ciò che c’è di bello e buono al mondo ci ha resi vulnerabili alla debolezza dello spirito e della carne, e ben prima di lanciarsi in un’altra ipocrita invettiva, dobbiamo guardarci nei riflessi delle vetrine di negozi in cui non entreremo mai, o non entriamo più, e ammettere a noi stessi che se in giro c’è puzza di monezza è perché camminiamo ancora per strada.

Similis simili gaudet un par di zebedei: noi odiamo il prossimo e ancor di più tanto è più simile a noi, perché su di lui riversiamo disprezzo, invidia e biasimo per i nostri sogni morenti e la nostra patetica staticità.

Le nostre rivendicazioni politiche e sociali sembrano essere incomprensibili alle generazioni che ci hanno preceduto e pure quelli dopo di noi non sembrano proprio i più svegli della cucciolata. Tutto quello che riusciamo ad ottenere è sempre e solo in veste di

consumatori.

Evviva le bandiere arcobaleno nei profili social delle aziende, è stato bello essere progressisti. È durato poco (grazie Sig. Sorrentino).

Dove si è formato il piccolo despota che dimora nei nostri cuori? Ben prima che arrivasse la pandemia, non avevamo la più pallida idea di cosa fare della nostra libertà e dei nostri diritti. All’inizio ci siamo limitati a rubare pezzi di identità dalle mode proposte dal mercato, ma ad un certo punto, la rivelazione: posso barattare le mie libertà costituzionali per acquistare una nuova piastra per i capelli! Da lì è partita un’autostrada a tre corsie verso il rincoglionimento più totale.

Parlo del fattaccio sanitario perché è stato un momento chic per osservare quello che stava succedendo:

In quei giorni si sarebbe potuta proclamare la più violenta e brutale soppressione dei termini che rendono ancora vivibile la vita nel mondo occidentale con la facilità con cui si scarta una caramella.

Come disse giustamente un mio amico, ci eravamo abituati. E la nostra aveva assunto i connotati di una resa totale e senza condizioni.

Le ragioni di questa lobotomia collettiva sono moltissime, e l’intelligenza artificiale accelererà questo processo, portandolo a una velocità tripla. Perché è bene ricordarlo: l’ultrapresente è una culla dai bordi affilati come rasoi. Se stai buono fai sogni d’oro, se ti alzi per guardare oltre i bordi ti fai male e perdi risorse. 

Riuscite a percepire quanto siamo pusillanimi, fottuti dai social media, dalla pubblicità e dalla propaganda? No, non credo. Siete troppo terrorizzati dal downgrading sociale e dalla perdita di status. 

Ed eccoci qui, in poche righe abbiamo confezionato l’identikit del nuovo villain, il più pericoloso che l’umanità abbia mai dovuto affrontare:

trent’anni

vuoto come il suo frigo da videomaker freelance trapiantato

attaccatissimo a divano e copertina

totalmente egoriferito

da anni intrappolato in un vortice solipsistico di cazzate e piccoli timori

sinceramente e totalmente indifferente alle ingiustizie (leggi= bambini maciullati dalle bombe)

intimamente impotente nella capacità di reagire ai problemi, ai conflitti interpersonali, alla vita.

Un soggetto che ha messo a capo del mondo i potenti e i miliardari fuori di testa, convinto che avrebbero fatto i suoi interessi. 

Cullato da 80 anni di crescita economica, democrazia, liberalismo e pace, ha dimenticato il sapore delle sbarre in cui era stato imprigionato, e oggi si limita a pigiare un tasto o a battere i tasti.

Perché la cosa più importante non è costruire una società più giusta ed equa, è FARE CARDIO. 

I microtiranni presto saranno ovunque, unici dominatori di piccolissimi spazi di potere frazionati e distribuiti a tutti coloro che sposeranno questa rivoluzionaria visione del mondo: padroni a casa propria (anche al cesso), nella coppia, in ufficio, in macchina, in vacanza, allo stadio, al centro commerciale, al cinema, a teatro, alle poste, in comune, sul marciapiede, al parco, al mare…

Come riconoscerli? L’elemento centrale sarà una forma di controllo costante e spietato, su tutto. Costruiranno unicamente rapporti di subordinazione, fondati su umiliazioni e minacce. Nel caso il vostro capo fosse diventato un microtiranno, scappate! A meno che non vogliate morire di microgestione. E poi ancora ricorso massivo all’aggressività passiva, all’intolleranza, all’isolamento, alla gelosia e al gaslighting. 

Unica soluzione, quindi, è starne lontani – non cadere preda degli altri.

Ma soprattutto, diffidate da chi vi vuole avvicinare, chi si interessa, chi a colpi di caro vuole fare breccia nel vostro cuore. Migliori amici la prima ora, sconosciuti dopo una vita. No grazie.

Non si fanno amici da grandi.

Se non riuscite a stare cinque minuti da soli, allora siete già dei perfetti microtiranni.

E mentre mi appresto a concludere questo mio intervento, penso che forse, proprio in questa solitudine imposta, potremmo riscoprire il vero senso della connessione umana.

O forse no.

E allora, buon isolamento a tutti! Ricordatevi di fare scorta di cibo in scatola, di seguire i guru del wellness e di postare selfie sorridenti sui social. Dopotutto, la felicità è un algoritmo e l’amore si compra su Amazon. Buon divertimento!

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